La ricerca ha lo scopo di analizzare l’elusione tributaria da tre prospettive –sostanziale, sanzionatoria e processuale – prendendo spunto dal continuo dialogo tra i giudici nazionali e le corti europee sul tema. Nella prima parte della tesi, delineati in via di prima approssimazione i confini delle condotte elusive, lo studio è condotto attraverso l’analisi degli strumenti di contrasto di matrice normativa e giurisprudenziale: i secondi, in particolare, sono descritti seguendo l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di Cassazione, la quale, dopo l’iniziale ricorso allo strumento civilistico della nullità del contratto, è giunta alla creazione di un principio generale antielusivo, mutuandolo – impropriamente – dal divieto di abuso del diritto europeo. Nella seconda parte, l’indagine è focalizzata sulla rilevanza dell’elusione tributaria ai fini dell’applicabilità delle sanzioni amministrative e penali. Dopo una breve ricognizione normativa, sono ricostruite le soluzioni individuate dalla dottrina e dalla giurisprudenza. In conclusione, si tenta di risolvere la questione attraverso il suo inquadramento nell’ambito del diritto punitivo. L’obiettivo che si persegue nella terza parte della tesi è quello di verificare se sia configurabile, in capo al giudice tributario, il potere di rilevare ex officio la violazione del principio generale antielusivo di matrice pretoria, nonché, nel caso di stimata rilevabilità ex officio, quali siano le forme di esercizio di tale potere officioso, vale a dire se il giudice tributario debba previamente sottoporre la questione alle parti ovvero se possa definirla senza attivare un contraddittorio specifico.
L’elusione tributaria nel dialogo tra corti europee
CORRADO, LEDA RITA
2015
Abstract
La ricerca ha lo scopo di analizzare l’elusione tributaria da tre prospettive –sostanziale, sanzionatoria e processuale – prendendo spunto dal continuo dialogo tra i giudici nazionali e le corti europee sul tema. Nella prima parte della tesi, delineati in via di prima approssimazione i confini delle condotte elusive, lo studio è condotto attraverso l’analisi degli strumenti di contrasto di matrice normativa e giurisprudenziale: i secondi, in particolare, sono descritti seguendo l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di Cassazione, la quale, dopo l’iniziale ricorso allo strumento civilistico della nullità del contratto, è giunta alla creazione di un principio generale antielusivo, mutuandolo – impropriamente – dal divieto di abuso del diritto europeo. Nella seconda parte, l’indagine è focalizzata sulla rilevanza dell’elusione tributaria ai fini dell’applicabilità delle sanzioni amministrative e penali. Dopo una breve ricognizione normativa, sono ricostruite le soluzioni individuate dalla dottrina e dalla giurisprudenza. In conclusione, si tenta di risolvere la questione attraverso il suo inquadramento nell’ambito del diritto punitivo. L’obiettivo che si persegue nella terza parte della tesi è quello di verificare se sia configurabile, in capo al giudice tributario, il potere di rilevare ex officio la violazione del principio generale antielusivo di matrice pretoria, nonché, nel caso di stimata rilevabilità ex officio, quali siano le forme di esercizio di tale potere officioso, vale a dire se il giudice tributario debba previamente sottoporre la questione alle parti ovvero se possa definirla senza attivare un contraddittorio specifico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/106278
URN:NBN:IT:UNIMIB-106278