L’obiettivo principale di questo progetto era di dirimere la vexata quaestio della localizzazione di Novana (Plin. NH III, 11) focalizzando le ricerche nella zona pedemontana dei Monti Sibillini. Attraverso l’utilizzo integrato di dati provenienti da fonti diverse è stato possibile cogliere le trasformazioni del paesaggio e dell'insediamento umano nel tempo, dalla preistoria al medioevo. I dati sul popolamento nel territorio mettono in evidenza una fitta rete di insediamenti piceni databili genericamente tra VII sec a.C. e la conquista romana nel III sec. a.C., fase in cui si verificano fenomeni di transizione e di sperimentazione, scaturiti dal contatto tra le due culture. Indicativamente, almeno dall’inizio del II sec a.C., coloni romani si insediarono nel territorio diviso e assegnato mediante l’impostazione di una centuriazione avente un modulo 20 x 20 actus ad assi invertiti, i cui limiti sono da identificare con le pendici appenniniche ad Ovest, il torrente Tennacola a Nord, il fosso Perticara ad Est ed il fiume Aso a Sud. Dato il range cronologico piuttosto ampio dei reperti archeologici rinvenuti, non è possibile stabilire se questo comparto territoriale sia stato oggetto di distribuzione viritana a seguito del plebiscito di Gaio Flaminio del 232 a.C., oppure se sia da collegare con le riforme graccane. Il territorio tra I a.C. e II d.C. è insediato da numerose fattorie e ville rustiche, ma dopo questa data, il popolamento subisce un’evidente rarefazione, scarsissimi infatti sono i materiali ascrivibili al II-III sec d.C. Un collasso del territorio al quale, di lì a poco, farà seguito anche quello del municipio di afferenza che, interpretando i numerosi dati raccolti, è da localizzare in corrispondenza del l’attuale Comunanza. Questa cittadina, oltre a trovarsi all’origine del reticolo centuriale ed essere caposaldo della viabilità antica, presenta numerose testimonianze archeologiche, le quali esaminate topograficamente e cronologicamente, permettono di ricostruire l’impianto dell’antica Novana. Attraverso l’incrocio di vari dati è stata infatti identificata l’area urbana e quella suburbana con fornaci e necropoli; inoltre una suggestiva anomalia ellissoidale (80 x60 m) potrebbe essere indizio di un vicino anfiteatro. Sulla base dei dati archeologici è ragionevole pensare che, in continuità con un preesistente centro piceno, l’area divenne prima sede di un forum e durante la seconda metà del I sec a.C. ottenne lo status di municipium, il cui ricordo rimane soltanto nella citazione pliniana.
Il municipio di Novana e il suo territorio
2017
Abstract
L’obiettivo principale di questo progetto era di dirimere la vexata quaestio della localizzazione di Novana (Plin. NH III, 11) focalizzando le ricerche nella zona pedemontana dei Monti Sibillini. Attraverso l’utilizzo integrato di dati provenienti da fonti diverse è stato possibile cogliere le trasformazioni del paesaggio e dell'insediamento umano nel tempo, dalla preistoria al medioevo. I dati sul popolamento nel territorio mettono in evidenza una fitta rete di insediamenti piceni databili genericamente tra VII sec a.C. e la conquista romana nel III sec. a.C., fase in cui si verificano fenomeni di transizione e di sperimentazione, scaturiti dal contatto tra le due culture. Indicativamente, almeno dall’inizio del II sec a.C., coloni romani si insediarono nel territorio diviso e assegnato mediante l’impostazione di una centuriazione avente un modulo 20 x 20 actus ad assi invertiti, i cui limiti sono da identificare con le pendici appenniniche ad Ovest, il torrente Tennacola a Nord, il fosso Perticara ad Est ed il fiume Aso a Sud. Dato il range cronologico piuttosto ampio dei reperti archeologici rinvenuti, non è possibile stabilire se questo comparto territoriale sia stato oggetto di distribuzione viritana a seguito del plebiscito di Gaio Flaminio del 232 a.C., oppure se sia da collegare con le riforme graccane. Il territorio tra I a.C. e II d.C. è insediato da numerose fattorie e ville rustiche, ma dopo questa data, il popolamento subisce un’evidente rarefazione, scarsissimi infatti sono i materiali ascrivibili al II-III sec d.C. Un collasso del territorio al quale, di lì a poco, farà seguito anche quello del municipio di afferenza che, interpretando i numerosi dati raccolti, è da localizzare in corrispondenza del l’attuale Comunanza. Questa cittadina, oltre a trovarsi all’origine del reticolo centuriale ed essere caposaldo della viabilità antica, presenta numerose testimonianze archeologiche, le quali esaminate topograficamente e cronologicamente, permettono di ricostruire l’impianto dell’antica Novana. Attraverso l’incrocio di vari dati è stata infatti identificata l’area urbana e quella suburbana con fornaci e necropoli; inoltre una suggestiva anomalia ellissoidale (80 x60 m) potrebbe essere indizio di un vicino anfiteatro. Sulla base dei dati archeologici è ragionevole pensare che, in continuità con un preesistente centro piceno, l’area divenne prima sede di un forum e durante la seconda metà del I sec a.C. ottenne lo status di municipium, il cui ricordo rimane soltanto nella citazione pliniana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/133994
URN:NBN:IT:UNIPI-133994