Il brain derived neurotrophic factor (BDNF) fa parte della famiglia delle neurotrofine a cui appartengono anche il fattore di crescita neuronale (GNF), la neurotrofina-3 (NT-3) e la neurotrofina-4/5 (NT 4-5). E’ una proteina omodimerica di 25 KDa abbondantemente presente nel sistema nervoso centrale e periferico, soprattutto al livello dell’ipotalamo, dell’ippocampo, della corteccia cerebrale (in particolare nel lobo temporale e occipitale, nell’insula e nella corteccia sensitiva e motoria) e dell’amigdala. Agisce mediante l'attivazione dei recettori p75NGFR e TrkB, e svolge una vasta gamma di funzioni. Durante lo sviluppo gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza, migrazione, differenziazione fenotipica neuronale nonché nella crescita degli assoni e dei dendriti e nella formazione delle sinapsi. Nella vita adulta la sua funzione principale è quella di regolare la plasticità sinaptica ed è implicato nei processi di apprendimento, nella memoria e nel comportamento. Diversi studi hanno dimostrato un’alterata produzione e secrezione di questa neurotrofina in patologie correlate allo stress e nelle malattie neurodegenerative. Infatti nella sindrome di Alzheimer e in quella di Parkinson sono stati riscontrati ridotti livelli di BDNF; lo stesso dicasi per patologie psichiatriche quali la depressione maggiore, la schizofrenia e i disturbi dell’alimentazione. Sebbene il BDNF sia presente prevalentemente nel sistema nervoso centrale e periferico, è stato riscontrato anche nel siero con concentrazioni dieci volte più alte di quelle plasmatiche, nelle cellule endoteliali e muscolari lisce e nel liquido follicolare. Recentemente si è visto che esiste una stretta correlazione tra livelli di estrogeni e di BDNF: infatti i livelli di neurotrofina seguono l’andamento estrogenico nelle varie fasi del ciclo ovarico e si riducono in menopausa. Anche i glucocorticoidi sembrano coinvolti nella regolazione del BDNF. Inoltre diversi studi hanno indicato variazioni cicliche nell’espressione del rec trkB e nel BDNF durante le 24 h. Recentemente è stato ipotizzato che il BDNF possa essere coinvolto nella regolazione dell’attività del nucleo soprachiasmatico. Il NSC rappresenta l’oscillatore endogeno e il primordiale orologio biologico nei mammiferi. Più specificatamente il NSC è il pacemaker centrale che genera e controlla le oscillazioni circadiane endogene di ormoni come il cortisolo e le gonadotropine. In un precedente studio è stata evidenziata una correlazione tra il BDNF e le variazioni circadiane del cortisolo negli uomini avendo dimostrato un profilo di secrezione del BDNF simile a quello del cortisolo. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare: • se il BDNF nelle donne possiede oppure no un ritmo circadiano • se questo sia correlato con quello del cortisolo. • se lo stato ormonale influenzi le variazioni diurne del BDNF Hanno partecipato allo studio 30 donne afferite all’ ambulatorio ginecologico della nostra clinica che sono state suddivise in 3 gruppi: 1° gruppo (N°10 donne fertili) , 2° gruppo (N°10 donne in terapia con EP) e 3° gruppo (N°10 donne in postmenopausa). Abbiamo valutato i livelli basali di BDNF e cortisolo dopo digiuno notturno in tutti i soggetti ad intervalli regolari di 4 ore (8:00, 12:00, 16:00, 20:00, 24:00). BDNF e estradiolo sono stati campionati durante la fase follicolare e luteale nelle donne fertili ed una volta al mese nelle donne in terapia con EP ed in postmenopausa. I valori plasmatici di BDNF sono stai valutati con metodo ELISA mentre quelli di E2 e di cortisolo, sono stati valutati con metodo RIA. Per quello che riguarda i risultati i livelli di BDNF in fase luteale sono risultati significativamente piu' elevati rispetto a quelli in fase follicolare nelle donne fertili (p<0.001). Nelle donne in terapia con EP, i livelli basali di BDNF erano simili ai livelli di BDNF in fase follicolare, mentre nelle donne in postmenopausa, erano significativamente piu' bassi (p<0.001). Il BDNF ha mostrato un ritmo diurno nelle donne fertili in fase follicolare e nelle donne in terapia con EP, così come in postmenopausa mentre tale ritmo non è presente in fase luteale. L’andamento dei livelli giornalieri del BDNF ricalca il ritmo circadiano del cortisolo con valori significativamente più alti alle 8 del mattino che decrescono in maniera significativa durante il giorno. In conclusione il BDNF subisce delle variazioni diurne nelle donne in modo analogo a quanto osservato per il cortisolo. L'ampiezza della variazione dei livelli plasmatici di BDNF sembra essere influenzata dalla funzione ovarica. Interazioni tra il BDNF, l' asse ipotalamo-ipofisi-surrene e gli steroidi sessuali sembrano giocare un ruolo critico nella biologia dell'omeostasi e dell’adattamento nell’uomo.

VARIAZIONI GIORNALIERE DEI LIVELLI PLASMATICI DEL BDNF E DEL CORTISOLO IN DONNE FERTILI NORMOMESTRUATE, IN DONNE IN TERAPIA CONTRACCETTIVA ORALE ED IN POSTMENOPAUSA

QUIRICI, BARBARA
2009

Abstract

Il brain derived neurotrophic factor (BDNF) fa parte della famiglia delle neurotrofine a cui appartengono anche il fattore di crescita neuronale (GNF), la neurotrofina-3 (NT-3) e la neurotrofina-4/5 (NT 4-5). E’ una proteina omodimerica di 25 KDa abbondantemente presente nel sistema nervoso centrale e periferico, soprattutto al livello dell’ipotalamo, dell’ippocampo, della corteccia cerebrale (in particolare nel lobo temporale e occipitale, nell’insula e nella corteccia sensitiva e motoria) e dell’amigdala. Agisce mediante l'attivazione dei recettori p75NGFR e TrkB, e svolge una vasta gamma di funzioni. Durante lo sviluppo gioca un ruolo fondamentale nella sopravvivenza, migrazione, differenziazione fenotipica neuronale nonché nella crescita degli assoni e dei dendriti e nella formazione delle sinapsi. Nella vita adulta la sua funzione principale è quella di regolare la plasticità sinaptica ed è implicato nei processi di apprendimento, nella memoria e nel comportamento. Diversi studi hanno dimostrato un’alterata produzione e secrezione di questa neurotrofina in patologie correlate allo stress e nelle malattie neurodegenerative. Infatti nella sindrome di Alzheimer e in quella di Parkinson sono stati riscontrati ridotti livelli di BDNF; lo stesso dicasi per patologie psichiatriche quali la depressione maggiore, la schizofrenia e i disturbi dell’alimentazione. Sebbene il BDNF sia presente prevalentemente nel sistema nervoso centrale e periferico, è stato riscontrato anche nel siero con concentrazioni dieci volte più alte di quelle plasmatiche, nelle cellule endoteliali e muscolari lisce e nel liquido follicolare. Recentemente si è visto che esiste una stretta correlazione tra livelli di estrogeni e di BDNF: infatti i livelli di neurotrofina seguono l’andamento estrogenico nelle varie fasi del ciclo ovarico e si riducono in menopausa. Anche i glucocorticoidi sembrano coinvolti nella regolazione del BDNF. Inoltre diversi studi hanno indicato variazioni cicliche nell’espressione del rec trkB e nel BDNF durante le 24 h. Recentemente è stato ipotizzato che il BDNF possa essere coinvolto nella regolazione dell’attività del nucleo soprachiasmatico. Il NSC rappresenta l’oscillatore endogeno e il primordiale orologio biologico nei mammiferi. Più specificatamente il NSC è il pacemaker centrale che genera e controlla le oscillazioni circadiane endogene di ormoni come il cortisolo e le gonadotropine. In un precedente studio è stata evidenziata una correlazione tra il BDNF e le variazioni circadiane del cortisolo negli uomini avendo dimostrato un profilo di secrezione del BDNF simile a quello del cortisolo. Lo scopo del nostro studio è stato quello di valutare: • se il BDNF nelle donne possiede oppure no un ritmo circadiano • se questo sia correlato con quello del cortisolo. • se lo stato ormonale influenzi le variazioni diurne del BDNF Hanno partecipato allo studio 30 donne afferite all’ ambulatorio ginecologico della nostra clinica che sono state suddivise in 3 gruppi: 1° gruppo (N°10 donne fertili) , 2° gruppo (N°10 donne in terapia con EP) e 3° gruppo (N°10 donne in postmenopausa). Abbiamo valutato i livelli basali di BDNF e cortisolo dopo digiuno notturno in tutti i soggetti ad intervalli regolari di 4 ore (8:00, 12:00, 16:00, 20:00, 24:00). BDNF e estradiolo sono stati campionati durante la fase follicolare e luteale nelle donne fertili ed una volta al mese nelle donne in terapia con EP ed in postmenopausa. I valori plasmatici di BDNF sono stai valutati con metodo ELISA mentre quelli di E2 e di cortisolo, sono stati valutati con metodo RIA. Per quello che riguarda i risultati i livelli di BDNF in fase luteale sono risultati significativamente piu' elevati rispetto a quelli in fase follicolare nelle donne fertili (p<0.001). Nelle donne in terapia con EP, i livelli basali di BDNF erano simili ai livelli di BDNF in fase follicolare, mentre nelle donne in postmenopausa, erano significativamente piu' bassi (p<0.001). Il BDNF ha mostrato un ritmo diurno nelle donne fertili in fase follicolare e nelle donne in terapia con EP, così come in postmenopausa mentre tale ritmo non è presente in fase luteale. L’andamento dei livelli giornalieri del BDNF ricalca il ritmo circadiano del cortisolo con valori significativamente più alti alle 8 del mattino che decrescono in maniera significativa durante il giorno. In conclusione il BDNF subisce delle variazioni diurne nelle donne in modo analogo a quanto osservato per il cortisolo. L'ampiezza della variazione dei livelli plasmatici di BDNF sembra essere influenzata dalla funzione ovarica. Interazioni tra il BDNF, l' asse ipotalamo-ipofisi-surrene e gli steroidi sessuali sembrano giocare un ruolo critico nella biologia dell'omeostasi e dell’adattamento nell’uomo.
13-mar-2009
Italiano
età fertile
fattori neurotrofici
menopausa
terapia orale
Genazzani, Andrea R.
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