Il seguente lavoro nasce in risposa ad un personale interessamento circa il mondo delle reti in campo culturale, analizzate attraverso la lente dell’organizzazione aziendale. Il progressivo fiorire di approcci di tipo integrato alla gestione dei beni e delle attività culturali ha portato, nel corso degli ultimi anni, ad una maggiore attenzione nei confronti delle esperienze realizzate con tale finalità, fino a giungere ad un vero e proprio riconoscimento a livello europeo . Riconosciuta come fattore da tutelare e valorizzare, assurta a vero e proprio driver di sviluppo non soltanto economico ma anche e soprattutto sociale, la cultura, intesa nel suo significato più ampio e nelle sue manifestazioni più varie, è oggi il fulcro di politiche trasversali promosse ai vari livelli istituzionali, che hanno tutte l’obiettivo comune di restituirle il posto di primo piano che merita nella vita delle comunità. Ciò ha portato chi scrive a condurre una ricerca avente prevalentemente finalità conoscitive ed esplorative, ricerca che vede il suo incipit in una analisi della legislazione in materia di beni ed attività culturali. Prosegue poi con un’analisi della letteratura sulle reti in generale e, successivamente, sulle reti in campo culturale, al fine di identificare forme organizzative emergenti, la cui analisi potrebbe risultare utile al fine di una futura standardizzazione dei processi di creazione delle suddette reti, ad oggi, nonostante tutto, non ancora presente. Dall’analisi condotta è emersa infatti una difficoltà derivante da un ambito caratterizzato da casistiche ancora poco standardizzate per le quali non esistono codificazioni utili alla loro implementazione e controllo. La ricerca è poi proceduta con un’analisi sul campo che ha portato a porre sotto la lente d’ingrandimento tre casistiche presenti nel territorio italiano, analizzate attraverso il ricorso all’analisi qualitativa e documentale. Lo strumento scelto è stato quello del descriptive multiple case study (Baxter, Jack, 2008). Nello specifico, i tre casi sono stati scelti in base ad un criterio di eterogeneità, così da fornire una panoramica il più possibile rappresentativa delle esperienze attualmente in essere. Al termine della suddetta analisi si è proceduto ad un confronto tra gli aspetti emergenti ritenuti distintivi e cruciali al fine di valutare la coerenza tra scelte organizzative, obiettivi dichiarati e obiettivi raggiunti. Inoltre sono stati evidenziati, dove rintracciati, elementi di forza e debolezza nonché best practice, utili ad una futura sistematizzazione dei processi di creazione di network nell’heritage system. L’obiettivo è soprattutto quello di giungere ad ottimizzazione degli sforzi affinché la cultura diventi davvero motore di sviluppo, non solo per l’economia ma per tutto il tessuto locale, elemento di rivitalizzazione ed integrazione, in grado di creare una popolazione consapevole della sua storia e delle sue potenzialità, capace di costruire un futuro che sia di libertà e di rispetto, per le generazioni a venire e per quelle passate.

MODELLI ORGANIZZATIVI A RETE PER LA VALORIZZAZIONE DELL'HERITAGE SYSTEM:L'ESPERIENZA ITALIANA

2016

Abstract

Il seguente lavoro nasce in risposa ad un personale interessamento circa il mondo delle reti in campo culturale, analizzate attraverso la lente dell’organizzazione aziendale. Il progressivo fiorire di approcci di tipo integrato alla gestione dei beni e delle attività culturali ha portato, nel corso degli ultimi anni, ad una maggiore attenzione nei confronti delle esperienze realizzate con tale finalità, fino a giungere ad un vero e proprio riconoscimento a livello europeo . Riconosciuta come fattore da tutelare e valorizzare, assurta a vero e proprio driver di sviluppo non soltanto economico ma anche e soprattutto sociale, la cultura, intesa nel suo significato più ampio e nelle sue manifestazioni più varie, è oggi il fulcro di politiche trasversali promosse ai vari livelli istituzionali, che hanno tutte l’obiettivo comune di restituirle il posto di primo piano che merita nella vita delle comunità. Ciò ha portato chi scrive a condurre una ricerca avente prevalentemente finalità conoscitive ed esplorative, ricerca che vede il suo incipit in una analisi della legislazione in materia di beni ed attività culturali. Prosegue poi con un’analisi della letteratura sulle reti in generale e, successivamente, sulle reti in campo culturale, al fine di identificare forme organizzative emergenti, la cui analisi potrebbe risultare utile al fine di una futura standardizzazione dei processi di creazione delle suddette reti, ad oggi, nonostante tutto, non ancora presente. Dall’analisi condotta è emersa infatti una difficoltà derivante da un ambito caratterizzato da casistiche ancora poco standardizzate per le quali non esistono codificazioni utili alla loro implementazione e controllo. La ricerca è poi proceduta con un’analisi sul campo che ha portato a porre sotto la lente d’ingrandimento tre casistiche presenti nel territorio italiano, analizzate attraverso il ricorso all’analisi qualitativa e documentale. Lo strumento scelto è stato quello del descriptive multiple case study (Baxter, Jack, 2008). Nello specifico, i tre casi sono stati scelti in base ad un criterio di eterogeneità, così da fornire una panoramica il più possibile rappresentativa delle esperienze attualmente in essere. Al termine della suddetta analisi si è proceduto ad un confronto tra gli aspetti emergenti ritenuti distintivi e cruciali al fine di valutare la coerenza tra scelte organizzative, obiettivi dichiarati e obiettivi raggiunti. Inoltre sono stati evidenziati, dove rintracciati, elementi di forza e debolezza nonché best practice, utili ad una futura sistematizzazione dei processi di creazione di network nell’heritage system. L’obiettivo è soprattutto quello di giungere ad ottimizzazione degli sforzi affinché la cultura diventi davvero motore di sviluppo, non solo per l’economia ma per tutto il tessuto locale, elemento di rivitalizzazione ed integrazione, in grado di creare una popolazione consapevole della sua storia e delle sue potenzialità, capace di costruire un futuro che sia di libertà e di rispetto, per le generazioni a venire e per quelle passate.
18-feb-2016
Italiano
Bonti, Mariacristina
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/139799
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-139799