La tesi di dottorato di Alberto Randazzo ha per oggetto le Carte internazionali dei diritti, di cui indaga la condizione complessiva nell’ordinamento interno, con particolare riferimento al “posto” nel sistema delle fonti ed al rilievo nelle esperienze processuali. Dopo aver messo in evidenza che, nell’era della globalizzazione, le Carte in parola possono concorrere alla democratizzazione degli ordinamenti, la tesi si sofferma sui lavori della Costituente, dai quali non è dato tuttavia desumere alcuna indicazione circa il trattamento da riservare ai documenti in oggetto, sotto lo specifico aspetto della loro uguale ovvero diversa condizione rispetto a quella propria dei comuni trattati internazionali. Si chiede quindi quale sia il regime proprio di questi ultimi, facendone oggetto di distinta trattazione, rispettivamente, prima e dopo la riforma del Titolo V (e, particolarmente, per effetto della previsione di cui al I comma dell’art. 117). Si va poi alla ricerca del fondamento costituzionale delle Carte, dedicando una speciale attenzione agli orientamenti al riguardo manifestati dalla giurisprudenza costituzionale relativa alla CEDU, dei quali si evidenziano talune incertezze ed oscillazioni, per ciò che concerne il rapporto tra le Carte (e, in specie, la CEDU), per un verso, con le leggi e, per un altro verso, con la Costituzione. Ci si interroga infine in merito alle prospettive aperte dal trattato di Lisbona, con particolare riferimento al riconoscimento fatto alla Carta di Nizza-Strasburgo del medesimo valore del trattato richiamante ed alla prevista adesione dell’Unione alla CEDU.

Contributo ad uno studio sulle Carte internazionali dei diritti nell'ordinamento costituzionale italiano

2010

Abstract

La tesi di dottorato di Alberto Randazzo ha per oggetto le Carte internazionali dei diritti, di cui indaga la condizione complessiva nell’ordinamento interno, con particolare riferimento al “posto” nel sistema delle fonti ed al rilievo nelle esperienze processuali. Dopo aver messo in evidenza che, nell’era della globalizzazione, le Carte in parola possono concorrere alla democratizzazione degli ordinamenti, la tesi si sofferma sui lavori della Costituente, dai quali non è dato tuttavia desumere alcuna indicazione circa il trattamento da riservare ai documenti in oggetto, sotto lo specifico aspetto della loro uguale ovvero diversa condizione rispetto a quella propria dei comuni trattati internazionali. Si chiede quindi quale sia il regime proprio di questi ultimi, facendone oggetto di distinta trattazione, rispettivamente, prima e dopo la riforma del Titolo V (e, particolarmente, per effetto della previsione di cui al I comma dell’art. 117). Si va poi alla ricerca del fondamento costituzionale delle Carte, dedicando una speciale attenzione agli orientamenti al riguardo manifestati dalla giurisprudenza costituzionale relativa alla CEDU, dei quali si evidenziano talune incertezze ed oscillazioni, per ciò che concerne il rapporto tra le Carte (e, in specie, la CEDU), per un verso, con le leggi e, per un altro verso, con la Costituzione. Ci si interroga infine in merito alle prospettive aperte dal trattato di Lisbona, con particolare riferimento al riconoscimento fatto alla Carta di Nizza-Strasburgo del medesimo valore del trattato richiamante ed alla prevista adesione dell’Unione alla CEDU.
10-giu-2010
Italiano
Saitta, Antonio
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/135641
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-135641