La tesi procura la prima edizione critica integrale dei Carmina di Francesco Filelfo, allestita su tutti i testimoni manoscritti e a stampa che tramandano l’opera in forma completa, parziale o nella misura di singoli carmi extravaganti. Il testo pubblicato è il risultato della collazione integrale dell’intera tradizione manoscritta e a stampa e del successivo vaglio filologico dei testimoni, con la ricostruzione delle dinamiche redazionali che hanno condotto la raccolta al suo assetto definitivo e, in particolare, l’individuazione di una stratigrafia compositiva complessa, scandita su tre fasi evolutive principali. Questo articolato iter compositivo è descritto nella Nota al testo, che procede da una prima sezione comprendente approfondite descrizioni autoptiche di tutti i testimoni manoscritti e a stampa, a un secondo capitolo dedicato alla ricostruzione delle redazioni d’autore, sempre supportate dalla puntuale disamina della variantistica redazionale nelle diverse fasi, cui i singoli testimoni sono ascritti; per finire con una terza parte dedicata alla classificazione dei testimoni sulla base degli errori-guida della tradizione e alla costituzione delle famiglie all’interno di ciascuna fase redazionale: queste trovano sintetica raffigurazione in uno stemma codicum. Sulla base dello stemma tracciato e dei criteri editoriali esposti, è pubblicato il testo corrispondente all’ultima volontà dell’autore e si dà conto delle fasi redazionali precedenti entro una prima fascia di apparato critico diacronico, di tipo genetico; la seconda fascia di apparato critico, di tipo sincronico, registra invece integralmente gli errori e le varianti della tradizione. Altre due fasce di apparato registrano da un lato le glosse di paternità filelfiana trasmesse da due testimoni della raccolta canonica, intese da Filelfo come supporto esegetico alla lettura delle odi, e dall’altro le fonti linguistico-stilistiche, probabilmente presenti nella memoria poetica di Filelfo, di cui risente la scrittura dei Carmina. L’edizione è inoltre preceduta da un’ampia Introduzione di carattere storico-critico, suddivisa in sei capitoli rispettivamente dedicati alla ‘storia del testo’ e alle dinamiche di costituzione e circolazione della raccolta; a una disamina iconografica del manoscritto di dedica a Francesco Sforza (Par. lat. 8127) e del suo raffinato apparato decorativo, in connessione con quello che caratterizza gli altri codici di dedica delle opere poetiche latine di Filelfo; a un’analisi delle odi di argomento storico, riconnesse ai meccanismi di propaganda politica alla corte sforzesca; a un’approfondita disamina di modelli e fonti sottesi da Filelfo alla scrittura dei Carmina, con specifica attenzione agli influssi dell’Orazio lirico; alla presentazione delle principali tipologie di interventi redazionali d’autore, da quelli macrostrutturali a quelli più minuti e legati all’accurato labor limae svolto da Filelfo sul testo delle odi; a un’analisi tecnica di tutti gli schemi metrici utilizzati nei Carmina, sia negli assetti strofici tradizionali che nelle trame del carme polimetro, ricondotti di volta in volta al modello classico o di età tardoantica cui Filelfo attinge.
Francesco Filelfo, Carminum libri. Edizione critica e introduzione.
2016
Abstract
La tesi procura la prima edizione critica integrale dei Carmina di Francesco Filelfo, allestita su tutti i testimoni manoscritti e a stampa che tramandano l’opera in forma completa, parziale o nella misura di singoli carmi extravaganti. Il testo pubblicato è il risultato della collazione integrale dell’intera tradizione manoscritta e a stampa e del successivo vaglio filologico dei testimoni, con la ricostruzione delle dinamiche redazionali che hanno condotto la raccolta al suo assetto definitivo e, in particolare, l’individuazione di una stratigrafia compositiva complessa, scandita su tre fasi evolutive principali. Questo articolato iter compositivo è descritto nella Nota al testo, che procede da una prima sezione comprendente approfondite descrizioni autoptiche di tutti i testimoni manoscritti e a stampa, a un secondo capitolo dedicato alla ricostruzione delle redazioni d’autore, sempre supportate dalla puntuale disamina della variantistica redazionale nelle diverse fasi, cui i singoli testimoni sono ascritti; per finire con una terza parte dedicata alla classificazione dei testimoni sulla base degli errori-guida della tradizione e alla costituzione delle famiglie all’interno di ciascuna fase redazionale: queste trovano sintetica raffigurazione in uno stemma codicum. Sulla base dello stemma tracciato e dei criteri editoriali esposti, è pubblicato il testo corrispondente all’ultima volontà dell’autore e si dà conto delle fasi redazionali precedenti entro una prima fascia di apparato critico diacronico, di tipo genetico; la seconda fascia di apparato critico, di tipo sincronico, registra invece integralmente gli errori e le varianti della tradizione. Altre due fasce di apparato registrano da un lato le glosse di paternità filelfiana trasmesse da due testimoni della raccolta canonica, intese da Filelfo come supporto esegetico alla lettura delle odi, e dall’altro le fonti linguistico-stilistiche, probabilmente presenti nella memoria poetica di Filelfo, di cui risente la scrittura dei Carmina. L’edizione è inoltre preceduta da un’ampia Introduzione di carattere storico-critico, suddivisa in sei capitoli rispettivamente dedicati alla ‘storia del testo’ e alle dinamiche di costituzione e circolazione della raccolta; a una disamina iconografica del manoscritto di dedica a Francesco Sforza (Par. lat. 8127) e del suo raffinato apparato decorativo, in connessione con quello che caratterizza gli altri codici di dedica delle opere poetiche latine di Filelfo; a un’analisi delle odi di argomento storico, riconnesse ai meccanismi di propaganda politica alla corte sforzesca; a un’approfondita disamina di modelli e fonti sottesi da Filelfo alla scrittura dei Carmina, con specifica attenzione agli influssi dell’Orazio lirico; alla presentazione delle principali tipologie di interventi redazionali d’autore, da quelli macrostrutturali a quelli più minuti e legati all’accurato labor limae svolto da Filelfo sul testo delle odi; a un’analisi tecnica di tutti gli schemi metrici utilizzati nei Carmina, sia negli assetti strofici tradizionali che nelle trame del carme polimetro, ricondotti di volta in volta al modello classico o di età tardoantica cui Filelfo attinge.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/130553
URN:NBN:IT:UNIPI-130553