Il modello ideale a cui aspiravano i comunisti albanesi era quello suggerito dalla dottrina marxista: un mondo dove gli Stati non servirebbero più perché tra i popoli regnerebbe l’eterna fratellanza universale. Questo modello era realizzabile solo dopo aver eliminato prima il sistema capitalistico e abolito la religione. Essendo il cristianesimo la forma più organizzata di religione il raggiungimento della società comunista implicava la necessità di abolire il cristianesimo. Il regime comunista albanese adottò una strategia articolata in diverse tappe e su diversi piani messa in atto dalla sua istaurazione nel 1944 mirante all’eliminazione della religione. Parallelamente alla politica interna nei confronti della religione si sviluppò una politca estera agressiva contro il Vaticano considerato una potenza anticomunista e reazionaria molto pericolosa per la struttura organizzativa dello Stato albanese. Questo lavoro ha come obiettivo principale la costruzione storica delle relazioni tra l’Albania e la Santa Sede nell’ottica del regime comunista e capire se e in quale modo queste relazioni hanno inciso nel particolare accanimento verso la religione cattolica nell’unico paese al mondo autoproclamato ateo. L’indagine fa luce anche sul periodo anteriore al 1944 -1990, oggetto dell’analisi, in quanto buona parte delle contestazioni al clero cattolico riguardavano la sua attività precedente all’arrivo al potere dei comunisti e la sua collusione con gli occupanti fascisti e nazisti.
I rapporti fra il regime comunista albanese e la Santa Sede e la loro influenza sulla politica interna verso la chiesa cattolica
TITINI, EDLIRA
2017
Abstract
Il modello ideale a cui aspiravano i comunisti albanesi era quello suggerito dalla dottrina marxista: un mondo dove gli Stati non servirebbero più perché tra i popoli regnerebbe l’eterna fratellanza universale. Questo modello era realizzabile solo dopo aver eliminato prima il sistema capitalistico e abolito la religione. Essendo il cristianesimo la forma più organizzata di religione il raggiungimento della società comunista implicava la necessità di abolire il cristianesimo. Il regime comunista albanese adottò una strategia articolata in diverse tappe e su diversi piani messa in atto dalla sua istaurazione nel 1944 mirante all’eliminazione della religione. Parallelamente alla politica interna nei confronti della religione si sviluppò una politca estera agressiva contro il Vaticano considerato una potenza anticomunista e reazionaria molto pericolosa per la struttura organizzativa dello Stato albanese. Questo lavoro ha come obiettivo principale la costruzione storica delle relazioni tra l’Albania e la Santa Sede nell’ottica del regime comunista e capire se e in quale modo queste relazioni hanno inciso nel particolare accanimento verso la religione cattolica nell’unico paese al mondo autoproclamato ateo. L’indagine fa luce anche sul periodo anteriore al 1944 -1990, oggetto dell’analisi, in quanto buona parte delle contestazioni al clero cattolico riguardavano la sua attività precedente all’arrivo al potere dei comunisti e la sua collusione con gli occupanti fascisti e nazisti.File | Dimensione | Formato | |
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Tesi dottorato Titini
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/98231
URN:NBN:IT:UNIROMA1-98231