Nel presente lavoro di ricerca è stata condotta un’indagine sul tema dei beni comuni. Tale tema è stato recentemente oggetto di diversi studi, afferenti a differenti ambiti disciplinari e aventi in comune, da una parte, l’obiettivo di critica dell’assetto vigente del regime giuridico dei beni e della proprietà, dall’altra, un intento di riforma generale dell’ordinamento attraverso l’introduzione dei “beni comuni”. In quest’ottica, la presente ricerca ha l’obiettivo di contribuire all’approfondimento teorico delle tradizionali categorie giuridiche e della loro possibile “compatibilità” con i beni comuni; è stato ritenuto, infatti, che uno dei motivi per cui questi ultimi non sono passati “dalla teoria alla pratica” sia proprio da individuare in un’insufficiente categorizzazione concettuale e riflessione teorico-giuridica in merito. Per adempiere a tale compito, è stato individuato un metodo funzionale a un lavoro di analisi e di proposta, operando, da un lato, sul piano descrittivo e, dall’altro, su quello prescrittivo. In questo contesto, è stato rivendicato un ruolo centrale per la filosofia del diritto, ed in particolare per una filosofia del diritto, tra le molte, che sia in grado di comprendere ed analizzare nel dettaglio il diritto positivo con lo scopo, essenzialmente politico, di proporre riforme migliorative dell’ordinamento vigente. In ragione di ciò, il presente lavoro è stato suddiviso in due parti: nella prima sono discussi i concetti giuridici fondamentali implicati nel dibattito sui beni comuni, con il fine di chiarirne i presupposti teorici e gli usi “linguistici” nel campo del diritto positivo; in tal senso, è stata compiuta un’indagine sia di tipo storico-ricognitivo sia di tipo dogmatico-giuridico. Nella seconda parte della tesi, l’analisi si è concentrata direttamente sulla nozione di beni comuni; in questo contesto, scegliendo come punto di riferimento i lavori della Commissione Rodotà (nonché il contributo teorico dello stesso Rodotà), la categoria dei beni comuni è stata riletta alla luce del dibattito sui diritti fondamentali. In definitiva, è stata posta in discussione la possibilità di un governo dei beni comuni a partire da una riflessione sugli “altri modi di possedere” e dagli studi economici di Elinor Ostrom. In sede conclusiva viene affermata la complessità di una nozione come quella di beni comuni, ancora oggi in divenire e dai contorni assai sfumati, scegliendo di evitare conclusioni perentorie e preferendo formulare delle riflessioni che si pongono come auspici futuri: la riflessione filosofica e giuridica può contribuire all'affermazione dei beni comuni poiché nell'ordinamento vigente c’è spazio per il loro ingresso; proprio per questo motivo il dibattito teorico dovrebbe ancora proseguire, confrontarsi con altre discipline, e intensificarsi, con il fine ultimo, dagli esiti evidentemente non scontati, di tradursi in una proposta giuridico-politica forte e concretamente traducibile nella pratica.
Il dibattito sui beni comuni. Profili teorico-normativi e implicazioni filosofico-giuridiche.
2015
Abstract
Nel presente lavoro di ricerca è stata condotta un’indagine sul tema dei beni comuni. Tale tema è stato recentemente oggetto di diversi studi, afferenti a differenti ambiti disciplinari e aventi in comune, da una parte, l’obiettivo di critica dell’assetto vigente del regime giuridico dei beni e della proprietà, dall’altra, un intento di riforma generale dell’ordinamento attraverso l’introduzione dei “beni comuni”. In quest’ottica, la presente ricerca ha l’obiettivo di contribuire all’approfondimento teorico delle tradizionali categorie giuridiche e della loro possibile “compatibilità” con i beni comuni; è stato ritenuto, infatti, che uno dei motivi per cui questi ultimi non sono passati “dalla teoria alla pratica” sia proprio da individuare in un’insufficiente categorizzazione concettuale e riflessione teorico-giuridica in merito. Per adempiere a tale compito, è stato individuato un metodo funzionale a un lavoro di analisi e di proposta, operando, da un lato, sul piano descrittivo e, dall’altro, su quello prescrittivo. In questo contesto, è stato rivendicato un ruolo centrale per la filosofia del diritto, ed in particolare per una filosofia del diritto, tra le molte, che sia in grado di comprendere ed analizzare nel dettaglio il diritto positivo con lo scopo, essenzialmente politico, di proporre riforme migliorative dell’ordinamento vigente. In ragione di ciò, il presente lavoro è stato suddiviso in due parti: nella prima sono discussi i concetti giuridici fondamentali implicati nel dibattito sui beni comuni, con il fine di chiarirne i presupposti teorici e gli usi “linguistici” nel campo del diritto positivo; in tal senso, è stata compiuta un’indagine sia di tipo storico-ricognitivo sia di tipo dogmatico-giuridico. Nella seconda parte della tesi, l’analisi si è concentrata direttamente sulla nozione di beni comuni; in questo contesto, scegliendo come punto di riferimento i lavori della Commissione Rodotà (nonché il contributo teorico dello stesso Rodotà), la categoria dei beni comuni è stata riletta alla luce del dibattito sui diritti fondamentali. In definitiva, è stata posta in discussione la possibilità di un governo dei beni comuni a partire da una riflessione sugli “altri modi di possedere” e dagli studi economici di Elinor Ostrom. In sede conclusiva viene affermata la complessità di una nozione come quella di beni comuni, ancora oggi in divenire e dai contorni assai sfumati, scegliendo di evitare conclusioni perentorie e preferendo formulare delle riflessioni che si pongono come auspici futuri: la riflessione filosofica e giuridica può contribuire all'affermazione dei beni comuni poiché nell'ordinamento vigente c’è spazio per il loro ingresso; proprio per questo motivo il dibattito teorico dovrebbe ancora proseguire, confrontarsi con altre discipline, e intensificarsi, con il fine ultimo, dagli esiti evidentemente non scontati, di tradursi in una proposta giuridico-politica forte e concretamente traducibile nella pratica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/133699
URN:NBN:IT:UNIPI-133699