L’identificazione delle complicanze ipossiche intrapartum rappresenta una delle sfide della pratica ostetrica moderna. I dati a nostra disposizione dimostrano che tali eventi, seppur rari, hanno incidenza maggiore in gravidanze non complicate e quindi “a basso rischio” sulla base dei criteri clinico-anamnestici che attualmente vengono utilizzati per la definizione del rischio ostetrico. Il monitoraggio prenatale del benessere fetale mira ad identificare quel ristretto gruppo di feti a rischio di complicanze asfittiche correlate con il travaglio ed il parto ed instaurare tempestivamente interventi efficaci per prevenire esiti perinatali sfavorevoli. In tale contesto, l’impiego su ampia scala del monitoraggio intrapartum in continuo mediante cardiotocografia non ha dimostrato una riduzione significativa di eventi avversi perinatali ma ha comportato un significativo aumento del tasso di tagli cesarei, in particolare in pazienti prive di fattori di rischio ostetrico. Recenti evidenze della letteratura hanno dimostrato che, in gravidanze a basso rischio anamnestico e al di fuori del travaglio, la valutazione della velocimetria Doppler delle arterie uterine materne e del rapporto tra la velocimetria Doppler cerebrale e ombelicale (rapporto cerebroplacentare o CPR) nel feto è in grado di identificare condizioni di riduzione della riserva funzionale placentare e conseguente adattamento fetale ad una ipossia placentare cronica, che sono potenzialmente associate con un aumento del rischio di distress intrapartum e di outcomes perinatali avversi anche in gestanti considerate prive di fattori di rischio ostetrico. Il fine ultimo di tale progetto di Dottorato è la valutazione prospettica del triage mediante parametri Doppler velocimetrici materni e fetali misurati all’inizio del travaglio in una coorte di gestanti a basso rischio anamnestico, nell’identificazione dei casi a maggior rischio di distress intrapartum.
The identification of intrapartum hypoxia is among the current challenges of the Obstetric practice. Available data have shown that such hypoxic events, despite being rare, most commonly occur in uneventful and apparently low risk pregnancies in appropriately grown fetuses. The antenatal monitoring of fetal wellbeing aims to identify those fetuses at risk of hypoxic events related to labour and delivery and promptly arrange effective interventions in order to prevent adverse perinatal outcomes. Nevertheless, continuous intrapartum monitoring by means of cardiotocography (CTG) has not demonstrated a significant reduction in the incidence of adverse perinatal outcome and has been associated with an increase in the caesarean section rate, particularly among women considered at low risk. Available evidences from the literature suggest that abnormalities in the uterine artery Doppler and in the ratio between fetal cerebral and umbilical Doppler (i.e. cerebroplacental ratio, CPR) are associated with conditions of subclinical placental function occurring in fetuses who have failed to achieve their growth potential, hence at risk of intrapartum complications. The purpose of this study is to prospectively assess maternal and fetal Doppler in early labour in order to evaluate whether abnormalities of the Doppler parameters may identify those fetuses at higher risk of intrapartum distress.
Assessment of maternal and fetal Doppler in low risk term pregnancies in early labour and correlation with obstetric and neonatal outcome.
2020
Abstract
L’identificazione delle complicanze ipossiche intrapartum rappresenta una delle sfide della pratica ostetrica moderna. I dati a nostra disposizione dimostrano che tali eventi, seppur rari, hanno incidenza maggiore in gravidanze non complicate e quindi “a basso rischio” sulla base dei criteri clinico-anamnestici che attualmente vengono utilizzati per la definizione del rischio ostetrico. Il monitoraggio prenatale del benessere fetale mira ad identificare quel ristretto gruppo di feti a rischio di complicanze asfittiche correlate con il travaglio ed il parto ed instaurare tempestivamente interventi efficaci per prevenire esiti perinatali sfavorevoli. In tale contesto, l’impiego su ampia scala del monitoraggio intrapartum in continuo mediante cardiotocografia non ha dimostrato una riduzione significativa di eventi avversi perinatali ma ha comportato un significativo aumento del tasso di tagli cesarei, in particolare in pazienti prive di fattori di rischio ostetrico. Recenti evidenze della letteratura hanno dimostrato che, in gravidanze a basso rischio anamnestico e al di fuori del travaglio, la valutazione della velocimetria Doppler delle arterie uterine materne e del rapporto tra la velocimetria Doppler cerebrale e ombelicale (rapporto cerebroplacentare o CPR) nel feto è in grado di identificare condizioni di riduzione della riserva funzionale placentare e conseguente adattamento fetale ad una ipossia placentare cronica, che sono potenzialmente associate con un aumento del rischio di distress intrapartum e di outcomes perinatali avversi anche in gestanti considerate prive di fattori di rischio ostetrico. Il fine ultimo di tale progetto di Dottorato è la valutazione prospettica del triage mediante parametri Doppler velocimetrici materni e fetali misurati all’inizio del travaglio in una coorte di gestanti a basso rischio anamnestico, nell’identificazione dei casi a maggior rischio di distress intrapartum.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/135441
URN:NBN:IT:UNIPR-135441