Il parametro che maggiormente influenza la qualità della visione ed il tempo di recupero funzionale nei pazienti sottoposti a trapianto di cornea è a tutt’oggi l`astigmatismo postoperatorio. Da ciò deriva l`importanza di riuscire a prevedere in modo attendibile le modificazioni della curvatura corneale indotte dalle varie manovre chirurgiche e di verificare l`eventuale corrispondenza tra misure intraoperatorie e risultato finale. La difficoltà di ottenere, in sede intraoperatoria, misure cheratometriche attendibili senza disagio per il chirurgo e senza rallentare i tempi chirurgici è responsabile del fatto che mancano nella letteratura recente studi quantitativi relativi alle modificazioni dell’architettura corneale nel corso dell’intervento chirurgico. Grazie alla collaborazione tra C.N.R. e la Sezione di Oftalmologia del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pisa e’ stato realizzato e testato un prototipo di cheratometro intraoperatorio di Troutman che consente di monitorare le variazioni di astigmatismo corneale in tempo reale nel corso dell’intervento con riferimento sia al ΔK sia all’asse, rispondendo a criteri di precisione e affidabilità, unitamente a requisiti di semplicità e da automatismo operativo. Il cheratometro di Troutman è costituito da un supporto metallico a forma di anello, che si può fissare meccanicamente attorno all’ottica del microscopio operatorio, che contiene 12 sorgenti luminose puntiformi disposte ad intervalli regolari di 30° lungo la superficie inferiore dell’anello su una circonferenza di 78 mm di diametro con centro sull’asse ottico del microscopio. Mediante la telecamera, che ottiene le immagini dall’ottica del microscopio operatorio coassialmente al cheratometro, è possibile ottenere le immagini digitalizzate di riflessione delle mire del cheratometro dalla superficie corneale ed elaborare i dati cheratometrici dopo averli acquisiti mediante una scheda di acquisizione collegata al sistema di elaborazione. Dopo aver sviluppato il software per il funzionamento dello strumento, ed aver testato l’attendibilità delle misurazioni con lo strumento in esame su sfere precalibrate, è stato approfondito lo studio dell’attendibilità dei risultati cheratometrici su 100 volontari sani confrontando i risultati ottenuti con strumenti (cheratometro di Javal e topografo corneale) che costituiscono il gold-standard per le misurazioni dei parametri corneali. La differenza media tra i valori di astigmatismo ottenuti con il cheratometro intraoperatorio e l’oftalmometro di Javal è stato di 0,35 diottrie (range 0,00 – 0,95 diottrie, deviazione standard + 0,21 diottrie); quella tra i valori di astigmatismo ottenuti con il cheratometro intraoperatorio e il topografo corneale è stato di 0,33 diottrie (range 0,00 – 1,00 diottrie, deviazione standard + 0,27 diottrie). Considerando che un difetto di 0,25-0,50 diottrie di astigmatismo è clinicamente considerato fisiologico si capisce che tali errori di misurazione risultano essere completamente trascurabili. Verificato il raggiungimento di uno standard di misurazione accettabile si è proceduto con la sperimentazione clinica cominciando ad analizzare intraoperatoriamente dei soggetti sottoposti precedentemente a trapianto di cornea che necessitavano di una regolazione della sutura corneale continua per la presenza di un astigmatismo elevato. Sono stati esaminati 50 alla distanza media di 1 mese dall’intervento di trapianto (range 20-45 giorni). L’astigmatismo medio pre-regolazione era di 7.01 diottrie (range 5.00-9,25 diottrie) che poteva essere associato anche a difetti di tipo sferico come miopia ed ipermetropia; due giorni dopo la regolazione della tensione della sutura l’astigmatismo medio risultava essere diminuito fino ad una media di 1,125 diottrie (range 0,50-2.00 diottrie), tale astigmatismo a mostrato la tendenza a crescere lievemente nei giorni seguenti, per attestarsi a distanza di 28 giorni dall’intervento a 1.14 diottrie, fatto probabilmente dovuto ad una naturale ridistribuzione delle tensioni della cicatrice tra il lembo trapiantato ed il letto ricevente, ma si è sempre mantenuto su valori nettamente inferiori alle misurazioni iniziali pre-regolazione.Si può dunque affermare che l’impiego del cheratometro di Troutman in sede intraoperatoria consente di ottenere misure cheratometriche predittive del risultato postoperatorio a 28 giorni dando un valido sostegno alle manovre chirurgiche atte a ridurre l’astigmatismo corneale in soggetti sottoposti a trapianto di cornea.
Cheratometria computerizzata intraoperatoria nei trapianti di cornea
2007
Abstract
Il parametro che maggiormente influenza la qualità della visione ed il tempo di recupero funzionale nei pazienti sottoposti a trapianto di cornea è a tutt’oggi l`astigmatismo postoperatorio. Da ciò deriva l`importanza di riuscire a prevedere in modo attendibile le modificazioni della curvatura corneale indotte dalle varie manovre chirurgiche e di verificare l`eventuale corrispondenza tra misure intraoperatorie e risultato finale. La difficoltà di ottenere, in sede intraoperatoria, misure cheratometriche attendibili senza disagio per il chirurgo e senza rallentare i tempi chirurgici è responsabile del fatto che mancano nella letteratura recente studi quantitativi relativi alle modificazioni dell’architettura corneale nel corso dell’intervento chirurgico. Grazie alla collaborazione tra C.N.R. e la Sezione di Oftalmologia del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pisa e’ stato realizzato e testato un prototipo di cheratometro intraoperatorio di Troutman che consente di monitorare le variazioni di astigmatismo corneale in tempo reale nel corso dell’intervento con riferimento sia al ΔK sia all’asse, rispondendo a criteri di precisione e affidabilità, unitamente a requisiti di semplicità e da automatismo operativo. Il cheratometro di Troutman è costituito da un supporto metallico a forma di anello, che si può fissare meccanicamente attorno all’ottica del microscopio operatorio, che contiene 12 sorgenti luminose puntiformi disposte ad intervalli regolari di 30° lungo la superficie inferiore dell’anello su una circonferenza di 78 mm di diametro con centro sull’asse ottico del microscopio. Mediante la telecamera, che ottiene le immagini dall’ottica del microscopio operatorio coassialmente al cheratometro, è possibile ottenere le immagini digitalizzate di riflessione delle mire del cheratometro dalla superficie corneale ed elaborare i dati cheratometrici dopo averli acquisiti mediante una scheda di acquisizione collegata al sistema di elaborazione. Dopo aver sviluppato il software per il funzionamento dello strumento, ed aver testato l’attendibilità delle misurazioni con lo strumento in esame su sfere precalibrate, è stato approfondito lo studio dell’attendibilità dei risultati cheratometrici su 100 volontari sani confrontando i risultati ottenuti con strumenti (cheratometro di Javal e topografo corneale) che costituiscono il gold-standard per le misurazioni dei parametri corneali. La differenza media tra i valori di astigmatismo ottenuti con il cheratometro intraoperatorio e l’oftalmometro di Javal è stato di 0,35 diottrie (range 0,00 – 0,95 diottrie, deviazione standard + 0,21 diottrie); quella tra i valori di astigmatismo ottenuti con il cheratometro intraoperatorio e il topografo corneale è stato di 0,33 diottrie (range 0,00 – 1,00 diottrie, deviazione standard + 0,27 diottrie). Considerando che un difetto di 0,25-0,50 diottrie di astigmatismo è clinicamente considerato fisiologico si capisce che tali errori di misurazione risultano essere completamente trascurabili. Verificato il raggiungimento di uno standard di misurazione accettabile si è proceduto con la sperimentazione clinica cominciando ad analizzare intraoperatoriamente dei soggetti sottoposti precedentemente a trapianto di cornea che necessitavano di una regolazione della sutura corneale continua per la presenza di un astigmatismo elevato. Sono stati esaminati 50 alla distanza media di 1 mese dall’intervento di trapianto (range 20-45 giorni). L’astigmatismo medio pre-regolazione era di 7.01 diottrie (range 5.00-9,25 diottrie) che poteva essere associato anche a difetti di tipo sferico come miopia ed ipermetropia; due giorni dopo la regolazione della tensione della sutura l’astigmatismo medio risultava essere diminuito fino ad una media di 1,125 diottrie (range 0,50-2.00 diottrie), tale astigmatismo a mostrato la tendenza a crescere lievemente nei giorni seguenti, per attestarsi a distanza di 28 giorni dall’intervento a 1.14 diottrie, fatto probabilmente dovuto ad una naturale ridistribuzione delle tensioni della cicatrice tra il lembo trapiantato ed il letto ricevente, ma si è sempre mantenuto su valori nettamente inferiori alle misurazioni iniziali pre-regolazione.Si può dunque affermare che l’impiego del cheratometro di Troutman in sede intraoperatoria consente di ottenere misure cheratometriche predittive del risultato postoperatorio a 28 giorni dando un valido sostegno alle manovre chirurgiche atte a ridurre l’astigmatismo corneale in soggetti sottoposti a trapianto di cornea.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cheratometria_computerizzata_intraoperatoria_nei_trapianti.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
298.46 kB
Formato
Adobe PDF
|
298.46 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/129320
URN:NBN:IT:UNIPI-129320