La tesi propone uno studio approfondito del tentativo di codificazione rinascimentale del genere epico sul modello dell'Iliade omerica, operato a partire dall'analisi dell'Italia liberata dai Goti del Trissino e della sua influenza, radicalmente sottovalutata dalla critica, sulla Gerusalemme Liberata oltre che sulla Gerusalemme Conquistata del Tasso. Gli argomenti trattati nei diversi capitoli sono: la presenza funzionale del romanzesco come devianza ideologica e narrativa entro la struttura epica (radicalmente sottovalutata in Trissino); il rapporto di questi poemi epici con la materia storica e le fonti storiografiche, sempre trascurato dalla critica; la struttura epica portante e la sua rifunzionalizzazione di macrostrutture narrative dell'Iliade omerica, in particolare sul grande modulo di ritiro dell’eroe necessario, devastazione che ne consegue e suo ritorno (“withdrawal, devastation, return”); il complesso rapporto fra ideologia e compassione per i nemici nella Gerusalemme conquistata del Tasso; due importanti questioni stilistiche trissiniane: l'introduzione dell'endecasillabo sciolto, da cui prende spunto un'analisi teorica della funzione generale della rima in rapporto al suo valore semiotico e soprattutto alla figuralità, e il tentativo di riprodurre la formularità omerica in un contesto di composizione scritta, che presenta conclusioni interessanti anche per gli studi specialistici di omeristica e per l'oralismo di matrice parryana; infine, il problematico rapporto imitativo che le opere analizzate intrattengono con Omero conduce ad un'ampia discussione di estetica sulla categoria di mimesis/imitatio, che propone un'etimologia per la parola greca e, ripercorrendo alcuni momenti fondamentali della storia di tale concetto, arriva a una sua radicale riformulazione (e rivalutazione) in termini semiotici.
Il poema epico rinascimentale e l’«Iliade»: dal Trissino al Tasso
2012
Abstract
La tesi propone uno studio approfondito del tentativo di codificazione rinascimentale del genere epico sul modello dell'Iliade omerica, operato a partire dall'analisi dell'Italia liberata dai Goti del Trissino e della sua influenza, radicalmente sottovalutata dalla critica, sulla Gerusalemme Liberata oltre che sulla Gerusalemme Conquistata del Tasso. Gli argomenti trattati nei diversi capitoli sono: la presenza funzionale del romanzesco come devianza ideologica e narrativa entro la struttura epica (radicalmente sottovalutata in Trissino); il rapporto di questi poemi epici con la materia storica e le fonti storiografiche, sempre trascurato dalla critica; la struttura epica portante e la sua rifunzionalizzazione di macrostrutture narrative dell'Iliade omerica, in particolare sul grande modulo di ritiro dell’eroe necessario, devastazione che ne consegue e suo ritorno (“withdrawal, devastation, return”); il complesso rapporto fra ideologia e compassione per i nemici nella Gerusalemme conquistata del Tasso; due importanti questioni stilistiche trissiniane: l'introduzione dell'endecasillabo sciolto, da cui prende spunto un'analisi teorica della funzione generale della rima in rapporto al suo valore semiotico e soprattutto alla figuralità, e il tentativo di riprodurre la formularità omerica in un contesto di composizione scritta, che presenta conclusioni interessanti anche per gli studi specialistici di omeristica e per l'oralismo di matrice parryana; infine, il problematico rapporto imitativo che le opere analizzate intrattengono con Omero conduce ad un'ampia discussione di estetica sulla categoria di mimesis/imitatio, che propone un'etimologia per la parola greca e, ripercorrendo alcuni momenti fondamentali della storia di tale concetto, arriva a una sua radicale riformulazione (e rivalutazione) in termini semiotici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/133299
URN:NBN:IT:UNIPI-133299