È unanimemente riconosciuto il fatto che le migrazioni, soprattutto in anni recenti e dentro lo spazio europeo, siano un fenomeno ormai strutturale che contraddistingue le società contemporanee. Uno scenario di apparente eliminazione dei confini in cui al contempo si verifica una proliferazione degli stessi: proliferazione delle zone e degli spazi di contatto dove si “giocano” battaglie e sperimentano conflitti tra pratiche di soggettivazione e dispositivi di assoggettamento. È in questi luoghi liminali più o meno concreti che le differenze rivedono il loro campo di esistenza non soltanto incontrandosi e a volte scontrandosi, ma producendosi e riproducendosi in infinite costellazioni, o in certi casi estinguendosi sotto una spinta omologante. Muovendo da un’analisi concettuale e ragionata dei principali framework di lettura delle differenze – differenze linguistiche e, soprattutto, culturali –, il progetto si è proposto di costruire un’alternativa fondata sulla categoria concettuale di traduzione: il translational approach, o approccio traduttivo, del quale è stata offerta una descrizione analitica. Chiamare in causa la traduzione come strumento conoscitivo e come inedita prospettiva di esplorazione sociologica ha significato ripercorrere la molteplicità di declinazioni che ha assunto in riferimento alla questione dell’alterità: dai contributi antropologici, filosofici e postcoloniali ai translation studies e gli sviluppi più recenti. Si è applicato poi l’approccio a due specifici contesti: il contesto della ricerca e del sapere scientifico – nei suoi aspetti di mobilità e circolazione di differenze – e il contesto di una scuola elementare di quartiere particolarmente significativo ai nostri fini di ricerca.
E tu di che lingua sei? Per un approccio traduttivo all'eterogeneità culturale
2020
Abstract
È unanimemente riconosciuto il fatto che le migrazioni, soprattutto in anni recenti e dentro lo spazio europeo, siano un fenomeno ormai strutturale che contraddistingue le società contemporanee. Uno scenario di apparente eliminazione dei confini in cui al contempo si verifica una proliferazione degli stessi: proliferazione delle zone e degli spazi di contatto dove si “giocano” battaglie e sperimentano conflitti tra pratiche di soggettivazione e dispositivi di assoggettamento. È in questi luoghi liminali più o meno concreti che le differenze rivedono il loro campo di esistenza non soltanto incontrandosi e a volte scontrandosi, ma producendosi e riproducendosi in infinite costellazioni, o in certi casi estinguendosi sotto una spinta omologante. Muovendo da un’analisi concettuale e ragionata dei principali framework di lettura delle differenze – differenze linguistiche e, soprattutto, culturali –, il progetto si è proposto di costruire un’alternativa fondata sulla categoria concettuale di traduzione: il translational approach, o approccio traduttivo, del quale è stata offerta una descrizione analitica. Chiamare in causa la traduzione come strumento conoscitivo e come inedita prospettiva di esplorazione sociologica ha significato ripercorrere la molteplicità di declinazioni che ha assunto in riferimento alla questione dell’alterità: dai contributi antropologici, filosofici e postcoloniali ai translation studies e gli sviluppi più recenti. Si è applicato poi l’approccio a due specifici contesti: il contesto della ricerca e del sapere scientifico – nei suoi aspetti di mobilità e circolazione di differenze – e il contesto di una scuola elementare di quartiere particolarmente significativo ai nostri fini di ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/139491
URN:NBN:IT:UNIPI-139491