In generale, l’eziologia delle malattie neurodegenerative, quale la Malattia di Alzheimer, è polifattoriale, rendendo ancora oggi sconosciuto il vero meccanismo patogenetico che le contraddistingue e non consentendo di adottare una terapia volta all’eliminazione della causa della malattia stessa, ma solamente in grado di contrastarne la sintomatologia. In una condizione teorica ideale, più che un concorso di fattori eziologici, sarebbe auspicabile avere una causa primaria che agisca su un meccanismo molecolare, biochimico o funzionale ben definito così da favorire un approccio terapeutico unitario alla patologia. La definizione eziologica permetterebbe una rapida caratterizzazione patogenetica, la quale a sua volta garantirebbe l’individuazione di biomarcatori, utili alla diagnosi e al monitoraggio dell’evoluzione della malattia. Purtroppo, nell’ambito delle patologie neurodegenerative siamo ben lontani da questa condizione ideale. Tra i vari biomarcatori di patologia, quelli biochimico-clinici rivestono da sempre un significativo interesse, sia perché di più facile acquisizione e valutazione, ma soprattutto perché strettamente dipendenti dal meccanismo ezio-patogenetico che sta alla base della malattia. Quando l’eziologia e la patogenesi sono sconosciute, come nelle patologie neurodegenerative, il ruolo dei marcatori biochimico-clinici non può che essere limitato. In questa tesi prenderemo in considerazione in particolare i possibile fattori biochimici che concorrono all’eziopatogenesi della demenza di Alzheimer. In particolare, basandoci sui protocolli del progetto “Train the Brain 2.0”, verranno analizzate le correlazioni intercorrenti tra fattori biochimici e metabolici e deficit neuropsicologici. Sarà presa in considerazione la fase di declino cognitivo definita Mild Cognitive Impairment, considerata precedente allo sviluppo della Malattia di Alzheimer. Scopo della Tesi è rilevare la correlazione e il ruolo di alcuni fattori biochimici nelle fasi precoci della demenza e in particolare dell’omocisteina.
Marcatori biochimici nelle malattie neurodegenerative: risultati preliminari del progetto Train The Brain 2.0
2014
Abstract
In generale, l’eziologia delle malattie neurodegenerative, quale la Malattia di Alzheimer, è polifattoriale, rendendo ancora oggi sconosciuto il vero meccanismo patogenetico che le contraddistingue e non consentendo di adottare una terapia volta all’eliminazione della causa della malattia stessa, ma solamente in grado di contrastarne la sintomatologia. In una condizione teorica ideale, più che un concorso di fattori eziologici, sarebbe auspicabile avere una causa primaria che agisca su un meccanismo molecolare, biochimico o funzionale ben definito così da favorire un approccio terapeutico unitario alla patologia. La definizione eziologica permetterebbe una rapida caratterizzazione patogenetica, la quale a sua volta garantirebbe l’individuazione di biomarcatori, utili alla diagnosi e al monitoraggio dell’evoluzione della malattia. Purtroppo, nell’ambito delle patologie neurodegenerative siamo ben lontani da questa condizione ideale. Tra i vari biomarcatori di patologia, quelli biochimico-clinici rivestono da sempre un significativo interesse, sia perché di più facile acquisizione e valutazione, ma soprattutto perché strettamente dipendenti dal meccanismo ezio-patogenetico che sta alla base della malattia. Quando l’eziologia e la patogenesi sono sconosciute, come nelle patologie neurodegenerative, il ruolo dei marcatori biochimico-clinici non può che essere limitato. In questa tesi prenderemo in considerazione in particolare i possibile fattori biochimici che concorrono all’eziopatogenesi della demenza di Alzheimer. In particolare, basandoci sui protocolli del progetto “Train the Brain 2.0”, verranno analizzate le correlazioni intercorrenti tra fattori biochimici e metabolici e deficit neuropsicologici. Sarà presa in considerazione la fase di declino cognitivo definita Mild Cognitive Impairment, considerata precedente allo sviluppo della Malattia di Alzheimer. Scopo della Tesi è rilevare la correlazione e il ruolo di alcuni fattori biochimici nelle fasi precoci della demenza e in particolare dell’omocisteina.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/139699
URN:NBN:IT:UNIPI-139699