Il lavoro si basa su un’inchiesta sul campo fatta in venti località della parte appenninica della provincia di Bologna, compreso il capoluogo, con l’obiettivo di individuare nella sincronia del dato una sorta di stratigrafia diacronica fonologica, suggerita dagli studi dialettologici sull’area, che indicano nella prossimità del crinale il persistere di condizioni gallo-italiche molto arcaiche a cui rispondono a valle le profonde innovazioni del dialetto urbano. L’analisi uditiva e spettrografica del materiale raccolto ha confermato questa situazione, rivelandone una progressione interna estremamente particolareggiata, che può essere seguita località per località. L’interpretazione fonologica indica che tutte le parlate analizzate condividono condizioni di partenza italoromanze settentrionali, denotate da lenizione delle consonanti scempie intervocaliche, progressione della degeminazione, prima ondata della compensazione ritmica della vocale tonica, pertinenza fonologica della quantità vocalica. All’interno di questo diasistema, si va da varietà conservative come quelle montane, che sul piano prosodico¬strutturale sono a controllo e condividono molte proprietà dei sistemi quantity, a varietà innovative come quella urbana, quelle del basso Reno e della Val Samoggia, che invece sono a compensazione e tendono alle proprietà dei sistemi syllable¬cut. La stessa progressione è rilevabile per la cancellazione del vocalismo atono e per l’avanzamento dei fenomeni di chain shifting del vocalismo tonico. La fascia medioappenninica si trova a metà di questo processo. La diffusione di tutti i fenomeni si spiega, oltre che attraverso la ricostruzione linguistica, anche attraverso la considerazione dei fatti storico-territoriali, corroborando così i metodi della linguistica interna con gli strumenti della linguistica esterna
Vocali e consonanti a confronto. Uno studio teorico e sperimentale sui dialetti dell’Appennino Bolognese
2007
Abstract
Il lavoro si basa su un’inchiesta sul campo fatta in venti località della parte appenninica della provincia di Bologna, compreso il capoluogo, con l’obiettivo di individuare nella sincronia del dato una sorta di stratigrafia diacronica fonologica, suggerita dagli studi dialettologici sull’area, che indicano nella prossimità del crinale il persistere di condizioni gallo-italiche molto arcaiche a cui rispondono a valle le profonde innovazioni del dialetto urbano. L’analisi uditiva e spettrografica del materiale raccolto ha confermato questa situazione, rivelandone una progressione interna estremamente particolareggiata, che può essere seguita località per località. L’interpretazione fonologica indica che tutte le parlate analizzate condividono condizioni di partenza italoromanze settentrionali, denotate da lenizione delle consonanti scempie intervocaliche, progressione della degeminazione, prima ondata della compensazione ritmica della vocale tonica, pertinenza fonologica della quantità vocalica. All’interno di questo diasistema, si va da varietà conservative come quelle montane, che sul piano prosodico¬strutturale sono a controllo e condividono molte proprietà dei sistemi quantity, a varietà innovative come quella urbana, quelle del basso Reno e della Val Samoggia, che invece sono a compensazione e tendono alle proprietà dei sistemi syllable¬cut. La stessa progressione è rilevabile per la cancellazione del vocalismo atono e per l’avanzamento dei fenomeni di chain shifting del vocalismo tonico. La fascia medioappenninica si trova a metà di questo processo. La diffusione di tutti i fenomeni si spiega, oltre che attraverso la ricostruzione linguistica, anche attraverso la considerazione dei fatti storico-territoriali, corroborando così i metodi della linguistica interna con gli strumenti della linguistica esternaFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/137946
URN:NBN:IT:UNIPI-137946