La tesi che si è cercato di argomentare è che la sovranità abbia mantenuto, nel suo percorso, tracce di quella varietà dei modi d’essere dell’autorità politica e del pluralismo istituzionale che rappresentavano il contesto prestatuale; tracce che sono indice dell’incompiutezza del progetto moderno di assolutizzazione e che tornano a comporre il contesto frammentato che si è soliti imputare ai processi mondializzanti in atto. Attraverso un percorso dal pre al post si è cercato di tracciare una mappa che possa essere utile ad orientarsi attraverso le letture contemporanee che della sovranità tracciano la crisi. Gli Stati rimangono di fatto i soggetti della Storia del mondo. Quello con cui la forma Stato è costretta a fare i conti è piuttosto il rinnovato vigore che i processi transnazionali e globali hanno ridato a quelle ‘parti’ che l’hanno composto ‒ territori, regioni, spazi autonomi. Perché la trattazione trovasse un nucleo ancora più definito nella dimensione contemporanea ho ritenuto importante che la ricerca si concentrasse sulle forme di sovranità, giocata su più livelli, che il presente impone di (ri)sperimentare. Ho preso in esame il concetto di autonomia e ho analizzato da vicino uno dei modelli di autonomia politica e territoriale che ha fatto scuola (il caso finlandese delle isole Åland) sostenendo che queste realtà possano (a) rappresentare una alternativa al potere centralizzato previsto dai termini della sovranità, rimanendo comunque una formula non solo compatibile con la forma-Stato, ma realizzabile solo dentro la forma- Stato, e (b) essere luoghi capaci di favorire la tenuta di una società sempre più plurale.
POTERE, TERRITORIO E AUTONOMIA. SPAZI DELLA MODERNITA' E LUOGHI DELLA GLOBALIZZAZIONE
2019
Abstract
La tesi che si è cercato di argomentare è che la sovranità abbia mantenuto, nel suo percorso, tracce di quella varietà dei modi d’essere dell’autorità politica e del pluralismo istituzionale che rappresentavano il contesto prestatuale; tracce che sono indice dell’incompiutezza del progetto moderno di assolutizzazione e che tornano a comporre il contesto frammentato che si è soliti imputare ai processi mondializzanti in atto. Attraverso un percorso dal pre al post si è cercato di tracciare una mappa che possa essere utile ad orientarsi attraverso le letture contemporanee che della sovranità tracciano la crisi. Gli Stati rimangono di fatto i soggetti della Storia del mondo. Quello con cui la forma Stato è costretta a fare i conti è piuttosto il rinnovato vigore che i processi transnazionali e globali hanno ridato a quelle ‘parti’ che l’hanno composto ‒ territori, regioni, spazi autonomi. Perché la trattazione trovasse un nucleo ancora più definito nella dimensione contemporanea ho ritenuto importante che la ricerca si concentrasse sulle forme di sovranità, giocata su più livelli, che il presente impone di (ri)sperimentare. Ho preso in esame il concetto di autonomia e ho analizzato da vicino uno dei modelli di autonomia politica e territoriale che ha fatto scuola (il caso finlandese delle isole Åland) sostenendo che queste realtà possano (a) rappresentare una alternativa al potere centralizzato previsto dai termini della sovranità, rimanendo comunque una formula non solo compatibile con la forma-Stato, ma realizzabile solo dentro la forma- Stato, e (b) essere luoghi capaci di favorire la tenuta di una società sempre più plurale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/134270
URN:NBN:IT:UNIPI-134270