Il presente lavoro ha per tema il significato e la portata del c.d. principio di effettività, per individuare (i) quando il suo uso da parte della Corte di giustizia è legittimo e quando invece esso appare abusivo, e (ii) in che misura, e con quali limiti, il giudice nazionale è tenuto a darvi applicazione e farsene co-autore nelle controversie di diritto privato. A tal fine, il primo capitolo pone le necessarie premesse metodologiche di analisi del linguaggio giuridico, individuando quattro principali tipologie di discorso in cui il richiamo all’«effettività» riveste un ruolo fondamentale (la definizione del concetto di diritto, il giudizio sulla validità del diritto, il giudizio sull'esistenza del diritto, la determinazione e la tutela dei diritti). Il secondo e terzo capitolo analizzano gli usi del criterio di effettività nella giurisprudenza della Corte di giustizia, organizzandoli secondo due principali direttrici di indagine, corrispondenti ai due principali referenti: l’effettività delle norme di diritto europeo e l’effettività della tutela giurisdizionale. Il quarto capitolo valuta la coerenza di tali usi sia rispetto al livello interno del discorso, sia in relazione all'assetto politico-istituzionale di riferimento, al fine di specificare tanto i significati quanto le funzioni che la Corte attribuisce, legittimamente o illegittimamente, all'effettività. Il quinto capitolo abbozza uno statuto normativo dell’effettività nella giurisprudenza europea – come canone interpretativo, decisionale e giustificativo – e individua alcune ipotesi di potenziale abuso. Il risultato dell’indagine è impiegato infine, secondo la struttura dialettica della comparazione, per valutare l’uso dell’effettività nel diritto privato nazionale.
L'effettività del diritto (privato) europeo nella giurisprudenza della Corte di Lussemburgo. Analisi di un concetto indeterminato.
2019
Abstract
Il presente lavoro ha per tema il significato e la portata del c.d. principio di effettività, per individuare (i) quando il suo uso da parte della Corte di giustizia è legittimo e quando invece esso appare abusivo, e (ii) in che misura, e con quali limiti, il giudice nazionale è tenuto a darvi applicazione e farsene co-autore nelle controversie di diritto privato. A tal fine, il primo capitolo pone le necessarie premesse metodologiche di analisi del linguaggio giuridico, individuando quattro principali tipologie di discorso in cui il richiamo all’«effettività» riveste un ruolo fondamentale (la definizione del concetto di diritto, il giudizio sulla validità del diritto, il giudizio sull'esistenza del diritto, la determinazione e la tutela dei diritti). Il secondo e terzo capitolo analizzano gli usi del criterio di effettività nella giurisprudenza della Corte di giustizia, organizzandoli secondo due principali direttrici di indagine, corrispondenti ai due principali referenti: l’effettività delle norme di diritto europeo e l’effettività della tutela giurisdizionale. Il quarto capitolo valuta la coerenza di tali usi sia rispetto al livello interno del discorso, sia in relazione all'assetto politico-istituzionale di riferimento, al fine di specificare tanto i significati quanto le funzioni che la Corte attribuisce, legittimamente o illegittimamente, all'effettività. Il quinto capitolo abbozza uno statuto normativo dell’effettività nella giurisprudenza europea – come canone interpretativo, decisionale e giustificativo – e individua alcune ipotesi di potenziale abuso. Il risultato dell’indagine è impiegato infine, secondo la struttura dialettica della comparazione, per valutare l’uso dell’effettività nel diritto privato nazionale.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/141208
URN:NBN:IT:UNIPI-141208