La ricerca studia la costruzione dell'immagine della Grande Guerra e la sua rielaborazione, dalla vigilia del conflitto fino agli anni del regime fascista. L'idea di fondo è che le differenti memorie di quell'evento si formino come strumento diretto a rispondere al complessivo mutamento identitario verificatosi in Italia e ancor di più in Toscana di fronte alle grandi fratture storiche rappresentate dalla guerra, prima, e dall'avvento del fascismo, in seguito, nell'intento di costruire una propria collocazione nel presente. Dopo il brusco stacco dato dall'intervento italiano nel mondo della “vigilia”, e l'influsso fondamentale della stessa esperienza bellica, il dopoguerra è segnato dal tentativo di riallacciare i legami con il proprio passato in vista di un rinnovamento politico. Dopo il fervore dell'immediato dopoguerra – l'attivismo socialista e la parabola dell'associazionismo dei reduci – l'avvento ed il progressivo consolidamento del fascismo, cresciuto proprio sull’esaltazione del mito della guerra, impongono a tutti di rivedere e darsi ragione del proprio percorso: ex-combattenti, ex-rivoluzionari, ex-intellettuali interventisti, ex-interventisti democratici, sono in misure diverse chiamati a riconsiderare il proprio passato di fronte a quell'evoluzione. Nella Toscana - più di altri territori - trasformatasi da "rossa" a "nera" ciò che emerge è tuttavia che quel forte e profondo processo di riscrittura di identità e memorie, sia in realtà molto più complesso di quanto appaia dall’esterno, vivendo al tempo stesso di tentativi di riallacciare dei fili di continuità con il proprio passato, di convivenze, di propositi incompiuti, di eredità e luoghi contesi ma anche condivisi.
Attraverso il conflitto. Rielaborazioni, usi e traiettorie della Grande Guerra dalla vigilia al fascismo in Toscana
2009
Abstract
La ricerca studia la costruzione dell'immagine della Grande Guerra e la sua rielaborazione, dalla vigilia del conflitto fino agli anni del regime fascista. L'idea di fondo è che le differenti memorie di quell'evento si formino come strumento diretto a rispondere al complessivo mutamento identitario verificatosi in Italia e ancor di più in Toscana di fronte alle grandi fratture storiche rappresentate dalla guerra, prima, e dall'avvento del fascismo, in seguito, nell'intento di costruire una propria collocazione nel presente. Dopo il brusco stacco dato dall'intervento italiano nel mondo della “vigilia”, e l'influsso fondamentale della stessa esperienza bellica, il dopoguerra è segnato dal tentativo di riallacciare i legami con il proprio passato in vista di un rinnovamento politico. Dopo il fervore dell'immediato dopoguerra – l'attivismo socialista e la parabola dell'associazionismo dei reduci – l'avvento ed il progressivo consolidamento del fascismo, cresciuto proprio sull’esaltazione del mito della guerra, impongono a tutti di rivedere e darsi ragione del proprio percorso: ex-combattenti, ex-rivoluzionari, ex-intellettuali interventisti, ex-interventisti democratici, sono in misure diverse chiamati a riconsiderare il proprio passato di fronte a quell'evoluzione. Nella Toscana - più di altri territori - trasformatasi da "rossa" a "nera" ciò che emerge è tuttavia che quel forte e profondo processo di riscrittura di identità e memorie, sia in realtà molto più complesso di quanto appaia dall’esterno, vivendo al tempo stesso di tentativi di riallacciare dei fili di continuità con il proprio passato, di convivenze, di propositi incompiuti, di eredità e luoghi contesi ma anche condivisi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/127703
URN:NBN:IT:UNIPI-127703