In questo lavoro abbiamo studiato le capacità attentive di individui con diversa suscettibilità all’ipnosi allo scopo di evidenziare possibili differenze legate al tratto ipnotico. La suscettibilità ipnotica fa riferimento ad un tratto individuale, presente all’incirca nel 10-15% degli individui sani, che li rende capaci di accettare suggestioni modificando, conseguentemente, le loro esperienze coscienti. Recentemente, nell’ambito dell’ipnosi sperimentale il concetto che l’ipnotizzabilità sia strettamente legata a particolari caratteristiche attentive dei soggetti è ormai largamente condiviso. Tuttavia, è ancora dibattuto se, durante la veglia, il sistema attentivo dei soggetti altamente suscettibili all’ipnosi (highs, H) sia effettivamente più efficiente rispetto a quello dei soggetti non suscettibili (lows, L). La prima parte di questa tesi ha cercato di studiare l’esistenza di una relazione tra suscettibilità ipnotica e funzioni attentive, concentrandosi sugli effetti della manipolazione dell’attenzione durante test di attenzione visiva effettuati su individui svegli con diversi livelli di ipnotizzabilità. Nel primo esperimento è stato studiata la possibile relazione tra ipnotizzabilità e attenzione spaziale mediante l’Attention Network Test (ANT). Nel secondo esperimento abbiamo studiato gli effetti della manipolazione dell’attenzione sulla memoria implicita di highs e lows. Nel terzo abbiamo cercato di analizzare le dinamiche temporali dell’attenzione visiva in highs e lows utilizzando l’Attentional Blink (AB) test. I risultati sui tre test mostravano un andamento comune con tempi di reazione più brevi per gli highs rispetto ai lows e una capacità di utilizzare le risorse attentive in ambito visivo che risentiva meno delle limitazioni temporali. Questi dati vengono discussi in termini di una possibile interazione tra regioni frontali e locus coeruleus. Questi risultati suggeriscono che le differenze legate all’ipnotizzabilità possono interessare anche le dinamiche del processamento attentivo. Per quanto riguarda l’ultima parte della tesi presentiamo i risultati iniziali di uno studio psicofisiologico, mirato ad indagare le possibili differenze tra highs e lows a partire dalle fasi più precoci dell’elaborazione degli stimoli uditivi, mediante l’impiego di test con tempi di reazione e la registrazione degli ERP. Nonostante i risultati preliminari, i dati risultavano diversi rispetto a quelli ottenuti nel dominio visivo. L’analisi effettuata sulla latenza e l’ampiezza dei picchi delle componenti prese in considerazione (P100, N170, P200 e N400) ha indicato che durante la fase precoce del processamento delle parole highs e lows presentavano differenze sia nella latenza che nell’ampiezza delle varie componenti nonchè una diversa distribuzione emisferica.

Hypnotic trait and attentional functions: a psychophysiological study

2007

Abstract

In questo lavoro abbiamo studiato le capacità attentive di individui con diversa suscettibilità all’ipnosi allo scopo di evidenziare possibili differenze legate al tratto ipnotico. La suscettibilità ipnotica fa riferimento ad un tratto individuale, presente all’incirca nel 10-15% degli individui sani, che li rende capaci di accettare suggestioni modificando, conseguentemente, le loro esperienze coscienti. Recentemente, nell’ambito dell’ipnosi sperimentale il concetto che l’ipnotizzabilità sia strettamente legata a particolari caratteristiche attentive dei soggetti è ormai largamente condiviso. Tuttavia, è ancora dibattuto se, durante la veglia, il sistema attentivo dei soggetti altamente suscettibili all’ipnosi (highs, H) sia effettivamente più efficiente rispetto a quello dei soggetti non suscettibili (lows, L). La prima parte di questa tesi ha cercato di studiare l’esistenza di una relazione tra suscettibilità ipnotica e funzioni attentive, concentrandosi sugli effetti della manipolazione dell’attenzione durante test di attenzione visiva effettuati su individui svegli con diversi livelli di ipnotizzabilità. Nel primo esperimento è stato studiata la possibile relazione tra ipnotizzabilità e attenzione spaziale mediante l’Attention Network Test (ANT). Nel secondo esperimento abbiamo studiato gli effetti della manipolazione dell’attenzione sulla memoria implicita di highs e lows. Nel terzo abbiamo cercato di analizzare le dinamiche temporali dell’attenzione visiva in highs e lows utilizzando l’Attentional Blink (AB) test. I risultati sui tre test mostravano un andamento comune con tempi di reazione più brevi per gli highs rispetto ai lows e una capacità di utilizzare le risorse attentive in ambito visivo che risentiva meno delle limitazioni temporali. Questi dati vengono discussi in termini di una possibile interazione tra regioni frontali e locus coeruleus. Questi risultati suggeriscono che le differenze legate all’ipnotizzabilità possono interessare anche le dinamiche del processamento attentivo. Per quanto riguarda l’ultima parte della tesi presentiamo i risultati iniziali di uno studio psicofisiologico, mirato ad indagare le possibili differenze tra highs e lows a partire dalle fasi più precoci dell’elaborazione degli stimoli uditivi, mediante l’impiego di test con tempi di reazione e la registrazione degli ERP. Nonostante i risultati preliminari, i dati risultavano diversi rispetto a quelli ottenuti nel dominio visivo. L’analisi effettuata sulla latenza e l’ampiezza dei picchi delle componenti prese in considerazione (P100, N170, P200 e N400) ha indicato che durante la fase precoce del processamento delle parole highs e lows presentavano differenze sia nella latenza che nell’ampiezza delle varie componenti nonchè una diversa distribuzione emisferica.
6-set-2007
Italiano
Sebastiani, Laura
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/128906
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-128906