La tesi traccia, nella sua prima parte, l’evoluzione storica dell’istituto dell’adozione dalla codificazione napoleonica ai più recenti interventi normativi, mettendo in evidenza un uso strumentale dell’istituto da parte del legislatore, teso al perseguimento di scopi assai differenti, in relazione ai mutamenti del modello familiare di riferimento ed in ragione dell’accresciuta tutela riservata al minore inteso quale bambino abbandonato, e quindi privo di un nucleo familiare adeguato a soddisfare i suoi bisogni primari di cura e di promozione della personalità. Particolare attenzione è stata dedicata alla disciplina dell’adozione internazionale che, per la prima volta, con la riforma del 1983, ha ricevuto completa e dettagliata regolamentazione, ed alle diverse problematiche che incontrano i minori stranieri in ragione della loro, almeno iniziale, condizione di bambini migranti. La seconda parte affronta il tema centrale della ricerca, vale a dire il diritto dell’adottato di accedere alle informazioni riservate sulla sua origine biologica e familiare, trattato avendo quale costante punto di riferimento l’art. 28 l. ad., nella sua ultima formulazione, la prassi applicativa, i suggerimenti della dottrina e le indicazioni che provengono dalle scienze sociologiche e psicologiche. La tesi offre una lettura della diposizione che tede a superarne le distonie e le incongruenze che la caratterizzano a causa di una formulazione imprecisa e restia ad abbandonare un certo trend culturale. Il diritto all’informazione viene poi misurato ed analizzato in rapporto al diritto alla identità personale, intesa come diritto alla realizzazione del proprio essere, nel compendio di tutte le parti, presenti e passate, che lo caratterizzano e che lo rendono irripetibile.

L'adottato tra origini biologiche e accoglienza. Famiglia, verità, identità

2012

Abstract

La tesi traccia, nella sua prima parte, l’evoluzione storica dell’istituto dell’adozione dalla codificazione napoleonica ai più recenti interventi normativi, mettendo in evidenza un uso strumentale dell’istituto da parte del legislatore, teso al perseguimento di scopi assai differenti, in relazione ai mutamenti del modello familiare di riferimento ed in ragione dell’accresciuta tutela riservata al minore inteso quale bambino abbandonato, e quindi privo di un nucleo familiare adeguato a soddisfare i suoi bisogni primari di cura e di promozione della personalità. Particolare attenzione è stata dedicata alla disciplina dell’adozione internazionale che, per la prima volta, con la riforma del 1983, ha ricevuto completa e dettagliata regolamentazione, ed alle diverse problematiche che incontrano i minori stranieri in ragione della loro, almeno iniziale, condizione di bambini migranti. La seconda parte affronta il tema centrale della ricerca, vale a dire il diritto dell’adottato di accedere alle informazioni riservate sulla sua origine biologica e familiare, trattato avendo quale costante punto di riferimento l’art. 28 l. ad., nella sua ultima formulazione, la prassi applicativa, i suggerimenti della dottrina e le indicazioni che provengono dalle scienze sociologiche e psicologiche. La tesi offre una lettura della diposizione che tede a superarne le distonie e le incongruenze che la caratterizzano a causa di una formulazione imprecisa e restia ad abbandonare un certo trend culturale. Il diritto all’informazione viene poi misurato ed analizzato in rapporto al diritto alla identità personale, intesa come diritto alla realizzazione del proprio essere, nel compendio di tutte le parti, presenti e passate, che lo caratterizzano e che lo rendono irripetibile.
9-ago-2012
Italiano
Giardina, Francesca
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/132695
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-132695