Il presente elaborato si propone di analizzare la contrattazione collettiva transnazionale quale forma sui generis di manifestazione dell’autonomia collettiva. Verrà affrontato in modo specifico il tema degli accordi negoziati tra i rappresentanti dei lavoratori e la direzione delle imprese di dimensioni transnazionali, i quali costituiscono il prodotto di un’attività spontanea sviluppatasi in conseguenza dei profondi mutamenti socio-economici introdotti dalla globalizzazione dei mercati che ha creato un notevole divario tra la portata sempre più transnazionale delle operazioni aziendali dei grandi gruppi industriali ed il carattere essenzialmente nazionale della regolamentazione e dell’azione dei governi degli Stati, dei sindacati e delle altre forze sociali. I cd. Transnational company agreements si pongono così come una nuova modalità di governance aziendale che è stata impiegata come uno strumento per regolare una serie di questioni che prima non erano state ancora ben definite. In particolare, all’interno delle realtà aziendali di diverse multinazionali la diffusione di una nuova forma di dialogo sociale ha cercato di condurre al superamento di una situazione caratterizzata dall’assunzione delle decisioni per via quasi esclusivamente unilaterale, traducendo in impegni giuridici quelli che prima erano semplicemente degli impegni etici. A tale riguardo, i vantaggi ed i benefici in termini di ricadute sociali offerti da una tale forma di contrattazione collettiva sono evidenti, soprattutto per quel che riguarda la prevenzione ed il contrasto al social dumping. Infatti, i prodotti della negoziazione transnazionale si presentano come un nuovo modello di regolamentazione sociale sostenibile e credibile, dal momento che, attraverso la promozione del dialogo sociale ad un livello che trascende i confini degli Stati, viene resa possibile l’applicazione di standard uniformi lungo tutta la catena di produzione e/o distribuzione dell’impresa firmataria, producendo così un miglioramento delle condizioni minime di tutela del lavoro anche in quei territori dove queste tutele generalmente ancora mancano o faticano ad essere concretamente implementate. La contrattazione transnazionale, inoltre, soprattutto in ambito europeo, ha fortemente agevolato anche i processi di ristrutturazione societari, mitigandone innanzitutto i costi sociali attraverso percorsi concertati e transnazionali di anticipazione del cambiamento. Tuttavia, dal momento che si tratta di accordi conclusi in assenza di un inquadramento giuridico specifico, si pongono anche tutta una serie di questioni problematiche di operatività ed effettività degli stessi, legate principalmente all’individuazione degli attori legittimati a negoziare, nonché all’efficacia ed all’implementazione di tali atti. L’indagine del fenomeno della negoziazione transnazionale ed, in particolare, della sua evoluzione e dei suoi tratti caratteristici, mostrerà quindi un quadro assai articolato e complesso. Rispetto ai prodotti della contrattazione aziendale transnazionale variano infatti molto spesso i soggetti coinvolti e gli ambiti territoriali interessati, tutto ciò in dipendenza di diversi fattori, tra cui la dimensione internazionale oppure europea degli accordi conclusi di cui verranno evidenziate le principali tendenze. In aggiunta, numerose sono le differenze anche per quanto riguarda la denominazione utilizzata, la portata di tali atti, i contenuti, nonché le loro modalità di attuazione e di implementazione.
Gli accordi-quadro internazionali ed europei stipulati con le imprese transnazionali. Le nuove relazioni collettive di lavoro tra corporate governance e contrattazione collettiva.
Zampieri, Laura
2018
Abstract
Il presente elaborato si propone di analizzare la contrattazione collettiva transnazionale quale forma sui generis di manifestazione dell’autonomia collettiva. Verrà affrontato in modo specifico il tema degli accordi negoziati tra i rappresentanti dei lavoratori e la direzione delle imprese di dimensioni transnazionali, i quali costituiscono il prodotto di un’attività spontanea sviluppatasi in conseguenza dei profondi mutamenti socio-economici introdotti dalla globalizzazione dei mercati che ha creato un notevole divario tra la portata sempre più transnazionale delle operazioni aziendali dei grandi gruppi industriali ed il carattere essenzialmente nazionale della regolamentazione e dell’azione dei governi degli Stati, dei sindacati e delle altre forze sociali. I cd. Transnational company agreements si pongono così come una nuova modalità di governance aziendale che è stata impiegata come uno strumento per regolare una serie di questioni che prima non erano state ancora ben definite. In particolare, all’interno delle realtà aziendali di diverse multinazionali la diffusione di una nuova forma di dialogo sociale ha cercato di condurre al superamento di una situazione caratterizzata dall’assunzione delle decisioni per via quasi esclusivamente unilaterale, traducendo in impegni giuridici quelli che prima erano semplicemente degli impegni etici. A tale riguardo, i vantaggi ed i benefici in termini di ricadute sociali offerti da una tale forma di contrattazione collettiva sono evidenti, soprattutto per quel che riguarda la prevenzione ed il contrasto al social dumping. Infatti, i prodotti della negoziazione transnazionale si presentano come un nuovo modello di regolamentazione sociale sostenibile e credibile, dal momento che, attraverso la promozione del dialogo sociale ad un livello che trascende i confini degli Stati, viene resa possibile l’applicazione di standard uniformi lungo tutta la catena di produzione e/o distribuzione dell’impresa firmataria, producendo così un miglioramento delle condizioni minime di tutela del lavoro anche in quei territori dove queste tutele generalmente ancora mancano o faticano ad essere concretamente implementate. La contrattazione transnazionale, inoltre, soprattutto in ambito europeo, ha fortemente agevolato anche i processi di ristrutturazione societari, mitigandone innanzitutto i costi sociali attraverso percorsi concertati e transnazionali di anticipazione del cambiamento. Tuttavia, dal momento che si tratta di accordi conclusi in assenza di un inquadramento giuridico specifico, si pongono anche tutta una serie di questioni problematiche di operatività ed effettività degli stessi, legate principalmente all’individuazione degli attori legittimati a negoziare, nonché all’efficacia ed all’implementazione di tali atti. L’indagine del fenomeno della negoziazione transnazionale ed, in particolare, della sua evoluzione e dei suoi tratti caratteristici, mostrerà quindi un quadro assai articolato e complesso. Rispetto ai prodotti della contrattazione aziendale transnazionale variano infatti molto spesso i soggetti coinvolti e gli ambiti territoriali interessati, tutto ciò in dipendenza di diversi fattori, tra cui la dimensione internazionale oppure europea degli accordi conclusi di cui verranno evidenziate le principali tendenze. In aggiunta, numerose sono le differenze anche per quanto riguarda la denominazione utilizzata, la portata di tali atti, i contenuti, nonché le loro modalità di attuazione e di implementazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/113861
URN:NBN:IT:UNIVR-113861