La tesi esamina la concezione del tempo nella spiritualità medievale, partendo dall'insegnamento di Odo Casel sul "pensiero misterico", il quale è stato in precedenza esaminato pressoché esclusivamente nell'ambito della storia antica. Il "tempo misterico", proprio della dottrina suddetta, è caratteristico del cristiano e si fonda su di una sintesi della totalità della storia sacra ed assieme il suo trascendimento durante la celebrazione liturgica ed attraverso la stessa. Tale specifica dimensione temporale, comune al cristianesimo antico, prosegue anche nell'era medievale per molti secoli, prima di scomparire. Lo scritto conduce quindi dapprima ad una analisi delle forme di tempo misterico nella spiritualità medievale, presenti sino al secolo XII, poi delle diverse concezioni temporali esistenti nelle varie forme successive di religiosità e misticismo (gioachimismo, dottrina dell'eterno ritorno, negazione del tempo nella spiritualità speculativa, dottrina temporale nella religiosità devozionale), posteriori alla scomparsa del pensiero misterico e della sua peculiare dottrina della temporalità. L’obiettivo della presente ricerca consiste nell’esaminare la concezione, sensibilità ed organizzazione del tempo nel Medioevo, fondamentalmente nell’ambito specifico della spiritualità cristiana. Tale analisi però è integrata da approfondimenti anche in altri settori d’indagine, dati dalla teologia (specie eucaristica), la filosofia (soprattutto la scolastica d’ispirazione aristotelica), le forme di calcolo, computo e disciplina del tempo nella società medievale (in particolar modo, l’astrologia e l’orologio meccanico). In breve, l’obiettivo che qui si prefigge è quello di considerare il tempo anzitutto e primariamente nell’ambito della spiritualità medievale, ma sotto una prospettiva d’indagine che ha il proprio filo conduttore nella categoria di tempo misterico, sia nella sua presenza, sia nella sua assenza. In altre parole, dapprima si esaminerà la continuità di questa forma di spiritualità dall’Antichità sino al pieno Medioevo, per poi considerare le cause della sua definitiva scomparsa e quindi le molteplici nozioni di tempo presenti nelle varie forme di religiosità medievale posteriori a quella misterica. Facendo ciò, si tenterà, oltre che individuare i tratti originali e distintivi delle elaborazioni della temporalità in esse presenti, di mostrare come esse non siano pienamente comprensibili senza un richiamo alla tradizione misterica. Nell’ambito di questa forma di religiosità si sono sviluppati temi e modelli i quali non scompaiono col venir meno della nozione misterica stessa, bensì continuano ad esistere, ricevendo però un mutamento radicale nell’interpretazione della temporalità. Assieme e congiuntamente, si tenterà di mostrare come le problematiche legate al tempo, alla sua interpretazione ed organizzazione, non siano disgiungibili nella spiritualità medievale dai caratteri fondamentali delle sue varie manifestazioni, ovvero di provare un certo grado d’interdipendenza fra una data nozione della temporalità ed uno specifico modello di religiosità. Le diverse fenomenologie medievali di spiritualità risultano in certa misura essere dei sistemi organici, cosicché una specifica concezione del tempo interagisce con le altre componenti d’una certa “mistica” e ne condiziona i caratteri. Evitando di cadere in categorie rigide, è legittimo ipotizzare che ognuna delle principali correnti della religiosità medievale qui individuata corrisponda una sua peculiare nozione del tempo. La presente tesi si svolgerà quindi nell’esame delle concezioni temporali nella spiritualità del Medioevo, secondo due piani d’indagine congiunti fra loro. Da una parte, si analizzerà la presenza del tempo misterico in epoca medievale e la dialettica posta fra una continuità delle sue forme e modelli e la discontinuità dell’interpretazione degli stessi, dall’altra si svilupperà una ricerca tesa ad individuare i tratti distintivi della temporalità delle varie categorie di religiosità medievale. In verità, le due prospettive suddette non sono fra loro separabili, tanto che verranno condotte contemporaneamente. E’ possibile ora fornire una rapidissima sintesi per sommi capi della struttura di questa ricerca. Anzitutto s’affronterà la problematica del tempo misterico nel Medioevo, mostrandone la continuità ininterrotta a partire dall’Antichità fino al pieno Medioevo. In seguito, si tratterà della nozione di tempo nella religiosità definibile quale “scolastica”, individuando in essa la causa principale della scomparsa definitiva di un già declinante pensiero misterico, e della sua sostituzione con diverse forme di percezione del tempo. Bisogna precisare come il rapporto fra la spiritualità misterica e quella scolastica sia paragonabile, mutatis mutandis, a quella tra teologia monastica e teologia scolastica, tanto che in una certa misura ne ricalca l’appartenenza sociale e le differenze intellettuali. Queste due correnti non sono distinte tanto per collocazione temporale, quanto per dottrina ed ambito sociale, risultando almeno per un certo periodo contemporanee fra loro. Il declino del tempo misterico è un fenomeno plurisecolare e dovuto ad una molteplicità di ragioni, non limitatamente ascrivibile ai secoli XII-XIII, tuttavia è proprio il Duecento il periodo in cui esso finisce con lo scomparire, con l’affermarsi di una teologia e di una dottrina eucaristica ben diverse da quelle eredi della patristica antica. L’ipotesi qui sviluppati è quindi quella di un percorso per così dire parallelo fra due differenti forme di religiosità, distinti anche nel loro atteggiamento sul tempo, di cui una però, quella misterica, giunge a conclusione con la mistica cistercense, l’altra invece, quella scolastica, contribuisce a porre le fondamenta delle successive correnti medievali di spiritualità, almeno per quanto concerne la dimensione temporale. Un ruolo verosimilmente decisivo in tale cambiamento deve essere rintracciato nella teologia eucaristica ovvero nella dottrina del culto. Il legame fra pensiero misterico e “liturgia” fa sì che tale forma di spiritualità sia inscindibile dall’aspetto sacramentale, cosicché una trasformazione nell’interpretazione e nella prassi cultuali inevitabilmente si ripercuote anche sull’esperienza religiosa vissuta e la sua formulazione intellettuale. Dopo i primi due capitoli, destinati rispettivamente all’esame del tempo misterico ed alle cause della sua scomparsa, ciascuno dei successivi quattro sarà riservato all’analisi della riflessione e pratica del tempo all’interno d’una data fenomenologia o corrente di spiritualità o pensiero religioso del pieno Medioevo, in epoca posteriore alla scomparsa della concezione misterica. In questo modo si presenteranno indagini sulla religiosità gioachimita, sulla mistica speculativa, la mistica devozionale, e la Weltanschauung deterministica d’impronta cosiddetta “averroista” ampiamente diffusa sotto varie forme nel Basso Medioevo. Ad ognuno dei capitoli si trova associata un’idea tematica centrale e qualificante. Per il capitolo IV, essa è l’interpretazione del gioachimismo quale storicizzazione del tempo misterico, di cui conserva il particolare rapporto col culto, ma appunto modificandone in modo radicale la nozione del tempo. Il capitolo VI propone quale suo nucleo costitutivo la negazione del tempo quale tipica della mistica dell’essenza ed organica alla teologia negativa d’ispirazione neo-platonica. Il capitolo VII suggerisce che la religiosità devozionale sviluppi nella propria meditazione una percezione temporale che conserva schemi e forme originari di quella misterica, però riducendo ciò che in quest’ultima era manifestazione a semplice rappresentazione immaginativa ed affettiva, il che contribuisce a determinare un modello ben diverso di spiritualità. Il capitolo VII è incentrato attorno all’ipotesi che la cultura greco-araba, in particolare la sua cosmologia tendenzialmente deterministica, conducano al riemergere in epoca medievale di credenze temporali d’ordine ciclico, da cui la stessa invenzione dell’orologio meccanico sarebbe almeno in parte debitrice. Infine, a conclusione della tesi, nel capitolo VIII si riassumeranno i contenuti salienti di quanto rilevato nell’indagine e si proporranno alcune ipotesi interpretative.
IL TEMPO NELLA SPIRITUALITA’ MEDIEVALE. L’ECLISSI DELLA CONCEZIONE MISTERICA E LE SUE VARIE FENOMENOLOGIE
2008
Abstract
La tesi esamina la concezione del tempo nella spiritualità medievale, partendo dall'insegnamento di Odo Casel sul "pensiero misterico", il quale è stato in precedenza esaminato pressoché esclusivamente nell'ambito della storia antica. Il "tempo misterico", proprio della dottrina suddetta, è caratteristico del cristiano e si fonda su di una sintesi della totalità della storia sacra ed assieme il suo trascendimento durante la celebrazione liturgica ed attraverso la stessa. Tale specifica dimensione temporale, comune al cristianesimo antico, prosegue anche nell'era medievale per molti secoli, prima di scomparire. Lo scritto conduce quindi dapprima ad una analisi delle forme di tempo misterico nella spiritualità medievale, presenti sino al secolo XII, poi delle diverse concezioni temporali esistenti nelle varie forme successive di religiosità e misticismo (gioachimismo, dottrina dell'eterno ritorno, negazione del tempo nella spiritualità speculativa, dottrina temporale nella religiosità devozionale), posteriori alla scomparsa del pensiero misterico e della sua peculiare dottrina della temporalità. L’obiettivo della presente ricerca consiste nell’esaminare la concezione, sensibilità ed organizzazione del tempo nel Medioevo, fondamentalmente nell’ambito specifico della spiritualità cristiana. Tale analisi però è integrata da approfondimenti anche in altri settori d’indagine, dati dalla teologia (specie eucaristica), la filosofia (soprattutto la scolastica d’ispirazione aristotelica), le forme di calcolo, computo e disciplina del tempo nella società medievale (in particolar modo, l’astrologia e l’orologio meccanico). In breve, l’obiettivo che qui si prefigge è quello di considerare il tempo anzitutto e primariamente nell’ambito della spiritualità medievale, ma sotto una prospettiva d’indagine che ha il proprio filo conduttore nella categoria di tempo misterico, sia nella sua presenza, sia nella sua assenza. In altre parole, dapprima si esaminerà la continuità di questa forma di spiritualità dall’Antichità sino al pieno Medioevo, per poi considerare le cause della sua definitiva scomparsa e quindi le molteplici nozioni di tempo presenti nelle varie forme di religiosità medievale posteriori a quella misterica. Facendo ciò, si tenterà, oltre che individuare i tratti originali e distintivi delle elaborazioni della temporalità in esse presenti, di mostrare come esse non siano pienamente comprensibili senza un richiamo alla tradizione misterica. Nell’ambito di questa forma di religiosità si sono sviluppati temi e modelli i quali non scompaiono col venir meno della nozione misterica stessa, bensì continuano ad esistere, ricevendo però un mutamento radicale nell’interpretazione della temporalità. Assieme e congiuntamente, si tenterà di mostrare come le problematiche legate al tempo, alla sua interpretazione ed organizzazione, non siano disgiungibili nella spiritualità medievale dai caratteri fondamentali delle sue varie manifestazioni, ovvero di provare un certo grado d’interdipendenza fra una data nozione della temporalità ed uno specifico modello di religiosità. Le diverse fenomenologie medievali di spiritualità risultano in certa misura essere dei sistemi organici, cosicché una specifica concezione del tempo interagisce con le altre componenti d’una certa “mistica” e ne condiziona i caratteri. Evitando di cadere in categorie rigide, è legittimo ipotizzare che ognuna delle principali correnti della religiosità medievale qui individuata corrisponda una sua peculiare nozione del tempo. La presente tesi si svolgerà quindi nell’esame delle concezioni temporali nella spiritualità del Medioevo, secondo due piani d’indagine congiunti fra loro. Da una parte, si analizzerà la presenza del tempo misterico in epoca medievale e la dialettica posta fra una continuità delle sue forme e modelli e la discontinuità dell’interpretazione degli stessi, dall’altra si svilupperà una ricerca tesa ad individuare i tratti distintivi della temporalità delle varie categorie di religiosità medievale. In verità, le due prospettive suddette non sono fra loro separabili, tanto che verranno condotte contemporaneamente. E’ possibile ora fornire una rapidissima sintesi per sommi capi della struttura di questa ricerca. Anzitutto s’affronterà la problematica del tempo misterico nel Medioevo, mostrandone la continuità ininterrotta a partire dall’Antichità fino al pieno Medioevo. In seguito, si tratterà della nozione di tempo nella religiosità definibile quale “scolastica”, individuando in essa la causa principale della scomparsa definitiva di un già declinante pensiero misterico, e della sua sostituzione con diverse forme di percezione del tempo. Bisogna precisare come il rapporto fra la spiritualità misterica e quella scolastica sia paragonabile, mutatis mutandis, a quella tra teologia monastica e teologia scolastica, tanto che in una certa misura ne ricalca l’appartenenza sociale e le differenze intellettuali. Queste due correnti non sono distinte tanto per collocazione temporale, quanto per dottrina ed ambito sociale, risultando almeno per un certo periodo contemporanee fra loro. Il declino del tempo misterico è un fenomeno plurisecolare e dovuto ad una molteplicità di ragioni, non limitatamente ascrivibile ai secoli XII-XIII, tuttavia è proprio il Duecento il periodo in cui esso finisce con lo scomparire, con l’affermarsi di una teologia e di una dottrina eucaristica ben diverse da quelle eredi della patristica antica. L’ipotesi qui sviluppati è quindi quella di un percorso per così dire parallelo fra due differenti forme di religiosità, distinti anche nel loro atteggiamento sul tempo, di cui una però, quella misterica, giunge a conclusione con la mistica cistercense, l’altra invece, quella scolastica, contribuisce a porre le fondamenta delle successive correnti medievali di spiritualità, almeno per quanto concerne la dimensione temporale. Un ruolo verosimilmente decisivo in tale cambiamento deve essere rintracciato nella teologia eucaristica ovvero nella dottrina del culto. Il legame fra pensiero misterico e “liturgia” fa sì che tale forma di spiritualità sia inscindibile dall’aspetto sacramentale, cosicché una trasformazione nell’interpretazione e nella prassi cultuali inevitabilmente si ripercuote anche sull’esperienza religiosa vissuta e la sua formulazione intellettuale. Dopo i primi due capitoli, destinati rispettivamente all’esame del tempo misterico ed alle cause della sua scomparsa, ciascuno dei successivi quattro sarà riservato all’analisi della riflessione e pratica del tempo all’interno d’una data fenomenologia o corrente di spiritualità o pensiero religioso del pieno Medioevo, in epoca posteriore alla scomparsa della concezione misterica. In questo modo si presenteranno indagini sulla religiosità gioachimita, sulla mistica speculativa, la mistica devozionale, e la Weltanschauung deterministica d’impronta cosiddetta “averroista” ampiamente diffusa sotto varie forme nel Basso Medioevo. Ad ognuno dei capitoli si trova associata un’idea tematica centrale e qualificante. Per il capitolo IV, essa è l’interpretazione del gioachimismo quale storicizzazione del tempo misterico, di cui conserva il particolare rapporto col culto, ma appunto modificandone in modo radicale la nozione del tempo. Il capitolo VI propone quale suo nucleo costitutivo la negazione del tempo quale tipica della mistica dell’essenza ed organica alla teologia negativa d’ispirazione neo-platonica. Il capitolo VII suggerisce che la religiosità devozionale sviluppi nella propria meditazione una percezione temporale che conserva schemi e forme originari di quella misterica, però riducendo ciò che in quest’ultima era manifestazione a semplice rappresentazione immaginativa ed affettiva, il che contribuisce a determinare un modello ben diverso di spiritualità. Il capitolo VII è incentrato attorno all’ipotesi che la cultura greco-araba, in particolare la sua cosmologia tendenzialmente deterministica, conducano al riemergere in epoca medievale di credenze temporali d’ordine ciclico, da cui la stessa invenzione dell’orologio meccanico sarebbe almeno in parte debitrice. Infine, a conclusione della tesi, nel capitolo VIII si riassumeranno i contenuti salienti di quanto rilevato nell’indagine e si proporranno alcune ipotesi interpretative.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/127618
URN:NBN:IT:UNIPI-127618