Le metastasi epatiche rappresentano la principale causa di decesso nei pazienti con tumore colo-rettale e la chirurgia costituisce l’unica opzione terapeutica in grado di consentire una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 40 % ed il 60 %. Tuttavia, anche quando la resezione epatica si associa a terapia adiuvante, risulta curativa solo nel 20% dei pazienti, con un tasso di recidiva a livello epatico del 70 %. La prognosi dei pazienti con metastasi epatiche da neoplasia colo-rettale è altamente eterogenea ed influenzata da diversi fattori clinici e biologici. Tra i vari sistemi di stratificazione del rischio proposti per individuare la probabilità di recidiva epatica e di sopravvivenza dopo chirurgia delle metastasi epatiche, il “Clinical risk score” proposto da Fong nel 1999 è sicuramente il più utilizzato. Sfortunatamente tutti questi sistemi di stratificazione del rischio prendono in considerazione solo alcuni aspetti clinico-patologici delle metastasi epatiche, permettendo una descrizione solo marginale di questa patologia. Recentemente sono state individuate molteplici nuove caratteristiche istopatologiche dei tumori colo-rettali primitivi, ma solo pochi studi hanno ipotizzato una possibile influenza prognostica di tali fattori sulla chirurgia epatica delle metastasi colo-rettali. Inoltre, i progressi ottenuti negli ultimi anni in termini di nuove tecniche chirurgiche, chemioterapia loco regionale e sistemica e nuove procedure di radiologia interventistica, hanno consentito di ridefinire i criteri di resecabilità delle metastasi epatiche, migliorando l’outcome di pazienti che in passato non sarebbero risultati candidabili a chirurgia. Pertanto risulta necessaria la definizione di nuovi parametri prognostici in grado di selezionare quei pazienti che possono maggiormente beneficiare di un approccio chirurgico alla patologia metastatica epatica in termini di sopravvivenza cancro-specifica, rispetto ad un approccio meno invasivo. Questo studio ha analizzato l’importanza prognostica di selezionate caratteristiche cliniche e istopatologiche relative al tumore colo-rettale primitivo e alle metastasi epatiche in pazienti sottoposti a resezione epatica di metastasi da carcinoma colo-rettale ad intento curativo tra agosto 2005 e marzo 2017 nei reparti di Clinica Chirurgica Generale dell’AOU di Parma. I dati ottenuti sui tassi di sopravvivenza sono sovrapponibili a quanto riportato in letteratura. L’analisi univariata e multivarita delle variabili studiate in rapporto a sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da malattia ha evidenziato come l’invasione perineurale nel tumore primitivo possa rappresentare un parametro in grado di influenzare la recidiva dopo epatectomia, mentre il margine epatico positivo dopo resezione può costituire un fattore condizionante la sopravvivenza. Lo studio presenta alcune limitazioni data la natura retrospettiva e il limitato numero di pazienti, che non consentono di generalizzare i risultati ottenuti, pertanto saranno necessari ulteriori studi condotti su gruppi di pazienti più ampi e su database raccolti prospetticamente per poter validare tali risultati.
Fattori prognostici nella chirurgia epatica delle metastasi colorettali
2020
Abstract
Le metastasi epatiche rappresentano la principale causa di decesso nei pazienti con tumore colo-rettale e la chirurgia costituisce l’unica opzione terapeutica in grado di consentire una sopravvivenza a 5 anni compresa tra il 40 % ed il 60 %. Tuttavia, anche quando la resezione epatica si associa a terapia adiuvante, risulta curativa solo nel 20% dei pazienti, con un tasso di recidiva a livello epatico del 70 %. La prognosi dei pazienti con metastasi epatiche da neoplasia colo-rettale è altamente eterogenea ed influenzata da diversi fattori clinici e biologici. Tra i vari sistemi di stratificazione del rischio proposti per individuare la probabilità di recidiva epatica e di sopravvivenza dopo chirurgia delle metastasi epatiche, il “Clinical risk score” proposto da Fong nel 1999 è sicuramente il più utilizzato. Sfortunatamente tutti questi sistemi di stratificazione del rischio prendono in considerazione solo alcuni aspetti clinico-patologici delle metastasi epatiche, permettendo una descrizione solo marginale di questa patologia. Recentemente sono state individuate molteplici nuove caratteristiche istopatologiche dei tumori colo-rettali primitivi, ma solo pochi studi hanno ipotizzato una possibile influenza prognostica di tali fattori sulla chirurgia epatica delle metastasi colo-rettali. Inoltre, i progressi ottenuti negli ultimi anni in termini di nuove tecniche chirurgiche, chemioterapia loco regionale e sistemica e nuove procedure di radiologia interventistica, hanno consentito di ridefinire i criteri di resecabilità delle metastasi epatiche, migliorando l’outcome di pazienti che in passato non sarebbero risultati candidabili a chirurgia. Pertanto risulta necessaria la definizione di nuovi parametri prognostici in grado di selezionare quei pazienti che possono maggiormente beneficiare di un approccio chirurgico alla patologia metastatica epatica in termini di sopravvivenza cancro-specifica, rispetto ad un approccio meno invasivo. Questo studio ha analizzato l’importanza prognostica di selezionate caratteristiche cliniche e istopatologiche relative al tumore colo-rettale primitivo e alle metastasi epatiche in pazienti sottoposti a resezione epatica di metastasi da carcinoma colo-rettale ad intento curativo tra agosto 2005 e marzo 2017 nei reparti di Clinica Chirurgica Generale dell’AOU di Parma. I dati ottenuti sui tassi di sopravvivenza sono sovrapponibili a quanto riportato in letteratura. L’analisi univariata e multivarita delle variabili studiate in rapporto a sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da malattia ha evidenziato come l’invasione perineurale nel tumore primitivo possa rappresentare un parametro in grado di influenzare la recidiva dopo epatectomia, mentre il margine epatico positivo dopo resezione può costituire un fattore condizionante la sopravvivenza. Lo studio presenta alcune limitazioni data la natura retrospettiva e il limitato numero di pazienti, che non consentono di generalizzare i risultati ottenuti, pertanto saranno necessari ulteriori studi condotti su gruppi di pazienti più ampi e su database raccolti prospetticamente per poter validare tali risultati.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/134911
URN:NBN:IT:UNIPR-134911