I rapporti tra le varie anime della sinistra italiana e portoghese. PCI, PCP e sinistre rivoluzionarie (1969-1976) Il tema portante del progetto di ricerca è composto dallo studio dei rapporti intercorsi tra le composite rappresentazioni della sinistra italiana e portoghese tra il 1969 e il 1976 e in particolare a cavallo della Rivoluzione dei Garofani. Per cercare di colmare lo spazio vuoto lasciato dalla storiografia italiana è stato necessario strutturare il lavoro su più piani, costruendo un quadro metodologico complesso in grado di indagare la sinistra italiana da angolazioni diverse ma convergenti. Si è pertanto cercato di dare una risposta alle seguenti domande: c’è stato un interesse della società italiana verso gli sconvolgimenti politici, nazionali e coloniali del Portogallo della metà degli anni Settanta? Per quale motivo e in che modo la società italiana si è approssimata al 25 aprile 1974? Era inquadrata nei partiti, nelle associazioni, nei movimenti studenteschi? In che modo è stata osservata e compresa la maggiore trasformazione sociopolitica lusitana del Novecento? Cosa ha significato, insegnato, lasciato? Per rispondere a queste domande il lavoro è stato strutturato in quattro capitoli. Il primo capitolo ricostruisce le relazioni storiche stabilite tra i regimi fascisti italiano e portoghese, atto a destrutturare la categoria di fascismo per meglio comprenderne le fasi della sua caduta e l’aggregante antifascismo delle realtà marxiste-leniniste italiane degli anni Settanta. Fin dal primo capitolo è stato essenziale tracciare una linea che approccia trasversalmente il progetto, rendendo corposa la ricerca con la disamina di documenti conservati negli archivi di Roma, Lisbona, Genova, Piombino, e beneficiando della memoria orale, come fonte necessaria a ricostruire in modo inedito passaggi altrimenti perduti del significato empirico della Revolução dos cravos. Ricercare l’essenza di una componente democratica all’interno delle Forze Armate portoghesi – che definisco «culturale» – ha costituito il passaggio al secondo capitolo, che analizza la costruzione del Portogallo nuovo e il cammino della complessa democratizzazione rivoluzionaria del popolo e del Movimento delle Forze Armate, parte integrante dell’assetto costituzionale libero. Il terzo e quarto capitolo rappresentano la novità del lavoro. La costituzione della genesi dei rapporti tra il Partito Comunista Italiano e Portoghese, sono stati analizzati dall’alto dei dialoghi istituzionali. Il panorama di comitati pacifisti, antimilitaristi, anticoloniali creatisi dal secondo dopoguerra hanno fornito il terreno di dialogo, spesso indipendente dalle istituzioni, fra rappresentanze istituzionali e movimenti dal basso, tipici della fine degli anni Sessanta. Convergenze, divergenze culturali e strutturali, connessioni, scambi e reti relazionali personali tra Italia e Portogallo, sono state così approcciate con una metodologia comparativa e utilizzando la corrente della History from below. Fonti archivistiche nuove, bibliografiche, memorialistiche e interviste inedite ai militanti della sinistra rivoluzionaria e portoghese si completano per dare un quadro complesso, vario, umano dai risvolti politici, sociali, sociologici intensi e per raccontare le trame scaturite da un viaggio turistico-rivoluzionario che si inserisce tra l’ultimo bagliore ideologico di rivoluzione d’Occidente e la deriva violenta della fine degli anni Settanta italiani. La ricostruzione della “cellula” dei portoghesi a Genova, snodo essenziale tra il PCI e la segreteria clandestina del PCP, dei portoghesi a Roma collegati con i Movimenti della Pace, le motivazioni e la costituzione dell’Associação de Amizade Revolucionária Portugal-Itália di Lotta Continua a Lisbona e del turismo rivoluzionario italiano in Portogallo rappresentano, infine, le novità e il fulcro di un ventaglio relazionale nato dalla solidarietà ai popoli coloniali ed estesa al popolo portoghese metropolitano. In ultima analisi, è stata essenziale, per la stesura del lavoro, la lettura dei quotidiani dei movimenti dei partiti, il recupero della memoria storica di alcuni militanti di entrambi i Paesi che vissero il processo in prima persona, e l’analisi sui documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio della Fondazione Gramsci, l’Archivio dell’IRSIFAR, l’Archivio del Senato della Repubblica, a Roma, l’Archivio di Stato di Piombino, dell’Archimov di Genova, l’Arquivo Diplomático do Ministério dos Negócios Estrangeiros, l’Arquivo Nacional Torre do Tombo, l’Archivo de História Social, a Lisbona, e gli archivi online del Centro de Documentação 25 de Abril dell’Università di Coimbra e l’Arquivo Ephemera dello storico José Pacheco Pereira.
I rapporti tra le varie anime della sinistra italiana e portoghese. PCI, PCP e sinistre rivoluzionarie (1969-1976) The relations between Italian and Portuguese left. PCI, PCP and revolutionary lefts (1969-1976)
2020
Abstract
I rapporti tra le varie anime della sinistra italiana e portoghese. PCI, PCP e sinistre rivoluzionarie (1969-1976) Il tema portante del progetto di ricerca è composto dallo studio dei rapporti intercorsi tra le composite rappresentazioni della sinistra italiana e portoghese tra il 1969 e il 1976 e in particolare a cavallo della Rivoluzione dei Garofani. Per cercare di colmare lo spazio vuoto lasciato dalla storiografia italiana è stato necessario strutturare il lavoro su più piani, costruendo un quadro metodologico complesso in grado di indagare la sinistra italiana da angolazioni diverse ma convergenti. Si è pertanto cercato di dare una risposta alle seguenti domande: c’è stato un interesse della società italiana verso gli sconvolgimenti politici, nazionali e coloniali del Portogallo della metà degli anni Settanta? Per quale motivo e in che modo la società italiana si è approssimata al 25 aprile 1974? Era inquadrata nei partiti, nelle associazioni, nei movimenti studenteschi? In che modo è stata osservata e compresa la maggiore trasformazione sociopolitica lusitana del Novecento? Cosa ha significato, insegnato, lasciato? Per rispondere a queste domande il lavoro è stato strutturato in quattro capitoli. Il primo capitolo ricostruisce le relazioni storiche stabilite tra i regimi fascisti italiano e portoghese, atto a destrutturare la categoria di fascismo per meglio comprenderne le fasi della sua caduta e l’aggregante antifascismo delle realtà marxiste-leniniste italiane degli anni Settanta. Fin dal primo capitolo è stato essenziale tracciare una linea che approccia trasversalmente il progetto, rendendo corposa la ricerca con la disamina di documenti conservati negli archivi di Roma, Lisbona, Genova, Piombino, e beneficiando della memoria orale, come fonte necessaria a ricostruire in modo inedito passaggi altrimenti perduti del significato empirico della Revolução dos cravos. Ricercare l’essenza di una componente democratica all’interno delle Forze Armate portoghesi – che definisco «culturale» – ha costituito il passaggio al secondo capitolo, che analizza la costruzione del Portogallo nuovo e il cammino della complessa democratizzazione rivoluzionaria del popolo e del Movimento delle Forze Armate, parte integrante dell’assetto costituzionale libero. Il terzo e quarto capitolo rappresentano la novità del lavoro. La costituzione della genesi dei rapporti tra il Partito Comunista Italiano e Portoghese, sono stati analizzati dall’alto dei dialoghi istituzionali. Il panorama di comitati pacifisti, antimilitaristi, anticoloniali creatisi dal secondo dopoguerra hanno fornito il terreno di dialogo, spesso indipendente dalle istituzioni, fra rappresentanze istituzionali e movimenti dal basso, tipici della fine degli anni Sessanta. Convergenze, divergenze culturali e strutturali, connessioni, scambi e reti relazionali personali tra Italia e Portogallo, sono state così approcciate con una metodologia comparativa e utilizzando la corrente della History from below. Fonti archivistiche nuove, bibliografiche, memorialistiche e interviste inedite ai militanti della sinistra rivoluzionaria e portoghese si completano per dare un quadro complesso, vario, umano dai risvolti politici, sociali, sociologici intensi e per raccontare le trame scaturite da un viaggio turistico-rivoluzionario che si inserisce tra l’ultimo bagliore ideologico di rivoluzione d’Occidente e la deriva violenta della fine degli anni Settanta italiani. La ricostruzione della “cellula” dei portoghesi a Genova, snodo essenziale tra il PCI e la segreteria clandestina del PCP, dei portoghesi a Roma collegati con i Movimenti della Pace, le motivazioni e la costituzione dell’Associação de Amizade Revolucionária Portugal-Itália di Lotta Continua a Lisbona e del turismo rivoluzionario italiano in Portogallo rappresentano, infine, le novità e il fulcro di un ventaglio relazionale nato dalla solidarietà ai popoli coloniali ed estesa al popolo portoghese metropolitano. In ultima analisi, è stata essenziale, per la stesura del lavoro, la lettura dei quotidiani dei movimenti dei partiti, il recupero della memoria storica di alcuni militanti di entrambi i Paesi che vissero il processo in prima persona, e l’analisi sui documenti conservati presso l’Archivio Centrale dello Stato, l’Archivio della Fondazione Gramsci, l’Archivio dell’IRSIFAR, l’Archivio del Senato della Repubblica, a Roma, l’Archivio di Stato di Piombino, dell’Archimov di Genova, l’Arquivo Diplomático do Ministério dos Negócios Estrangeiros, l’Arquivo Nacional Torre do Tombo, l’Archivo de História Social, a Lisbona, e gli archivi online del Centro de Documentação 25 de Abril dell’Università di Coimbra e l’Arquivo Ephemera dello storico José Pacheco Pereira.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/147002
URN:NBN:IT:UNIMC-147002