Fra le innumerevoli soluzioni che gli stati tardomedioevali sperimentarono per riorganizzare le proprie finanze, la costituzione nel 1407 a Genova del consorzio dei creditori dello Stato, la Casa di San Giorgio, è certamente fra le più originali e fortunate. Eppure questa non è la sola prospettiva attraverso cui sviluppare un’indagine di tipo istituzionale sulle Compere di San Giorgio. A partire dagli anni ’70 del Quattrocento la Casa, con l’acquisto di Ameglia e Lerici, diede inizio ad una vera e propria strategia territoriale il cui esito, a seguito di successive aggregazioni di altre comunità della Lunigiana, come Sarzana, Castelnuovo Magra, Santo Stefano Magra ecc…, fu la costituzione di un autonomo dominio delle Compere in un territorio politicamente articolato e di snodo per l’intera penisola italiana come il confine orientale della Liguria, ai piedi dei feudi Malaspina e alla frontiera con la repubblica di Firenze. L’indagine su un tema come la dominazione di San Giorgio in Lunigiana nella seconda metà del Quattrocento ha un indubbio valore euristico. Da una parte consente di osservare una forma ‘originale’ di governo del territorio in un confine strategico. Dall’altra, proprio il configurarsi di questa particolare forma di dominio territoriale, duraturo e giurisdizionalmente autonomo rispetto al Comune, offre l’opportunità di introdurre una riflessione sul sistema politico-istituzionale genovese consentendo forse di rileggere sotto un’altra luce la sintesi con la quale Machiavelli nelle Istorie fiorentine rappresentò il caso di Genova quale “esemplo e da filosofi in tante loro imaginate e vedute repubbliche mai non trovato” di uno stato irriducibilmente ‘bicefalo’.

Ai confini della Repubblica. Il dominio di San Giorgio in Lunigiana (1476-1500)

2009

Abstract

Fra le innumerevoli soluzioni che gli stati tardomedioevali sperimentarono per riorganizzare le proprie finanze, la costituzione nel 1407 a Genova del consorzio dei creditori dello Stato, la Casa di San Giorgio, è certamente fra le più originali e fortunate. Eppure questa non è la sola prospettiva attraverso cui sviluppare un’indagine di tipo istituzionale sulle Compere di San Giorgio. A partire dagli anni ’70 del Quattrocento la Casa, con l’acquisto di Ameglia e Lerici, diede inizio ad una vera e propria strategia territoriale il cui esito, a seguito di successive aggregazioni di altre comunità della Lunigiana, come Sarzana, Castelnuovo Magra, Santo Stefano Magra ecc…, fu la costituzione di un autonomo dominio delle Compere in un territorio politicamente articolato e di snodo per l’intera penisola italiana come il confine orientale della Liguria, ai piedi dei feudi Malaspina e alla frontiera con la repubblica di Firenze. L’indagine su un tema come la dominazione di San Giorgio in Lunigiana nella seconda metà del Quattrocento ha un indubbio valore euristico. Da una parte consente di osservare una forma ‘originale’ di governo del territorio in un confine strategico. Dall’altra, proprio il configurarsi di questa particolare forma di dominio territoriale, duraturo e giurisdizionalmente autonomo rispetto al Comune, offre l’opportunità di introdurre una riflessione sul sistema politico-istituzionale genovese consentendo forse di rileggere sotto un’altra luce la sintesi con la quale Machiavelli nelle Istorie fiorentine rappresentò il caso di Genova quale “esemplo e da filosofi in tante loro imaginate e vedute repubbliche mai non trovato” di uno stato irriducibilmente ‘bicefalo’.
19-nov-2009
Italiano
Pacini, Arturo
Università degli Studi di Pisa
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