The members of the Farnese family did not show any signs of interest in Michelangelo Merisi da Caravaggio’s work, neither in Parma, nor in Rome. This lack of interest can be inferred from the inventories of the Farnese collections, where the name of the painter does not appear even once. However, painters working in Parma at the beginning of the second decade of the XVII century demonstrated through their paintings a familiarity with Caravaggio’s art. In 1611 Bartolomeo Schedoni, ducal painter, began to show signs of Caravaggio’s language in his works and, at the same time, Lanfranco and Ribera, after working in Rome, reached Parma. In 1615, Dirck van Baburen, an artist influenced by Caravaggio, arrived in Parma to execute a painting for a town church, while in 1616 both Leonello Spada, also known as "scimia del Caravaggio" and Nicolas Régnier were registered among the staff of the Farnese court. The presence in Parma of Ribera, Van Baburen and Régnier cannot be considered a coincidence; the three artists worked for the same patrons in Rome, where their idea to journey to Emilia Romagna may have taken root. Therefore, shedding light on the links between the cities of Parma and Rome is of the utmost importance, along with the reconstruction of the exchanges that took place between the Emilian painters at the service of the Farnese family and the more direct Roman heirs of Caravaggio.

I membri di casa Farnese, a Parma come a Roma, non si interessano neppure incidentalmente all’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio. O almeno questo è quanto si potrebbe assumere dagli inventari delle collezioni farnesiane, dove il nome del pittore caravaggino non compare neppure una volta. Eppure, sono gli stessi pittori attivi a Parma al principio del secondo decennio a dimostrare, attraverso i loro dipinti, di aver fatto i conti con le opere di Caravaggio. Se Bartolomeo Schedoni, pittore ducale, già dal 1611 sperimenta nelle sue opere brani di grande naturalismo, proprio alle date della sua svolta stilistica sono documentati a Parma, reduci dall’esperienza romana, pittori quali Giovanni Lanfranco e Jusepe de Ribera. Nel 1615 giunge a Parma un artista di vocazione caravaggesca quale Dirck van Baburen, che esegue un dipinto per una chiesa cittadina, mentre nel 1616 vengono registrati tra gli stipendiati della corte farnesiana sia Leonello Spada, «scimia del Caravaggio», che Nicolas Régnier. La presenza a Parma, in rapida successione, di Ribera, Baburen e Régnier difficilmente può considerarsi una coincidenza: i tre a Roma lavoreranno per gli stessi mecenati e forse proprio nell’Urbe era nato il progetto del loro viaggio in Emilia. Fondamentale dunque la messa a fuoco delle rotte collezionistiche che devono legare così profondamente Parma e Roma, unitamente alla ricostruzione degli scambi occorsi tra i pittori emiliani al servizio dei Farnese e i più diretti eredi romani del Caravaggio.

«Convenir nella maniera del Caravaggio»: pittori caravaggeschi a Parma (1610-1622)

2020

Abstract

The members of the Farnese family did not show any signs of interest in Michelangelo Merisi da Caravaggio’s work, neither in Parma, nor in Rome. This lack of interest can be inferred from the inventories of the Farnese collections, where the name of the painter does not appear even once. However, painters working in Parma at the beginning of the second decade of the XVII century demonstrated through their paintings a familiarity with Caravaggio’s art. In 1611 Bartolomeo Schedoni, ducal painter, began to show signs of Caravaggio’s language in his works and, at the same time, Lanfranco and Ribera, after working in Rome, reached Parma. In 1615, Dirck van Baburen, an artist influenced by Caravaggio, arrived in Parma to execute a painting for a town church, while in 1616 both Leonello Spada, also known as "scimia del Caravaggio" and Nicolas Régnier were registered among the staff of the Farnese court. The presence in Parma of Ribera, Van Baburen and Régnier cannot be considered a coincidence; the three artists worked for the same patrons in Rome, where their idea to journey to Emilia Romagna may have taken root. Therefore, shedding light on the links between the cities of Parma and Rome is of the utmost importance, along with the reconstruction of the exchanges that took place between the Emilian painters at the service of the Farnese family and the more direct Roman heirs of Caravaggio.
«Convenir nella maniera del Caravaggio»: Caravaggesque Painters in Parma (1610-1622)
mar-2020
Italiano
I membri di casa Farnese, a Parma come a Roma, non si interessano neppure incidentalmente all’opera di Michelangelo Merisi da Caravaggio. O almeno questo è quanto si potrebbe assumere dagli inventari delle collezioni farnesiane, dove il nome del pittore caravaggino non compare neppure una volta. Eppure, sono gli stessi pittori attivi a Parma al principio del secondo decennio a dimostrare, attraverso i loro dipinti, di aver fatto i conti con le opere di Caravaggio. Se Bartolomeo Schedoni, pittore ducale, già dal 1611 sperimenta nelle sue opere brani di grande naturalismo, proprio alle date della sua svolta stilistica sono documentati a Parma, reduci dall’esperienza romana, pittori quali Giovanni Lanfranco e Jusepe de Ribera. Nel 1615 giunge a Parma un artista di vocazione caravaggesca quale Dirck van Baburen, che esegue un dipinto per una chiesa cittadina, mentre nel 1616 vengono registrati tra gli stipendiati della corte farnesiana sia Leonello Spada, «scimia del Caravaggio», che Nicolas Régnier. La presenza a Parma, in rapida successione, di Ribera, Baburen e Régnier difficilmente può considerarsi una coincidenza: i tre a Roma lavoreranno per gli stessi mecenati e forse proprio nell’Urbe era nato il progetto del loro viaggio in Emilia. Fondamentale dunque la messa a fuoco delle rotte collezionistiche che devono legare così profondamente Parma e Roma, unitamente alla ricostruzione degli scambi occorsi tra i pittori emiliani al servizio dei Farnese e i più diretti eredi romani del Caravaggio.
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caravaggesque
painters
L-ART/02
Università degli Studi di Parma
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/135329
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPR-135329