La tesi è dedicata al trattato ortografico del misconosciuto Lucio Cecilio Minuziano Apuleio, considerato dalla maggior parte degli studiosi il nome fittizio di cui si servì un anonimo falsario di età umanistica per produrre la contraffazione di un'opera antica. Il lavoro si compone di un'ampia introduzione nella quale viene riassunta ed esaminata criticamente la storia del trattato, dalla prima menzione da parte dello `scopritore' dell'opera, l'umanista Ludovico Ricchieri (Antiquae Lectiones, 1516), sino alle interpretazioni più recenti; sono inoltre analizzati i diversi aspetti della questione pseudoapuleiana: la datazione dell'opera e l'identità del falsario, il metodo di stesura del trattato, le fonti adoperate da Minuziano, la circolazione del De orthographia e il numero di copie prodotte; viene infine descritto l'unico testimone manoscritto del trattato, il codice vallicelliano R 26. Segue l'edizione critica dell'opuscolo ortografico, condotta sull'autopsia del manoscritto, non più effettuata dalla pubblicazione dell'editio princeps curata da Angelo Mai (1823), e che ha consentito notevoli progressi nella costituzione del testo, eliminando i numerosi errori commessi da Mai e condivisi dalla successiva edizione di Fr. Osann (1826). Nell'approfondito commento che conclude la tesi, nel quale viene proposta la prima traduzione in lingua moderna del trattato, sono esaminate le questioni linguistiche e contenutistiche offerte dai vari lemmi, evidenziano in particolare, mediante precisi riscontri testuali, le fonti di cui si servì il falsario per la compilazione dell'opera.

Il De orthographia di L. Caecilius Minutianus Apuleius : introduzione, edizione, traduzione e commento

2009

Abstract

La tesi è dedicata al trattato ortografico del misconosciuto Lucio Cecilio Minuziano Apuleio, considerato dalla maggior parte degli studiosi il nome fittizio di cui si servì un anonimo falsario di età umanistica per produrre la contraffazione di un'opera antica. Il lavoro si compone di un'ampia introduzione nella quale viene riassunta ed esaminata criticamente la storia del trattato, dalla prima menzione da parte dello `scopritore' dell'opera, l'umanista Ludovico Ricchieri (Antiquae Lectiones, 1516), sino alle interpretazioni più recenti; sono inoltre analizzati i diversi aspetti della questione pseudoapuleiana: la datazione dell'opera e l'identità del falsario, il metodo di stesura del trattato, le fonti adoperate da Minuziano, la circolazione del De orthographia e il numero di copie prodotte; viene infine descritto l'unico testimone manoscritto del trattato, il codice vallicelliano R 26. Segue l'edizione critica dell'opuscolo ortografico, condotta sull'autopsia del manoscritto, non più effettuata dalla pubblicazione dell'editio princeps curata da Angelo Mai (1823), e che ha consentito notevoli progressi nella costituzione del testo, eliminando i numerosi errori commessi da Mai e condivisi dalla successiva edizione di Fr. Osann (1826). Nell'approfondito commento che conclude la tesi, nel quale viene proposta la prima traduzione in lingua moderna del trattato, sono esaminate le questioni linguistiche e contenutistiche offerte dai vari lemmi, evidenziano in particolare, mediante precisi riscontri testuali, le fonti di cui si servì il falsario per la compilazione dell'opera.
15-apr-2009
Italiano
De Nonno, Mario
Università degli Studi Roma Tre
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/135768
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA3-135768