L'oggetto della tesi di dottorato si è articolato sulla ricostruzione del pensiero di Salvatore Satta, giurista-scrittore, tra i più insigni intellettuali del Novecento italiano. Obiettivo dell’indagine non è stato quello di ripercorrere cronologicamente le tappe di tale speculazione scientifica quanto, piuttosto, di concentrarsi sull’aspetto che è stato ritenuto esserne il fulcro: il concetto di giudizio. La trattazione si è proposta di affrontare lo studio di tale nozione evidenziando come, nella prospettiva sattiana, essa si ponga quale categoria cognitiva trasversale alla sfera del diritto, della filosofia e della letteratura. Detta analisi è stata preceduta da una contestualizzazione storica inerente al ruolo rivestito dalla cultura giuridica italiana dall’Unità d’Italia all’avvento del fascismo, con particolare attenzione al mutamento attraversato dagli studi processualistici durante tale lasso temporale. In tale sezione del lavoro, la figura di Salvatore Satta è stata illustrata nel contesto della riflessione accademica sulla natura del processo. In particolare, è stata evidenziata l’incidenza della filosofia capograssiana sulla posizione critica adottata dal nostro autore nei confronti delle tendenze pubblicistiche assunte dalla scienza del processo e dagli orientamenti giuridico-filosofici del concettualismo. Nel prosieguo, lo studio si è concentrato sull’identificazione, presente nella meditazione dell’intellettuale nuorese, tra processo e giudizio; in merito, si è tenuto conto, nello specifico, della crucialità della dimensione temporale nell’ambito del processo, considerato tanto nei suoi risvolti prettamente giuridici quanto in quelli narrativi. La parte finale della tesi ha affrontato il legame intercorrente tra il giudice e la legge, avendo speciale riguardo alla concezione che il giurista nuorese ebbe della nozione di legalità. A ciò, è seguita l’illustrazione della concezione sattiana relativa al ruolo del giudice e alla connessa attività di creazione giurisprudenziale, con puntuale riferimento al formalismo giudiziario e alla delicata responsabilità del momento del giudizio.
Diritto processo giudizio nell'opera di Salvatore Satta
ROBERTAZZI, MARIELLA
2019
Abstract
L'oggetto della tesi di dottorato si è articolato sulla ricostruzione del pensiero di Salvatore Satta, giurista-scrittore, tra i più insigni intellettuali del Novecento italiano. Obiettivo dell’indagine non è stato quello di ripercorrere cronologicamente le tappe di tale speculazione scientifica quanto, piuttosto, di concentrarsi sull’aspetto che è stato ritenuto esserne il fulcro: il concetto di giudizio. La trattazione si è proposta di affrontare lo studio di tale nozione evidenziando come, nella prospettiva sattiana, essa si ponga quale categoria cognitiva trasversale alla sfera del diritto, della filosofia e della letteratura. Detta analisi è stata preceduta da una contestualizzazione storica inerente al ruolo rivestito dalla cultura giuridica italiana dall’Unità d’Italia all’avvento del fascismo, con particolare attenzione al mutamento attraversato dagli studi processualistici durante tale lasso temporale. In tale sezione del lavoro, la figura di Salvatore Satta è stata illustrata nel contesto della riflessione accademica sulla natura del processo. In particolare, è stata evidenziata l’incidenza della filosofia capograssiana sulla posizione critica adottata dal nostro autore nei confronti delle tendenze pubblicistiche assunte dalla scienza del processo e dagli orientamenti giuridico-filosofici del concettualismo. Nel prosieguo, lo studio si è concentrato sull’identificazione, presente nella meditazione dell’intellettuale nuorese, tra processo e giudizio; in merito, si è tenuto conto, nello specifico, della crucialità della dimensione temporale nell’ambito del processo, considerato tanto nei suoi risvolti prettamente giuridici quanto in quelli narrativi. La parte finale della tesi ha affrontato il legame intercorrente tra il giudice e la legge, avendo speciale riguardo alla concezione che il giurista nuorese ebbe della nozione di legalità. A ciò, è seguita l’illustrazione della concezione sattiana relativa al ruolo del giudice e alla connessa attività di creazione giurisprudenziale, con puntuale riferimento al formalismo giudiziario e alla delicata responsabilità del momento del giudizio.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/134625
URN:NBN:IT:UNIPI-134625