L’obiettivo della presente tesi di dottorato è quello di riscostruire in chiave sistematica il ruolo attribuito alla c.d. tax compliance nell’ambito del sistema fiscale, al fine di favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari da parte del contribuente. Nella prima parte della tesi sono stati trattati i profili generali che caratterizzano il rapporto collaborativo tra Fisco e contribuente nel contesto internazionale e nell’ordinamento italiano. Particolare attenzione è stata dedicata ai principi sanciti dallo Statuto dei diritti del contribuente e alla questione relativa alla sussistenza di un obbligo generalizzato di contraddittorio endoprocedimentale. Nella seconda parte sono stati invece esaminati i diversi istituti volti a implementare la tax compliance, a partire dalla dichiarazione precompilata e dal ravvedimento operoso. Con riferimento a quest’ultimo sono state segnalate, da un lato, le criticità di quello che viene ormai considerato da molti un “condono permanente” e, dall’altro, l’utilità e l’opportunità di uno strumento che consente ai contribuenti che abbiano commesso errori di sanare la propria posizione con un forte abbattimento delle sanzioni, permettendo altresì al Fisco di recuperare parte del gettito fiscale in tempi brevi e con un dispendio di energie minimo. Un approfondimento rilevante ha poi riguardato la riforma degli interpelli attuata con il d.lgs. n. 156/2015. Sebbene l’istituto dell’interpello sia presente da oltre un ventennio nel nostro ordinamento, difatti, la sua riforma contribuisce significativamente a rafforzare la tax compliance, avendo razionalizzato e sistematizzato le discipline che regolavano in passato le sue diverse tipologie, ridotto le tempistiche per la risposta da parte dell’Agenzia, nonché ampliato i presupposti per la proposizione dell’interpello ordinario. Un capitolo è stato poi dedicato al nuovo regime dell’adempimento collaborativo per i contribuenti di maggiori dimensioni, definito significativamente dall’Agenzia delle Entrate “la nuova frontiera della compliance”, di cui si sono messe in luce le notevoli potenzialità, auspicandone l’estensione alle imprese medie. Infine, è stato svolto un accenno alla metamorfosi degli studi di settore, trasformati nei nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale, i quali non rappresentano più uno strumento di accertamento, bensì un ulteriore mezzo per incentivare la tax compliance. Nel complesso, l’indagine svolta ha cercato, dunque, di mettere in evidenza lo sforzo profuso negli ultimi anni dal Legislatore e dall’Amministrazione finanziaria nel tentativo di “cambiare verso” nel rapporto con i contribuenti, segnalando altresì le difficoltà e le criticità che ostacolano questo percorso evolutivo.
La tax compliance. Una "rivoluzione" nei rapporti tra Fisco e contribuente.
2018
Abstract
L’obiettivo della presente tesi di dottorato è quello di riscostruire in chiave sistematica il ruolo attribuito alla c.d. tax compliance nell’ambito del sistema fiscale, al fine di favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari da parte del contribuente. Nella prima parte della tesi sono stati trattati i profili generali che caratterizzano il rapporto collaborativo tra Fisco e contribuente nel contesto internazionale e nell’ordinamento italiano. Particolare attenzione è stata dedicata ai principi sanciti dallo Statuto dei diritti del contribuente e alla questione relativa alla sussistenza di un obbligo generalizzato di contraddittorio endoprocedimentale. Nella seconda parte sono stati invece esaminati i diversi istituti volti a implementare la tax compliance, a partire dalla dichiarazione precompilata e dal ravvedimento operoso. Con riferimento a quest’ultimo sono state segnalate, da un lato, le criticità di quello che viene ormai considerato da molti un “condono permanente” e, dall’altro, l’utilità e l’opportunità di uno strumento che consente ai contribuenti che abbiano commesso errori di sanare la propria posizione con un forte abbattimento delle sanzioni, permettendo altresì al Fisco di recuperare parte del gettito fiscale in tempi brevi e con un dispendio di energie minimo. Un approfondimento rilevante ha poi riguardato la riforma degli interpelli attuata con il d.lgs. n. 156/2015. Sebbene l’istituto dell’interpello sia presente da oltre un ventennio nel nostro ordinamento, difatti, la sua riforma contribuisce significativamente a rafforzare la tax compliance, avendo razionalizzato e sistematizzato le discipline che regolavano in passato le sue diverse tipologie, ridotto le tempistiche per la risposta da parte dell’Agenzia, nonché ampliato i presupposti per la proposizione dell’interpello ordinario. Un capitolo è stato poi dedicato al nuovo regime dell’adempimento collaborativo per i contribuenti di maggiori dimensioni, definito significativamente dall’Agenzia delle Entrate “la nuova frontiera della compliance”, di cui si sono messe in luce le notevoli potenzialità, auspicandone l’estensione alle imprese medie. Infine, è stato svolto un accenno alla metamorfosi degli studi di settore, trasformati nei nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale, i quali non rappresentano più uno strumento di accertamento, bensì un ulteriore mezzo per incentivare la tax compliance. Nel complesso, l’indagine svolta ha cercato, dunque, di mettere in evidenza lo sforzo profuso negli ultimi anni dal Legislatore e dall’Amministrazione finanziaria nel tentativo di “cambiare verso” nel rapporto con i contribuenti, segnalando altresì le difficoltà e le criticità che ostacolano questo percorso evolutivo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/133384
URN:NBN:IT:UNIPI-133384