Il contributo si inserisce in una particolare nicchia dell’educazione, nello specifico quella imprenditoriale, a sua volta collocata nel più ampio filone di ricerca riguardante l’imprenditorialità. Da un’approfondita analisi degli studi di empirici (Franke e Lüthje, 2004; Lüthje e Franke, 2003), teorici (Fayolle, 2013; Kakouris et al., 2016; Liñán e Fayolle, 2015) e bibliometrici (Kakouris e Georgiadis, 2016; Pato e Teixeira, 2016) sul tema, possiamo osservare come l’interesse suscitato da queste ricerche sia sempre attuale e particolarmente rilevante, soprattutto in questi anni in cui ancora viviamo le conseguenze di un’importante crisi economica internazionale, quali gli elevati tassi di disoccupazione o i crescenti fenomeni di scoraggiamento nelle generazioni più giovani. Approfondire le determinanti che animano la scelta imprenditoriale – o anche solo lo sviluppo di un carattere imprenditoriale che si potrà poi manifestare anche in scelte lavorative diverse (Antoncic e Hisrich, 2001) – diventa uno straordinario campo di integrazione tra diverse discipline sociali, come il management, la psicologia e la sociologia. Prenderemo come punto di partenza fondante delle nostre ricerche empiriche proprio la definizione di imprenditorialità proposta dalla Commissione Europea (2003) che si muove proprio in questa direzione: “L’imprenditorialità è uno stato mentale e un processo volto a creare e sviluppare l’attività economica combinando disponibilità a rischiare, creatività e/o innovazione con una sana gestione nell’ambito di un’organizzazione nuova o esistente” (Libro Verde: L’imprenditorialità in Europa, p. 6). Nelle analisi empiriche svolte, il focus è prevalentemente sulle donne; dalla letteratura pertinente (Blanchard et al., 2008; Eagly e Mladinic, 1994; Haines et al., 2016) emerge che spesso le donne sono discriminate, ancora oggi, in base a stereotipi e pregiudizi sociali. L’elaborato è articolato in quattro capitoli. Il primo, partendo dal contesto attuale dell’emergenza educativa, analizza l’imprenditorialità come comportamento intenzionale, presentando il binomio educazione-imprenditorialità come un binomio vincente nelle sfide emergenti nella società odierna. Il secondo capitolo presenta il modello della ‘Tripla Elica’ ponendo l’accento sulle tre missioni dell’università. Successivamente la trattazione ripercorre le principali tappe evolutive che hanno segnato la nascita dell’università imprenditoriale. Infine, sono indicate alcune nuove prospettive didattiche che potrebbero fornire spunti importanti di riflessione per chi opera nel campo dell’educazione imprenditoriale a livello universitario. Il terzo capitolo è dedicato all’approfondimento del fenomeno dell’imprenditorialità femminile. Partendo dal concetto oggigiorno molto discusso di ‘gender gap’, vengono presentate le due principali correnti di pensiero femministe che riflettono le peculiarità delle imprenditrici. La trattazione si conclude con uno sguardo generale sulle barriere e sugli ostacoli che più frequentemente le donne sperimentano nel loro path imprenditoriale, dal momento dell’avvio di una nuova start-up. Il quarto ed ultimo capitolo presenta, infine, tre diverse evidenze empiriche. Le prime due indagini empiriche sono state condotte su due distinti campioni non probabilistici di convenienza di studentesse dell’Università degli Studi di Firenze. Infine, per quanto riguarda l’ultima analisi empirica riportata, questa risulta un’elaborazione di dati secondari (nello specifico i dati GEM – Global Entrepreneurship Monitor – 2015 ) condotta attraverso specifici strumenti di calcolo statistico, al fine di poter individuare su quali leve si potrebbe agire per rimuovere alcuni ostacoli e barriere significative per le donne nella creazione e successiva gestione di nuove start-up.
SUPERARE L'EMERGENZA EDUCATIVA, LA SFIDA DELL'IMPRENDITORIALITÀ: LA "BUONA BATTAGLIA" DI INVESTIRE NELLE DONNE.
2020
Abstract
Il contributo si inserisce in una particolare nicchia dell’educazione, nello specifico quella imprenditoriale, a sua volta collocata nel più ampio filone di ricerca riguardante l’imprenditorialità. Da un’approfondita analisi degli studi di empirici (Franke e Lüthje, 2004; Lüthje e Franke, 2003), teorici (Fayolle, 2013; Kakouris et al., 2016; Liñán e Fayolle, 2015) e bibliometrici (Kakouris e Georgiadis, 2016; Pato e Teixeira, 2016) sul tema, possiamo osservare come l’interesse suscitato da queste ricerche sia sempre attuale e particolarmente rilevante, soprattutto in questi anni in cui ancora viviamo le conseguenze di un’importante crisi economica internazionale, quali gli elevati tassi di disoccupazione o i crescenti fenomeni di scoraggiamento nelle generazioni più giovani. Approfondire le determinanti che animano la scelta imprenditoriale – o anche solo lo sviluppo di un carattere imprenditoriale che si potrà poi manifestare anche in scelte lavorative diverse (Antoncic e Hisrich, 2001) – diventa uno straordinario campo di integrazione tra diverse discipline sociali, come il management, la psicologia e la sociologia. Prenderemo come punto di partenza fondante delle nostre ricerche empiriche proprio la definizione di imprenditorialità proposta dalla Commissione Europea (2003) che si muove proprio in questa direzione: “L’imprenditorialità è uno stato mentale e un processo volto a creare e sviluppare l’attività economica combinando disponibilità a rischiare, creatività e/o innovazione con una sana gestione nell’ambito di un’organizzazione nuova o esistente” (Libro Verde: L’imprenditorialità in Europa, p. 6). Nelle analisi empiriche svolte, il focus è prevalentemente sulle donne; dalla letteratura pertinente (Blanchard et al., 2008; Eagly e Mladinic, 1994; Haines et al., 2016) emerge che spesso le donne sono discriminate, ancora oggi, in base a stereotipi e pregiudizi sociali. L’elaborato è articolato in quattro capitoli. Il primo, partendo dal contesto attuale dell’emergenza educativa, analizza l’imprenditorialità come comportamento intenzionale, presentando il binomio educazione-imprenditorialità come un binomio vincente nelle sfide emergenti nella società odierna. Il secondo capitolo presenta il modello della ‘Tripla Elica’ ponendo l’accento sulle tre missioni dell’università. Successivamente la trattazione ripercorre le principali tappe evolutive che hanno segnato la nascita dell’università imprenditoriale. Infine, sono indicate alcune nuove prospettive didattiche che potrebbero fornire spunti importanti di riflessione per chi opera nel campo dell’educazione imprenditoriale a livello universitario. Il terzo capitolo è dedicato all’approfondimento del fenomeno dell’imprenditorialità femminile. Partendo dal concetto oggigiorno molto discusso di ‘gender gap’, vengono presentate le due principali correnti di pensiero femministe che riflettono le peculiarità delle imprenditrici. La trattazione si conclude con uno sguardo generale sulle barriere e sugli ostacoli che più frequentemente le donne sperimentano nel loro path imprenditoriale, dal momento dell’avvio di una nuova start-up. Il quarto ed ultimo capitolo presenta, infine, tre diverse evidenze empiriche. Le prime due indagini empiriche sono state condotte su due distinti campioni non probabilistici di convenienza di studentesse dell’Università degli Studi di Firenze. Infine, per quanto riguarda l’ultima analisi empirica riportata, questa risulta un’elaborazione di dati secondari (nello specifico i dati GEM – Global Entrepreneurship Monitor – 2015 ) condotta attraverso specifici strumenti di calcolo statistico, al fine di poter individuare su quali leve si potrebbe agire per rimuovere alcuni ostacoli e barriere significative per le donne nella creazione e successiva gestione di nuove start-up.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/135435
URN:NBN:IT:UNIPI-135435