La ricerca presentata in questo lavoro ha per oggetto lo studio della relazione tra le capacità di secondo livello e la comprensione della lettura in un gruppo di studenti adulti iscritti a diversi corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Gli adulti, infatti, sono sempre più spesso protagonisti di scelte formative e professionali dovute al venir meno dei percorsi di linearità che un tempo caratterizzavano l’esistenza: il ciclo vitale contrassegnato da “tappe obbligate e definitive”, quali gli studi formali e l’ingresso nel mondo del lavoro, è sovente sostituito da fuoriuscite e rientri nei percorsi educativi e nel mercato del lavoro. Con l’introduzione nei documenti europei e nella letteratura internazionale del concetto di lifelong learning, si introduce anche la distinzione tra apprendimento formale, non formale ed informale insieme all’invito, da parte dell’Unione europea, a progettare percorsi di istruzione finalizzati non solo all’acquisizione di conoscenze, ma anche di saperi pratici e comportamentali declinati e descritti in termini di obiettivi dell’apprendimento e valutati in crediti. Oggi si assiste perciò al rientro nei percorsi universitari di studenti appartenenti a fasce d’età diverse da quella canonica, fenomeno improvviso dal quale è nata l’esigenza di dover gestire questa nuova categoria di utenza che presenta caratteristiche differenti rispetto a quelle degli studenti universitari in età canonica. Gli adulti, infatti, (ri)entrano all’università con un bagaglio di vita e di esperienze che influenza in modo determinante il rapporto con l’apprendimento nonché le modalità con le quali si affronta lo studio. Gli studenti universitari adulti (i cosiddetti lavoratori‐studenti) e la loro capacità di comprensione della lettura in rapporto al possesso di capacità di secondo livello e in funzione dello sviluppo di tali capacità sono quindi il fulcro del presente lavoro e hanno costituito il punto di riferimento per la costruzione delle domande e conseguenti ipotesi di ricerca, le quali presuppongono una forte dipendenza tra i processi gestiti attraverso il ricorso ad abilità di secondo livello e la comprensione della lettura e una maggiore consapevolezza di tali processi nei lettori migliori. La metodologia di ricerca sviluppata per trovare una conferma alle ipotesi formulate è una metodologia qualitativa che si colloca all’interno del paradigma teorico della ricerca azione in quanto utilizzabile in tutti quei contesti in cui un “a problem involving people, tasks and procedures cries out for solution. […] Action research can be used in a variety of areas, for example: teaching methods […], learning strategies […], evaluative procedures […], management and control […]” (Cohen et al., 2004, p. 226). Si è quindi proceduto ad impostare le attività di ricerca in tre fasi: nella prima fase, i partecipanti hanno svolto delle prove per la comprensione della lettura; nella seconda fase, attraverso delle interviste semistrutturate, è stato chiesto ai partecipanti di ripercorrere le prove di comprensione della lettura svolte nella fase precedente e di ricostruire, ispirandosi alla tecnica del thinking aloud, i processi cognitivi applicati per leggere i brani e fornire le risposte; nella terza fase, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi di livello (un gruppo composto dai lettori migliori, uno dai lettori normali, uno dai lettori deboli) e invitati a svolgere nuove prove di comprensione della lettura (simili per tipologia e natura del compito a quelle della prima fase) e a fornire risposte condivise. Il lavoro di ricerca è presentato in sei capitoli, quattro dedicati alla ricostruzione del quadro teorico e due alla presentazione della ricerca. Nel primo capitolo si ripercorre lo sviluppo degli orientamenti europei sull’apprendimento permanente attraverso l’analisi dei documenti più significativi. Emergono i concetti di istruzione e formazione permanente prima e apprendimento permanente/lifelong learning poi, dell’apprendere ad apprendere e della necessità di favorire lo sviluppo della capacità di comprensione della lettura a tutte le età. Si fa altresì riferimento all’introduzione del neologismo lifewide learning per sottolineare la dimensione spaziale dell’apprendimento: non solo per tutto l’arco della vita (lifelong), ma anche in tutti i contesti di vita (lifewide); non solo apprendimento formale, ma anche non formale ed informale. Dal quadro europeo si passa ad esaminare quello nazionale, in cui si prendono in considerazione le diverse disposizioni con le quali, dal 1996 ad oggi, l’Italia ha recepito le raccomandazioni e indicazioni europee relative all’apprendimento permanente e all’educazione degli adulti. Nel secondo capitolo si propone una ricostruzione degli approcci teorici al concetto di adulto e delle relative definizioni, seguita da una ricognizione delle principali teorie dell’apprendimento in età adulta, che si riconduce a tre tipologie, secondo la distinzione operata da Merriam e Caffarella (1991): le teorie basate sulle caratteristiche degli adulti in quanto studenti; le teorie basate sulle situazioni di vita degli individui in età adulta; le teorie basate sull’apprendimento come acquisizione di consapevolezza di sé. Prendendo come riferimento tale tripartizione, sono stati esaminati alcuni degli studiosi più rappresentativi all’interno di ciascun gruppo. Il terzo capitolo si presenta come un percorso “in salita”, nel senso che si procede dal primo livello, quello delle competenze, al secondo livello, quello delle metacompetenze. Si parte, perciò, con una rapida presentazione degli approcci disciplinari alla competenza per poi introdurre il ragionamento sulle abilità di secondo livello (metacompetenza, autodirezione nell’apprendimento, autoregolazione e teoria dell’autoefficacia, metacognizione e processi metacognitivi, competenza strategica) per ritornare all’apprendere ad apprendere definito termine‐ombrello al cui interno trovano posto tutte le abilità che si collocano a livello meta. Nel quarto capitolo si descrive l’attività di lettura come una vera e propria attività di problem solving in cui il lettore indaga il testo utilizzando gli indizi in esso contenuti, ricorre alle proprie conoscenze pregresse e attiva delle strategie cognitive che lo conducono a formulare ipotesi sul significato del testo che sta leggendo e a verificarle alla luce del testo stesso. Si presentano quindi alcune ricerche svolte su allievi di età diverse finalizzati ad evidenziare il rapporto tra la comprensione della lettura e le abilità di secondo livello, raggruppate mutuando la terminologia adottata nell’ambito della psicologia cognitiva sotto la denominazione di metacognizione, e distinte in conoscenze metacognitive e processi metacognitivi di controllo. Il capitolo si conclude con una rapida descrizione delle principali caratteristiche delle indagini internazionali sulla comprensione della lettura promosse dall’Ocse e dall’Iea. Termina a questo punto la ricostruzione del quadro teorico e si procede con la presentazione del disegno della ricerca e con l’analisi e interpretazione dei risultati. Nel quinto capitolo, dopo l’analisi del contesto, si impostano le ipotesi di ricerca e si presenta la metodologia qualitativa adottata. Nel sesto e ultimo capitolo sono illustrati e commentati i risultati delle prove di comprensione della lettura, delle interviste e dei lavori di gruppo, mettendo in risalto per ciascuna fase dell’indagine i nodi emersi come cruciali rispetto alle finalità della ricerca. Si evidenziano in particolare le caratteristiche dei lettori eccellenti e dei lettori deboli alla luce delle differenze rilevate soprattutto nel corso delle interviste in relazione all’uso di diverse capacità. Le conclusioni sono dedicate ad una lettura dei risultati in termini di prospettive educative per gli adulti che (ri)entrano all’università in funzione dello sviluppo di capacità di comprensione della lettura nell’ottica dell’apprendere ad apprendere e del lifelong learning.
Apprendere ad apprendere e capacità di comprensione della lettura : il caso degli studenti adulti della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre
2010
Abstract
La ricerca presentata in questo lavoro ha per oggetto lo studio della relazione tra le capacità di secondo livello e la comprensione della lettura in un gruppo di studenti adulti iscritti a diversi corsi di laurea della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Gli adulti, infatti, sono sempre più spesso protagonisti di scelte formative e professionali dovute al venir meno dei percorsi di linearità che un tempo caratterizzavano l’esistenza: il ciclo vitale contrassegnato da “tappe obbligate e definitive”, quali gli studi formali e l’ingresso nel mondo del lavoro, è sovente sostituito da fuoriuscite e rientri nei percorsi educativi e nel mercato del lavoro. Con l’introduzione nei documenti europei e nella letteratura internazionale del concetto di lifelong learning, si introduce anche la distinzione tra apprendimento formale, non formale ed informale insieme all’invito, da parte dell’Unione europea, a progettare percorsi di istruzione finalizzati non solo all’acquisizione di conoscenze, ma anche di saperi pratici e comportamentali declinati e descritti in termini di obiettivi dell’apprendimento e valutati in crediti. Oggi si assiste perciò al rientro nei percorsi universitari di studenti appartenenti a fasce d’età diverse da quella canonica, fenomeno improvviso dal quale è nata l’esigenza di dover gestire questa nuova categoria di utenza che presenta caratteristiche differenti rispetto a quelle degli studenti universitari in età canonica. Gli adulti, infatti, (ri)entrano all’università con un bagaglio di vita e di esperienze che influenza in modo determinante il rapporto con l’apprendimento nonché le modalità con le quali si affronta lo studio. Gli studenti universitari adulti (i cosiddetti lavoratori‐studenti) e la loro capacità di comprensione della lettura in rapporto al possesso di capacità di secondo livello e in funzione dello sviluppo di tali capacità sono quindi il fulcro del presente lavoro e hanno costituito il punto di riferimento per la costruzione delle domande e conseguenti ipotesi di ricerca, le quali presuppongono una forte dipendenza tra i processi gestiti attraverso il ricorso ad abilità di secondo livello e la comprensione della lettura e una maggiore consapevolezza di tali processi nei lettori migliori. La metodologia di ricerca sviluppata per trovare una conferma alle ipotesi formulate è una metodologia qualitativa che si colloca all’interno del paradigma teorico della ricerca azione in quanto utilizzabile in tutti quei contesti in cui un “a problem involving people, tasks and procedures cries out for solution. […] Action research can be used in a variety of areas, for example: teaching methods […], learning strategies […], evaluative procedures […], management and control […]” (Cohen et al., 2004, p. 226). Si è quindi proceduto ad impostare le attività di ricerca in tre fasi: nella prima fase, i partecipanti hanno svolto delle prove per la comprensione della lettura; nella seconda fase, attraverso delle interviste semistrutturate, è stato chiesto ai partecipanti di ripercorrere le prove di comprensione della lettura svolte nella fase precedente e di ricostruire, ispirandosi alla tecnica del thinking aloud, i processi cognitivi applicati per leggere i brani e fornire le risposte; nella terza fase, i partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi di livello (un gruppo composto dai lettori migliori, uno dai lettori normali, uno dai lettori deboli) e invitati a svolgere nuove prove di comprensione della lettura (simili per tipologia e natura del compito a quelle della prima fase) e a fornire risposte condivise. Il lavoro di ricerca è presentato in sei capitoli, quattro dedicati alla ricostruzione del quadro teorico e due alla presentazione della ricerca. Nel primo capitolo si ripercorre lo sviluppo degli orientamenti europei sull’apprendimento permanente attraverso l’analisi dei documenti più significativi. Emergono i concetti di istruzione e formazione permanente prima e apprendimento permanente/lifelong learning poi, dell’apprendere ad apprendere e della necessità di favorire lo sviluppo della capacità di comprensione della lettura a tutte le età. Si fa altresì riferimento all’introduzione del neologismo lifewide learning per sottolineare la dimensione spaziale dell’apprendimento: non solo per tutto l’arco della vita (lifelong), ma anche in tutti i contesti di vita (lifewide); non solo apprendimento formale, ma anche non formale ed informale. Dal quadro europeo si passa ad esaminare quello nazionale, in cui si prendono in considerazione le diverse disposizioni con le quali, dal 1996 ad oggi, l’Italia ha recepito le raccomandazioni e indicazioni europee relative all’apprendimento permanente e all’educazione degli adulti. Nel secondo capitolo si propone una ricostruzione degli approcci teorici al concetto di adulto e delle relative definizioni, seguita da una ricognizione delle principali teorie dell’apprendimento in età adulta, che si riconduce a tre tipologie, secondo la distinzione operata da Merriam e Caffarella (1991): le teorie basate sulle caratteristiche degli adulti in quanto studenti; le teorie basate sulle situazioni di vita degli individui in età adulta; le teorie basate sull’apprendimento come acquisizione di consapevolezza di sé. Prendendo come riferimento tale tripartizione, sono stati esaminati alcuni degli studiosi più rappresentativi all’interno di ciascun gruppo. Il terzo capitolo si presenta come un percorso “in salita”, nel senso che si procede dal primo livello, quello delle competenze, al secondo livello, quello delle metacompetenze. Si parte, perciò, con una rapida presentazione degli approcci disciplinari alla competenza per poi introdurre il ragionamento sulle abilità di secondo livello (metacompetenza, autodirezione nell’apprendimento, autoregolazione e teoria dell’autoefficacia, metacognizione e processi metacognitivi, competenza strategica) per ritornare all’apprendere ad apprendere definito termine‐ombrello al cui interno trovano posto tutte le abilità che si collocano a livello meta. Nel quarto capitolo si descrive l’attività di lettura come una vera e propria attività di problem solving in cui il lettore indaga il testo utilizzando gli indizi in esso contenuti, ricorre alle proprie conoscenze pregresse e attiva delle strategie cognitive che lo conducono a formulare ipotesi sul significato del testo che sta leggendo e a verificarle alla luce del testo stesso. Si presentano quindi alcune ricerche svolte su allievi di età diverse finalizzati ad evidenziare il rapporto tra la comprensione della lettura e le abilità di secondo livello, raggruppate mutuando la terminologia adottata nell’ambito della psicologia cognitiva sotto la denominazione di metacognizione, e distinte in conoscenze metacognitive e processi metacognitivi di controllo. Il capitolo si conclude con una rapida descrizione delle principali caratteristiche delle indagini internazionali sulla comprensione della lettura promosse dall’Ocse e dall’Iea. Termina a questo punto la ricostruzione del quadro teorico e si procede con la presentazione del disegno della ricerca e con l’analisi e interpretazione dei risultati. Nel quinto capitolo, dopo l’analisi del contesto, si impostano le ipotesi di ricerca e si presenta la metodologia qualitativa adottata. Nel sesto e ultimo capitolo sono illustrati e commentati i risultati delle prove di comprensione della lettura, delle interviste e dei lavori di gruppo, mettendo in risalto per ciascuna fase dell’indagine i nodi emersi come cruciali rispetto alle finalità della ricerca. Si evidenziano in particolare le caratteristiche dei lettori eccellenti e dei lettori deboli alla luce delle differenze rilevate soprattutto nel corso delle interviste in relazione all’uso di diverse capacità. Le conclusioni sono dedicate ad una lettura dei risultati in termini di prospettive educative per gli adulti che (ri)entrano all’università in funzione dello sviluppo di capacità di comprensione della lettura nell’ottica dell’apprendere ad apprendere e del lifelong learning.File | Dimensione | Formato | |
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URN:NBN:IT:UNIROMA3-144308