Introduzione La presente ricerca parte dall’analisi di alcune significative posizioni scettiche espresse nella ricerca educativa, soprattutto in ambito inglese e tedesco, nei confronti del modello scolastico della “full inclusion”. Vengono esaminate e ricondotte a tale filone “scettico” anche le posizioni di quegli autori che escludono la possibilità che una scuola fondata sulla composizione eterogenea delle classi possa garantire elevati livelli di apprendimento e garantire il diritto all’apprendimento per tutte le alunne e tutti gli alunni. Framework teorico Il quadro teorico di riferimento si basa su una lettura in chiave sistemica dei processi inclusivi nella scuola. La cultura organizzativa fondata sul modello della leadership inclusiva assume un ruolo decisivo nell’ orientare il cambiamento della scuola verso la rimozione di ogni barriera che possa limitare o impedire la partecipazione di tutte le alunne e tutti gli alunni ai processi di insegnamento/apprendimento. Modelli partecipati e distribuiti e situati di leadership educativa vengono inoltre considerati decisivi per lo sviluppo di comunità di pratiche fondate sulla collaborazione tra gli insegnanti. Domanda della ricerca La domanda che ha guidato le fasi della ricerca di seguito esposte investe due livelli della cultura organizzativa della scuola. Il primo livello guarda ai fattori e alle modalità di collaborazione tra gli insegnanti rispetto al quale la domanda si può così configurare: attraverso quali modalità gli insegnanti mettono in campo lo strumento della collaborazione tra di loro quando nel contesto di lavoro emergono da parte degli alunni domande educative e didattiche che richiedono delle risposte “speciali”? Il secondo livello riguarda le scelte di gestione dei processi inclusivi e i valori di fondo che le orientano, in relazione alle quali ci chiediamo: in che modo il dirigente scolastico o altre figure che nella scuola svolgono un a particolare funzione (funzioni strumentali, responsabili del GLI di istituto, referente per gli alunni con BES) possono contribuire a migliorare i processi inclusivi nella scuola? In questa seconda domanda il focus è su singole figure che per particolari ruoli da loro ricoperti svolgono un’azione propulsiva, di leadership, per il miglioramento dei processi inclusivi, operando delle scelte di carattere organizzativo e guidando gli altri attori presenti nel contesto scolastico. Metodologia della ricerca. Questo studio adotta una metodologia di ricerca mista di tipo qualitativo: una ricerca azione di tipo partecipativo e la metodologia dello studio di caso. La ricerca documenta, attraverso la narrazione delle sue fasi di sviluppo, un percorso di autovalutazione dei livelli di inclusione della scuola attraverso lo strumento dell’Index per l’inclusione di Booth e Ainscow che coinvolge, oltre al ricercatore, la comunità scolastica (genitori, alunni e insegnanti) di un Istituto Comprensivo di Bolzano. Il presente studio di caso assume una forma esplicativa, ovvero cerca, con i dati raccolti sul campo, di dare una o più risposte alle domande sopra definite. Nella ricerca di tipo esplicativo secondo il modello teorizzato da Yin non ci sono particolari limitazioni nella scelta degli strumenti attraverso i quali ricavare i dati. Lo studio di caso esplicativo privilegia tuttavia alcuni di essi: l’osservazione, l’intervista con le persone che sono coinvolte nell’evento osservato, l’analisi dei documenti relativi al contesto che è l’oggetto della nostra analisi. Esiti della ricerca. La ricerca intende aprire nuove prospettive di sviluppo organizzativo e gestionale dei processi di inclusione, capaci di investire la scuola nella sua interezza attraverso pratiche di collaborazione diffusa tra insegnanti. Essa mette in evidenza la possibilità di creare nella scuola condizioni strutturali e di processo che facilitino la collaborazione tra docenti come fattore primario di miglioramento dell’inclusione scolastica, intesa come condizione di possibilità della massima partecipazione e del massimo sviluppo del potenziale cognitivo e socio-relazionale di tutti gli alunni. Tali condizioni consistono in forme di flessibilità organizzativa e didattica che facilitino i processi di collaborazione tra gli insegnanti, gli unici capaci di evitare fenomeni delega e marginalizzazione degli alunni con bisogni educativi speciali.
Innovazione e miglioramento dell'inclusione scolastica: dalle posizioni scettiche alle prospettive per una gestione efficace dei processi inclusivi
2019
Abstract
Introduzione La presente ricerca parte dall’analisi di alcune significative posizioni scettiche espresse nella ricerca educativa, soprattutto in ambito inglese e tedesco, nei confronti del modello scolastico della “full inclusion”. Vengono esaminate e ricondotte a tale filone “scettico” anche le posizioni di quegli autori che escludono la possibilità che una scuola fondata sulla composizione eterogenea delle classi possa garantire elevati livelli di apprendimento e garantire il diritto all’apprendimento per tutte le alunne e tutti gli alunni. Framework teorico Il quadro teorico di riferimento si basa su una lettura in chiave sistemica dei processi inclusivi nella scuola. La cultura organizzativa fondata sul modello della leadership inclusiva assume un ruolo decisivo nell’ orientare il cambiamento della scuola verso la rimozione di ogni barriera che possa limitare o impedire la partecipazione di tutte le alunne e tutti gli alunni ai processi di insegnamento/apprendimento. Modelli partecipati e distribuiti e situati di leadership educativa vengono inoltre considerati decisivi per lo sviluppo di comunità di pratiche fondate sulla collaborazione tra gli insegnanti. Domanda della ricerca La domanda che ha guidato le fasi della ricerca di seguito esposte investe due livelli della cultura organizzativa della scuola. Il primo livello guarda ai fattori e alle modalità di collaborazione tra gli insegnanti rispetto al quale la domanda si può così configurare: attraverso quali modalità gli insegnanti mettono in campo lo strumento della collaborazione tra di loro quando nel contesto di lavoro emergono da parte degli alunni domande educative e didattiche che richiedono delle risposte “speciali”? Il secondo livello riguarda le scelte di gestione dei processi inclusivi e i valori di fondo che le orientano, in relazione alle quali ci chiediamo: in che modo il dirigente scolastico o altre figure che nella scuola svolgono un a particolare funzione (funzioni strumentali, responsabili del GLI di istituto, referente per gli alunni con BES) possono contribuire a migliorare i processi inclusivi nella scuola? In questa seconda domanda il focus è su singole figure che per particolari ruoli da loro ricoperti svolgono un’azione propulsiva, di leadership, per il miglioramento dei processi inclusivi, operando delle scelte di carattere organizzativo e guidando gli altri attori presenti nel contesto scolastico. Metodologia della ricerca. Questo studio adotta una metodologia di ricerca mista di tipo qualitativo: una ricerca azione di tipo partecipativo e la metodologia dello studio di caso. La ricerca documenta, attraverso la narrazione delle sue fasi di sviluppo, un percorso di autovalutazione dei livelli di inclusione della scuola attraverso lo strumento dell’Index per l’inclusione di Booth e Ainscow che coinvolge, oltre al ricercatore, la comunità scolastica (genitori, alunni e insegnanti) di un Istituto Comprensivo di Bolzano. Il presente studio di caso assume una forma esplicativa, ovvero cerca, con i dati raccolti sul campo, di dare una o più risposte alle domande sopra definite. Nella ricerca di tipo esplicativo secondo il modello teorizzato da Yin non ci sono particolari limitazioni nella scelta degli strumenti attraverso i quali ricavare i dati. Lo studio di caso esplicativo privilegia tuttavia alcuni di essi: l’osservazione, l’intervista con le persone che sono coinvolte nell’evento osservato, l’analisi dei documenti relativi al contesto che è l’oggetto della nostra analisi. Esiti della ricerca. La ricerca intende aprire nuove prospettive di sviluppo organizzativo e gestionale dei processi di inclusione, capaci di investire la scuola nella sua interezza attraverso pratiche di collaborazione diffusa tra insegnanti. Essa mette in evidenza la possibilità di creare nella scuola condizioni strutturali e di processo che facilitino la collaborazione tra docenti come fattore primario di miglioramento dell’inclusione scolastica, intesa come condizione di possibilità della massima partecipazione e del massimo sviluppo del potenziale cognitivo e socio-relazionale di tutti gli alunni. Tali condizioni consistono in forme di flessibilità organizzativa e didattica che facilitino i processi di collaborazione tra gli insegnanti, gli unici capaci di evitare fenomeni delega e marginalizzazione degli alunni con bisogni educativi speciali.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/140524
URN:NBN:IT:UNIBZ-140524