La prima parte del lavoro pone alcune premesse teoriche utili allo svolgimento dell’intero lavoro. In particolare, la candidata ricostruisce in termini teorici il concetto di responsabilità, differenziandone le varie forme di responsabilità giuridica, politica e morale. Propone, dunque, una propria definizione di responsabilità giuridica posta come premessa allo studio dello specifico tema della responsabilità civile dei magistrati. L’analisi prosegue ricostruendo, in termini storici e avendo riguardo ai principii costituzionali rilevanti per la tematica trattata, il ruolo dell’ordine giudiziario e la specifica conformazione dell’attività giudiziaria, anche alla luce delle diverse teorie dell’interpretazione. Infine, viene trattato, mediante una ricostruzione storico-teoretica, il tema della responsabilità dei magistrati nelle forme della responsabilità politica e della responsabilità disciplinare, rinviando al prosieguo del lavoro la trattazione dello specifico versante della responsabilità civile. Nella seconda parte della tesi viene ricostruita l’evoluzione normativa della responsabilità civile dei magistrati, a partire dalla disciplina contenuta nel codice di procedura civile del 1865 fino alle più recenti modifiche del 2015. La ricostruzione normativa tiene conto dei diversi fattori che storicamente hanno influito sulla disciplina in parola: vengono approfondite, in particolare, la giurisprudenza costituzionale dal 1968 fino alle decisioni più recenti e la giurisprudenza sovranazionale, tanto euro-unitaria quanto convenzionale. Nella terza ed ultima parte della tesi la candidata si concentra, con una trattazione critico-evolutiva, sulle teorie del precedente giurisprudenziale, analizzando tutte le diverse decisioni giurisprudenziali riconducibili, anche problematicamente, alla categoria dei precedenti. Vengono prese in considerazione le decisioni della Corte di cassazione, della Corte costituzionale, della Corte di giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo, mettendone in evidenza le peculiarità e gli elementi in comune. Infine, la candidata si interroga sulla funzione che il regime di responsabilità civile del magistrato può assumere per prevenire le patologie ermeneutiche di cui le decisioni giudiziarie possano essere affette, mediante una valorizzazione del ruolo delle decisioni preliminarmente analizzate, evidenziando alcuni aspetti problematici della disciplina in vigore e proponendo puntuali ed alternative soluzioni. In tale prospettiva, inoltre, viene esposta una preferenza per la funzione di “guida” delle interpretazioni qualificate da valorizzare, secondo la posizione della candidata, al fine di garantire, anche per il tramite della legislazione sulla responsabilità civile dei magistrati, la certezza del diritto e, in un’ottica di più ampia portata, il rafforzamento qualitativo della giurisprudenza interna nel dialogo con le Corti sovranazionali.
Patologie ermeneutiche ai fini della responsabilita civile dei magistrati
2018
Abstract
La prima parte del lavoro pone alcune premesse teoriche utili allo svolgimento dell’intero lavoro. In particolare, la candidata ricostruisce in termini teorici il concetto di responsabilità, differenziandone le varie forme di responsabilità giuridica, politica e morale. Propone, dunque, una propria definizione di responsabilità giuridica posta come premessa allo studio dello specifico tema della responsabilità civile dei magistrati. L’analisi prosegue ricostruendo, in termini storici e avendo riguardo ai principii costituzionali rilevanti per la tematica trattata, il ruolo dell’ordine giudiziario e la specifica conformazione dell’attività giudiziaria, anche alla luce delle diverse teorie dell’interpretazione. Infine, viene trattato, mediante una ricostruzione storico-teoretica, il tema della responsabilità dei magistrati nelle forme della responsabilità politica e della responsabilità disciplinare, rinviando al prosieguo del lavoro la trattazione dello specifico versante della responsabilità civile. Nella seconda parte della tesi viene ricostruita l’evoluzione normativa della responsabilità civile dei magistrati, a partire dalla disciplina contenuta nel codice di procedura civile del 1865 fino alle più recenti modifiche del 2015. La ricostruzione normativa tiene conto dei diversi fattori che storicamente hanno influito sulla disciplina in parola: vengono approfondite, in particolare, la giurisprudenza costituzionale dal 1968 fino alle decisioni più recenti e la giurisprudenza sovranazionale, tanto euro-unitaria quanto convenzionale. Nella terza ed ultima parte della tesi la candidata si concentra, con una trattazione critico-evolutiva, sulle teorie del precedente giurisprudenziale, analizzando tutte le diverse decisioni giurisprudenziali riconducibili, anche problematicamente, alla categoria dei precedenti. Vengono prese in considerazione le decisioni della Corte di cassazione, della Corte costituzionale, della Corte di giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo, mettendone in evidenza le peculiarità e gli elementi in comune. Infine, la candidata si interroga sulla funzione che il regime di responsabilità civile del magistrato può assumere per prevenire le patologie ermeneutiche di cui le decisioni giudiziarie possano essere affette, mediante una valorizzazione del ruolo delle decisioni preliminarmente analizzate, evidenziando alcuni aspetti problematici della disciplina in vigore e proponendo puntuali ed alternative soluzioni. In tale prospettiva, inoltre, viene esposta una preferenza per la funzione di “guida” delle interpretazioni qualificate da valorizzare, secondo la posizione della candidata, al fine di garantire, anche per il tramite della legislazione sulla responsabilità civile dei magistrati, la certezza del diritto e, in un’ottica di più ampia portata, il rafforzamento qualitativo della giurisprudenza interna nel dialogo con le Corti sovranazionali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/132705
URN:NBN:IT:UNIPI-132705