I vantaggi della misurazione invasiva della pressione sono essenzialmente tre: il monitoraggio continuativo della pressione, la rilevazione di dati più prossimi a quelli reali ed il mantenimento del monitoraggio per tutta la durata delle procedure. Al fine di ottenere dati accurati è necessario che il sistema di rilevazione abbia dei requisiti specifici. Lo studio è stato condotto mediante l’attuazione dei seguenti punti: 1. Acquisizione della manualità e della tecnica per la misurazione invasiva 2. Ricerca dei materiali idonei 3. Valutazione dell’applicabilità della metodica e valutazione dell’accuratezza del sistema di monitoraggio in pazienti in anestesia 4. Valutazione dell’applicabilità nei pazienti in emergenza La linea di collegamento deve trasmettere il segnale pressorio al trasduttore senza alterarne le caratteristiche; deve quindi essere costituita da materiale idoneo e non contenere bolle di aria al suo interno. Le prolunghe di polietilene a bassa compliance presenti sul mercato, realizzate appositamente a questo scopo rispondono in maniera ottimale ai requisiti desiderati, in quanto l’onda sfigmica rilevata risulta idonea nelle sue caratteristiche morfologiche. Il posizionamento del trasduttore a livello del cuore è un altro requisito essenziale per l’azzeramento del sistema ed il mantenimento di una rilevazione adeguata dei dati. La manualità per il posizionamento del catetere arterioso si è rivelata realizzabile in buona percentuale (96% dei casi) nella parte dello studio eseguita su soggetti in anestesia di routine. Dallo studio svolto emerge che non esiste una sostanziale differenza tra i dati pressori rilevati con il metodo invasivo a seconda del decubito assunto dal paziente, se la tecnica viene eseguita correttamente e se il sistema viene azzerato ogni volta che il soggetto viene riposizionato. Dallo studio svolto sui soggetti in emergenza è emerso che i soggetti coscienti possono essere cateterizzati con una buona percentuale di esito positivo (68%). Non è consigliabile però effettuare più di un tentativo di cateterizzazione. Un cane in anestesia presenta un polso generalmente più debole e più difficilmente individuabile ma si raggiunge il 100% di esito positivo per la possibilità di maggiori manovre e un maggior numero di accessi possibili. È consigliabile intraprendere una cateterizzazione in pazienti svegli che presentino ipotensione/vasocostrizione prima delle procedure anestesiologiche, per cui la somministrazione di farmaci anestetici potrebbe rendere l’individuazione del polso ancora più difficile. Per poter prendere in considerazione questa procedura durante la gestione dei pazienti critici, occorre una buona acquisizione della tecnica.
Valutazione dell’applicabilità della misurazione della pressione arteriosa invasiva in emergenza nel cane
2007
Abstract
I vantaggi della misurazione invasiva della pressione sono essenzialmente tre: il monitoraggio continuativo della pressione, la rilevazione di dati più prossimi a quelli reali ed il mantenimento del monitoraggio per tutta la durata delle procedure. Al fine di ottenere dati accurati è necessario che il sistema di rilevazione abbia dei requisiti specifici. Lo studio è stato condotto mediante l’attuazione dei seguenti punti: 1. Acquisizione della manualità e della tecnica per la misurazione invasiva 2. Ricerca dei materiali idonei 3. Valutazione dell’applicabilità della metodica e valutazione dell’accuratezza del sistema di monitoraggio in pazienti in anestesia 4. Valutazione dell’applicabilità nei pazienti in emergenza La linea di collegamento deve trasmettere il segnale pressorio al trasduttore senza alterarne le caratteristiche; deve quindi essere costituita da materiale idoneo e non contenere bolle di aria al suo interno. Le prolunghe di polietilene a bassa compliance presenti sul mercato, realizzate appositamente a questo scopo rispondono in maniera ottimale ai requisiti desiderati, in quanto l’onda sfigmica rilevata risulta idonea nelle sue caratteristiche morfologiche. Il posizionamento del trasduttore a livello del cuore è un altro requisito essenziale per l’azzeramento del sistema ed il mantenimento di una rilevazione adeguata dei dati. La manualità per il posizionamento del catetere arterioso si è rivelata realizzabile in buona percentuale (96% dei casi) nella parte dello studio eseguita su soggetti in anestesia di routine. Dallo studio svolto emerge che non esiste una sostanziale differenza tra i dati pressori rilevati con il metodo invasivo a seconda del decubito assunto dal paziente, se la tecnica viene eseguita correttamente e se il sistema viene azzerato ogni volta che il soggetto viene riposizionato. Dallo studio svolto sui soggetti in emergenza è emerso che i soggetti coscienti possono essere cateterizzati con una buona percentuale di esito positivo (68%). Non è consigliabile però effettuare più di un tentativo di cateterizzazione. Un cane in anestesia presenta un polso generalmente più debole e più difficilmente individuabile ma si raggiunge il 100% di esito positivo per la possibilità di maggiori manovre e un maggior numero di accessi possibili. È consigliabile intraprendere una cateterizzazione in pazienti svegli che presentino ipotensione/vasocostrizione prima delle procedure anestesiologiche, per cui la somministrazione di farmaci anestetici potrebbe rendere l’individuazione del polso ancora più difficile. Per poter prendere in considerazione questa procedura durante la gestione dei pazienti critici, occorre una buona acquisizione della tecnica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/137230
URN:NBN:IT:UNIPI-137230