Numerosi studi hanno esplorato il ruolo dei fattori psicologici nella produzione di comportamenti pro-ambientali e di risparmio energetico. La “theory of planned behavior”, il “norm activation model”, e il “new environmental paradigm” hannno il fondamento teorico a un gran numero di studi in questo campo. Altri singoli fattori psicologici che sono stati mostrati interagire con la produzione di comportamenti pro-ambientali sono l'esposizione alle norme sociali, i valori e motivazioni pro-ambientali, il coinvolgimento emotivo, il “locus of control”, e la conoscenza e consapevolezza delle problematiche ambientali. Solo alcune delle decisioni pro-ambientali vengono tradotte in comportamenti, mentre altre non vengono messe in atto. Ad esempio alcuni comportamenti pro-ambientali richiedono adeguate infrastrutture. Le norme personali diventao attive in seguito alla comparsa di stimoli situazionali. Inoltre, il divario tra intenzione e comportamento è mediato dalla stabilità temporale delle intenzioni, dal controllo percepito sul proprio comportamento, e dalla costruzione di intenzioni di implementazione. Due studi recenti hanno mostrato come le funzioni esecutive mediano il divario tra intenzione e comportamento per l'attività fisica e il comportamento alimentare. Abbiamo ipotizzato che quando i comportamenti di risparmio energetico comportano un carico dei processi cognitivi sottostanti, l’efficienza di queste funzioni (in particolare l'efficienza delle funzioni coinvolte nel controllo dell’azione) medi la produzione dei comportamenti di risparmio energetico. Per verificare questa ipotesi abbiamo condotto tre esperimenti. Nel primo abbiamo esaminato la relazione tra di memoria di lavoro, velocità di elaborazione, e l'attenzione sostenuta con la produzione dichiarata di comportamenti di risparmio energetico. I risultati suggeriscono che l'efficienza delle funzioni sopracitate sia collegata alla produzione di comportamenti di risparmio energetico che richiedono un carico cognitivo per essere messi in atto nella routine quotidiana. Nel secondo esperimento abbiamo esaminato il ruolo della memoria di lavoro, della velocità di elaborazione e dell’attenzione sostenuta sulla produzione osservata di un comportamento di risparmio energetico, spegnere la luce quando si esce da un laboratorio. In questo caso, la relazione non è risultata significativa, probabilmente perché alcuni partecipanti si sono astenuti dall’eseguire il comportamento di risparmio energetico perché non si sono sentiti autorizzati ad interagire con l'attrezzatura del laboratorio. Quindi, nel terzo esperimento abbiamo creato questa "autorizzazione" chiedendo ai partecipanti di accendere alcuni apparecchi posti all’interno del laboratorio all'inizio della sessione sperimentale. Attraverso un paradigma di doppio compito abbiamo esaminato il ruolo del carico dell’centrale esecutivo nella produzione di comportamenti di risparmio energetico. I risultati mostrano che un’interferenza con il sistema esecutivo centrale (i.e., la generazione di numeri casuali) diminuisce la produzione dei comportamenti di risparmio energetico non collegati con un evidente stimolo ambientale. Il feedback viene spesso utilizzato negli studi psicologici mirati a ridurre il consumo energetico. Il feedback agisce come auto-insegnamento poiché permette agli utenti di imparare dalla loro esperienza e dalle conseguenze dei loro comportamenti energetici. Precedenti ricerche hanno mostrato che il feedback è più efficace quando è immediato, trasmette poche informazioni, ed è relativo ad un obiettivo dell’utente. Nel progetto BeAware abbiamo sviluppato un'applicazione (i.e., EnergyLife) per aiutare gli utenti a ridurre i loro consumi attraverso un sistema di feedback mobile basato sul cellulare. EnergyLife include un livello comunitario per offrire un clima di concorrenza cooperativa ed un obiettivo sociale per massimizzare l'effetto del feedback. Il feedback fornito da EnergyLife era in tempo reale. Inoltre, agli utenti sono venivano inviati dei messaggi persuasivi (sia generici che smart/ context-aware). L'efficacia dell’applicazione EnergyLife è stata valutata attraverso uno studio che ha coinvolto 5 famiglie e 14 utenti. L'analisi sui trend del consumo di energia ha mostrato una significativa riduzione dei consumi per tutte le famiglie. Nel complesso, le famiglie mostrano una significativa riduzione progressiva dei consumi rispetto all’anno precedente. Inoltre, quando un utente riceve uno smart advice (un messaggio customizzato sul suo comportamento) il consumo dell'apparecchio menzionato diminuisce. Nel complesso, i risultati suggeriscono che la nostra comprensione dei comportamenti di risparmio energetico potrebbe essere migliorata considerando l'influenza dei meccanismi cognitivi alla base della loro esecuzione. Un'applicazione progettata secondo i principi sopra menzionati sembra essere efficace nella riduzione del consumo energetico
Cognitive models of energy saving
CORRADI, NICOLA
2012
Abstract
Numerosi studi hanno esplorato il ruolo dei fattori psicologici nella produzione di comportamenti pro-ambientali e di risparmio energetico. La “theory of planned behavior”, il “norm activation model”, e il “new environmental paradigm” hannno il fondamento teorico a un gran numero di studi in questo campo. Altri singoli fattori psicologici che sono stati mostrati interagire con la produzione di comportamenti pro-ambientali sono l'esposizione alle norme sociali, i valori e motivazioni pro-ambientali, il coinvolgimento emotivo, il “locus of control”, e la conoscenza e consapevolezza delle problematiche ambientali. Solo alcune delle decisioni pro-ambientali vengono tradotte in comportamenti, mentre altre non vengono messe in atto. Ad esempio alcuni comportamenti pro-ambientali richiedono adeguate infrastrutture. Le norme personali diventao attive in seguito alla comparsa di stimoli situazionali. Inoltre, il divario tra intenzione e comportamento è mediato dalla stabilità temporale delle intenzioni, dal controllo percepito sul proprio comportamento, e dalla costruzione di intenzioni di implementazione. Due studi recenti hanno mostrato come le funzioni esecutive mediano il divario tra intenzione e comportamento per l'attività fisica e il comportamento alimentare. Abbiamo ipotizzato che quando i comportamenti di risparmio energetico comportano un carico dei processi cognitivi sottostanti, l’efficienza di queste funzioni (in particolare l'efficienza delle funzioni coinvolte nel controllo dell’azione) medi la produzione dei comportamenti di risparmio energetico. Per verificare questa ipotesi abbiamo condotto tre esperimenti. Nel primo abbiamo esaminato la relazione tra di memoria di lavoro, velocità di elaborazione, e l'attenzione sostenuta con la produzione dichiarata di comportamenti di risparmio energetico. I risultati suggeriscono che l'efficienza delle funzioni sopracitate sia collegata alla produzione di comportamenti di risparmio energetico che richiedono un carico cognitivo per essere messi in atto nella routine quotidiana. Nel secondo esperimento abbiamo esaminato il ruolo della memoria di lavoro, della velocità di elaborazione e dell’attenzione sostenuta sulla produzione osservata di un comportamento di risparmio energetico, spegnere la luce quando si esce da un laboratorio. In questo caso, la relazione non è risultata significativa, probabilmente perché alcuni partecipanti si sono astenuti dall’eseguire il comportamento di risparmio energetico perché non si sono sentiti autorizzati ad interagire con l'attrezzatura del laboratorio. Quindi, nel terzo esperimento abbiamo creato questa "autorizzazione" chiedendo ai partecipanti di accendere alcuni apparecchi posti all’interno del laboratorio all'inizio della sessione sperimentale. Attraverso un paradigma di doppio compito abbiamo esaminato il ruolo del carico dell’centrale esecutivo nella produzione di comportamenti di risparmio energetico. I risultati mostrano che un’interferenza con il sistema esecutivo centrale (i.e., la generazione di numeri casuali) diminuisce la produzione dei comportamenti di risparmio energetico non collegati con un evidente stimolo ambientale. Il feedback viene spesso utilizzato negli studi psicologici mirati a ridurre il consumo energetico. Il feedback agisce come auto-insegnamento poiché permette agli utenti di imparare dalla loro esperienza e dalle conseguenze dei loro comportamenti energetici. Precedenti ricerche hanno mostrato che il feedback è più efficace quando è immediato, trasmette poche informazioni, ed è relativo ad un obiettivo dell’utente. Nel progetto BeAware abbiamo sviluppato un'applicazione (i.e., EnergyLife) per aiutare gli utenti a ridurre i loro consumi attraverso un sistema di feedback mobile basato sul cellulare. EnergyLife include un livello comunitario per offrire un clima di concorrenza cooperativa ed un obiettivo sociale per massimizzare l'effetto del feedback. Il feedback fornito da EnergyLife era in tempo reale. Inoltre, agli utenti sono venivano inviati dei messaggi persuasivi (sia generici che smart/ context-aware). L'efficacia dell’applicazione EnergyLife è stata valutata attraverso uno studio che ha coinvolto 5 famiglie e 14 utenti. L'analisi sui trend del consumo di energia ha mostrato una significativa riduzione dei consumi per tutte le famiglie. Nel complesso, le famiglie mostrano una significativa riduzione progressiva dei consumi rispetto all’anno precedente. Inoltre, quando un utente riceve uno smart advice (un messaggio customizzato sul suo comportamento) il consumo dell'apparecchio menzionato diminuisce. Nel complesso, i risultati suggeriscono che la nostra comprensione dei comportamenti di risparmio energetico potrebbe essere migliorata considerando l'influenza dei meccanismi cognitivi alla base della loro esecuzione. Un'applicazione progettata secondo i principi sopra menzionati sembra essere efficace nella riduzione del consumo energeticoFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/86404
URN:NBN:IT:UNIPD-86404