La tesi indaga le origini di Rio Novo e dei suoi ponti, campagna di opere realizzata a Venezia a inizio Novecento, correlata alla costruzione del ponte automobilistico translagunare parallelo a quello ferroviario. Il progetto redatto dall’Ufficio Tecnico municipale, alla cui direzione dall’ottobre 1930 si trovava l’ingegnere Eugenio Miozzi, viene in realtà concepito già dall’Ottocento nelle sue prime intenzionalità e soluzioni formali, come risposta alla sentita esigenza di modernizzazione delle comunicazioni a Venezia. La ricostruzione del dibattito cittadino e delle ragioni politico-economiche che conducono alle prime ipotesi per un secondo ponte attraverso la laguna e di un nuovo Rio per un rapido attraversamento della città, restituiscono voce alla pluralità di attori coinvolti in questa secolare vicenda e, conseguentemente, ne dipingono un quadro di maggior complessità. Alla luce di ciò, anche la scelta amministrativa di un solo protagonista, come Miozzi, necessita di ulteriori chiarimenti. Egli, infatti, subentra nella vicenda quando ormai i finanziamenti stanziati dal Comune di Venezia e dallo Stato fascista sono già destinati a un primo progetto approvato ma ne modifica l’aspetto finale nelle forme ancora oggi visibili, facendo sintesi delle esperienze teoriche e pratiche dei suoi primi anni di attività. Prima di trattare delle modificazioni urbane di Venezia quindi, la parte iniziale della tesi ricostruisce la formazione dell’ingegnere, prima accademica, tra Roma e Bologna, poi professionale, a servizio del Genio Civile, ambendo a saturare la parentesi biografica che rimane scoperta nei più recenti studi condotti sulla sua figura. Il cantiere del ponte automobilistico e del canale non solo decreteranno l’inizio di un rapporto continuativo tra Miozzi e Venezia, ma sono anche inseriti nel più ampio dibattito sull’estetica e sul valore architettonico delle opere infrastrutturali, nella ricerca di un linguaggio formale postunitario prima, e retoricamente fascista poi.
Le origini del progetto di Rio Novo a Venezia. Dal dibattito ottocentesco all'incarico a Eugenio Miozzi.
SEGRADIN, RICCARDO
2023
Abstract
La tesi indaga le origini di Rio Novo e dei suoi ponti, campagna di opere realizzata a Venezia a inizio Novecento, correlata alla costruzione del ponte automobilistico translagunare parallelo a quello ferroviario. Il progetto redatto dall’Ufficio Tecnico municipale, alla cui direzione dall’ottobre 1930 si trovava l’ingegnere Eugenio Miozzi, viene in realtà concepito già dall’Ottocento nelle sue prime intenzionalità e soluzioni formali, come risposta alla sentita esigenza di modernizzazione delle comunicazioni a Venezia. La ricostruzione del dibattito cittadino e delle ragioni politico-economiche che conducono alle prime ipotesi per un secondo ponte attraverso la laguna e di un nuovo Rio per un rapido attraversamento della città, restituiscono voce alla pluralità di attori coinvolti in questa secolare vicenda e, conseguentemente, ne dipingono un quadro di maggior complessità. Alla luce di ciò, anche la scelta amministrativa di un solo protagonista, come Miozzi, necessita di ulteriori chiarimenti. Egli, infatti, subentra nella vicenda quando ormai i finanziamenti stanziati dal Comune di Venezia e dallo Stato fascista sono già destinati a un primo progetto approvato ma ne modifica l’aspetto finale nelle forme ancora oggi visibili, facendo sintesi delle esperienze teoriche e pratiche dei suoi primi anni di attività. Prima di trattare delle modificazioni urbane di Venezia quindi, la parte iniziale della tesi ricostruisce la formazione dell’ingegnere, prima accademica, tra Roma e Bologna, poi professionale, a servizio del Genio Civile, ambendo a saturare la parentesi biografica che rimane scoperta nei più recenti studi condotti sulla sua figura. Il cantiere del ponte automobilistico e del canale non solo decreteranno l’inizio di un rapporto continuativo tra Miozzi e Venezia, ma sono anche inseriti nel più ampio dibattito sull’estetica e sul valore architettonico delle opere infrastrutturali, nella ricerca di un linguaggio formale postunitario prima, e retoricamente fascista poi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/61067
URN:NBN:IT:IUAV-61067