Oggetto della ricerca di dottorato sono i primissimi anni della ricostruzione del patrimonio storico-artistico italiano, a scala architettonica e urbana, dopo i terribili eventi della seconda guerra mondiale: una stagione storica qui definita fase eroica della ricostruzione. L’arco temporale ristretto (1943-1948) è caratterizzato da Ranuccio Bianchi Bandinelli, negli anni centrali in qualità di Direttore generale delle Antichità e Belle Arti presso il Ministero della Pubblica Istruzione (dal 15 maggio 1945 al 30 giugno 1947). La tesi approfondisce l’opera effettiva che lo Stato effettuò sul territorio nazionale, a partire dalla Direzione generale, tramite il Consiglio superiore Antichità e Belle Arti e attraverso il contributo di studiosi di altissimo calibro fino a quel momento estranei all’amministrazione artistica, ma che in questo periodo, animati dalle speranze di rinnovamento del postfascismo, decisero di mettere da parte le proprie ricerche per servire come “funzionari” dello Stato. Individuati questi “protagonisti” – in primis Ranuccio Bianchi Bandinelli, Carlo Ludovico Ragghianti e Roberto Pane, ma anche Giorgio Castelfranco e Bruno Zevi – sono stati ricercati i loro obiettivi, sorprendentemente comuni nonostante le differenti formazioni, e studiate le interrelazioni, le reciproche influenze e i contrasti. Inoltre ne sono seguite le attività, individuando i successi e i fallimenti anche in relazione ai numerosi fattori personali, economici, politici e storici che li hanno determinati.

L’alba della ricostruzione. Tutela, restauro, urbanistica negli anni della direzione generale di Ranuccio Bianchi Bandinelli (1944-1948).

2016

Abstract

Oggetto della ricerca di dottorato sono i primissimi anni della ricostruzione del patrimonio storico-artistico italiano, a scala architettonica e urbana, dopo i terribili eventi della seconda guerra mondiale: una stagione storica qui definita fase eroica della ricostruzione. L’arco temporale ristretto (1943-1948) è caratterizzato da Ranuccio Bianchi Bandinelli, negli anni centrali in qualità di Direttore generale delle Antichità e Belle Arti presso il Ministero della Pubblica Istruzione (dal 15 maggio 1945 al 30 giugno 1947). La tesi approfondisce l’opera effettiva che lo Stato effettuò sul territorio nazionale, a partire dalla Direzione generale, tramite il Consiglio superiore Antichità e Belle Arti e attraverso il contributo di studiosi di altissimo calibro fino a quel momento estranei all’amministrazione artistica, ma che in questo periodo, animati dalle speranze di rinnovamento del postfascismo, decisero di mettere da parte le proprie ricerche per servire come “funzionari” dello Stato. Individuati questi “protagonisti” – in primis Ranuccio Bianchi Bandinelli, Carlo Ludovico Ragghianti e Roberto Pane, ma anche Giorgio Castelfranco e Bruno Zevi – sono stati ricercati i loro obiettivi, sorprendentemente comuni nonostante le differenti formazioni, e studiate le interrelazioni, le reciproche influenze e i contrasti. Inoltre ne sono seguite le attività, individuando i successi e i fallimenti anche in relazione ai numerosi fattori personali, economici, politici e storici che li hanno determinati.
31-mar-2016
Italiano
Università degli Studi di Napoli Federico II
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNINA-143212