Questa tesi consiste nel profilo biografico ed intellettuale di Andrea Caffi, significativo esponente poco conosciuto e mai studiato della cultura europea tra XIX e XX secolo. Nato in Russia nel 1887 da una famiglia italiana, egli prese parte attiva a tutti i grandiosi e tragici avvenimenti della storia europea della prima metà del XX secolo, dalla rivoluzione russa del 1905 a quella del 1917, dalla Grande guerra all’esperienza antifascista, dalla Seconda guerra mondiale alla Guerra fredda. In un primo tempo, egli fu un intransigente militante rivoluzionario che confidò nella speranza di un apocalittico rinnovamento della civiltà europea: fu con questo animo che visse la partecipazione al movimento rivoluzionario russo, all’elaborazione culturale anticonformista de «La Voce», alla vicenda dell’interventismo e all’esperienza bellica, alla caduta dello zarismo e all’avvento del regime bolscevico, all’opposizione militante contro il fascismo. Le delusioni di cui furono foriere di volta in volta queste esperienze indussero alla fine Caffi ad un profondo ripensamento della tradizione rivoluzionaria, della funzione della violenza progressiva e del senso della militanza politica. Negli anni Trenta egli fu al centro di un vasto network intellettuale che comprendeva diverse figure dell’emigrazione antifascista internazionale e della comunità culturale francese. Egli fu particolarmente interessato all’elaborazione intellettuale del movimento di Carlo Rosselli, Giustizia e Libertà, all’interno del quale strinse amicizia soprattutto con Nicola Chiaromonte, Mario Levi e Renzo Giua. Tra anni Trenta e anni Quaranta fu vicino soprattutto alla corrente eterodossa, libertaria e antistatalista, del Partito socialista italiano. Tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta egli si consacrò soprattutto ad una generale riflessione sulla Guerra dei Trant’anni del Novecento, elaborando in una sintesi originale le diverse suggestioni di Elie Halévy, Raymond Aron, Albert Camus, Arthur Koestler, Nicola Chiaromonte. Morì infine a Parigi nel 1955.
Un resistente senza speranza. Profilo intellettuale di Andrea Caffi.
2006
Abstract
Questa tesi consiste nel profilo biografico ed intellettuale di Andrea Caffi, significativo esponente poco conosciuto e mai studiato della cultura europea tra XIX e XX secolo. Nato in Russia nel 1887 da una famiglia italiana, egli prese parte attiva a tutti i grandiosi e tragici avvenimenti della storia europea della prima metà del XX secolo, dalla rivoluzione russa del 1905 a quella del 1917, dalla Grande guerra all’esperienza antifascista, dalla Seconda guerra mondiale alla Guerra fredda. In un primo tempo, egli fu un intransigente militante rivoluzionario che confidò nella speranza di un apocalittico rinnovamento della civiltà europea: fu con questo animo che visse la partecipazione al movimento rivoluzionario russo, all’elaborazione culturale anticonformista de «La Voce», alla vicenda dell’interventismo e all’esperienza bellica, alla caduta dello zarismo e all’avvento del regime bolscevico, all’opposizione militante contro il fascismo. Le delusioni di cui furono foriere di volta in volta queste esperienze indussero alla fine Caffi ad un profondo ripensamento della tradizione rivoluzionaria, della funzione della violenza progressiva e del senso della militanza politica. Negli anni Trenta egli fu al centro di un vasto network intellettuale che comprendeva diverse figure dell’emigrazione antifascista internazionale e della comunità culturale francese. Egli fu particolarmente interessato all’elaborazione intellettuale del movimento di Carlo Rosselli, Giustizia e Libertà, all’interno del quale strinse amicizia soprattutto con Nicola Chiaromonte, Mario Levi e Renzo Giua. Tra anni Trenta e anni Quaranta fu vicino soprattutto alla corrente eterodossa, libertaria e antistatalista, del Partito socialista italiano. Tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta egli si consacrò soprattutto ad una generale riflessione sulla Guerra dei Trant’anni del Novecento, elaborando in una sintesi originale le diverse suggestioni di Elie Halévy, Raymond Aron, Albert Camus, Arthur Koestler, Nicola Chiaromonte. Morì infine a Parigi nel 1955.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/136786
URN:NBN:IT:UNIPI-136786