Background. L’infezione primaria da Citomegalovirus (CMV) in gravidanza può portare a infezione congenita in circa il 30% dei casi, di cui 15-20% possono sviluppare sintomi a lungo termine inclusi deficit uditivi e sequele neurologiche. Gravi anomalie cerebrali nello studio ecografico prenatale sono associate a peggiore prognosi, ma è più difficile stabilire gli esiti post-natali nei feti con anomalie ecografiche non gravi. Obiettivi. Valutazione del potere predittivo di malattia sintomatica delle anomalie ecografiche non gravi, in associazione all’amniocentesi, determinabili entro la ventiduesima settimana di gestazione. Metodi. Studio prospettico osservazionale di donne con infezione primaria in gravidanza tra il 2007 e 2015: le pazienti sono state sottoposte a studio ecografico e neurosografico della morfologia fetale ed isolamento virale su liquido amniotico tra 20 e 21 settimane di gestazione, ad almeno 6 settimane dal presunto contagio materno. I segni e i sintomi di malattia congenita sono stati valutati alla nascita e al follow up nei nati vivi e attraverso l’esame autoptico nei casi di interruzione di gravidanza. Risultati. Lo studio ecografico prenatale di 306 gravidanze complicate da infezione primaria da CMV ha rilevato la presenza di anomalie cerebrali lievi e/o extracerebrali in 15 casi (4.9%). Tali reperti si sono dimostrati significativamente associati alla presenza di malattia sintomatica post-natale (OR= 18.5; 95% CI: 5.43-62.8, P<0.001), con alta specificità (97.6%) e valore predittivo negativo (95.6%) La contemporanea presenza di anomalie ecografiche e isolamento di DNA virale su liquido amniotico ha mostrato specificità e valore predittivo negativo pari a 99.7% e 95.7%, mentre la presenza di uno solo dei due reperti ha raggiunto una sensibilità di 94.7% e valore predittivo negativo di 99.6%. Conclusioni. La valutazione del rischio di malattia sintomatica può essere realizzata prima della ventiduesima settimana con buona sensibilità e specificità, attraverso un dettagliato esame ecografico morfologico ed isolamento virale su liquido amniotico.
Infezione primaria da Citomegalovirus in gravidanza: fattori prognostici di malattia sintomatica determinabili entro la ventiduesima settimana di gestazione
2018
Abstract
Background. L’infezione primaria da Citomegalovirus (CMV) in gravidanza può portare a infezione congenita in circa il 30% dei casi, di cui 15-20% possono sviluppare sintomi a lungo termine inclusi deficit uditivi e sequele neurologiche. Gravi anomalie cerebrali nello studio ecografico prenatale sono associate a peggiore prognosi, ma è più difficile stabilire gli esiti post-natali nei feti con anomalie ecografiche non gravi. Obiettivi. Valutazione del potere predittivo di malattia sintomatica delle anomalie ecografiche non gravi, in associazione all’amniocentesi, determinabili entro la ventiduesima settimana di gestazione. Metodi. Studio prospettico osservazionale di donne con infezione primaria in gravidanza tra il 2007 e 2015: le pazienti sono state sottoposte a studio ecografico e neurosografico della morfologia fetale ed isolamento virale su liquido amniotico tra 20 e 21 settimane di gestazione, ad almeno 6 settimane dal presunto contagio materno. I segni e i sintomi di malattia congenita sono stati valutati alla nascita e al follow up nei nati vivi e attraverso l’esame autoptico nei casi di interruzione di gravidanza. Risultati. Lo studio ecografico prenatale di 306 gravidanze complicate da infezione primaria da CMV ha rilevato la presenza di anomalie cerebrali lievi e/o extracerebrali in 15 casi (4.9%). Tali reperti si sono dimostrati significativamente associati alla presenza di malattia sintomatica post-natale (OR= 18.5; 95% CI: 5.43-62.8, P<0.001), con alta specificità (97.6%) e valore predittivo negativo (95.6%) La contemporanea presenza di anomalie ecografiche e isolamento di DNA virale su liquido amniotico ha mostrato specificità e valore predittivo negativo pari a 99.7% e 95.7%, mentre la presenza di uno solo dei due reperti ha raggiunto una sensibilità di 94.7% e valore predittivo negativo di 99.6%. Conclusioni. La valutazione del rischio di malattia sintomatica può essere realizzata prima della ventiduesima settimana con buona sensibilità e specificità, attraverso un dettagliato esame ecografico morfologico ed isolamento virale su liquido amniotico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/137483
URN:NBN:IT:UNIBO-137483