La tesi si colloca all’interno del curricula Patrimonio architettonico e paesaggio: storia e restauro, il cui obiettivo è legato agli orientamenti e alle metodologie di conoscenza, interpretazione storiografica e d’intervento nell’ambito della conservazione dei beni architettonici e paesaggistici, attraverso la Storia dell’architettura, l’analisi e la catalogazione dell’Iconografia storica e le metodologie storiografiche, la storia di città e paesaggi, le teorie e la storia del restauro architettonico, l’analisi dei sistemi costruttivi e l’innovazione nei metodi di restauro. Al riguardo, in relazione all’approssimarsi della ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, in ragione del notevolmente cresciuto interesse per l’architettura militare in genere, ed in particolare per le fortificazioni permanenti nelle Alpi, la tesi si è posta come obiettivo quello di riscoprire il tema dell’arte fortificatoria, un tempo riservata ai soli specialisti – ingegneri e tecnici del genio e d’artiglieria – in ragione di una maggiore consapevolezza dell’esistenza di un immenso patrimonio materiale e immateriale, fatto di vestigia di fortificazioni, trincee, camminamenti, caverne, postazioni di mitragliatrici e cannoni, teleferiche, strade, mulattiere e piccoli posti di sepoltura: le aree delle battaglie, insomma, ma anche i luoghi della vita quotidiana dei soldati, presenti nell’Arco alpino orientale, divenute vere e proprie mete di escursioni turistiche, ma anche oggetto, soprattutto negli ultimi anni, di precipui interventi di Tutela e Valorizzazione. Lo studio oggetto della ricerca dottorale, indagando lo sviluppo dell’arte fortificatoria in Europa a partire dalla fine del XIX secolo e i primi anni dieci del secolo scorso, ripercorrendo i principi ispiratori, i criteri costruttivi e di progettazione adottati dai diversi Stati e soprattutto dal neo nato Regno d’Italia fino al 1914, (come il ricorso ai forti di sbarramento ad azione lontana, armati con artiglierie in cupole corazzate), si è soffermato sulle specificità tipologiche e sugli aspetti tecnologico-costruttivi di questo patrimonio storico-culturale; patrimonio che rappresenta un particolare esempio di architettura militare, afferente alla Prima guerra mondiale, che il singolare connubio tra peculiare collocazione geografica e specificità tipologica ne fa un patrimonio ad alta complessità e specificità. L’obiettivo è di individuare, attraverso la messa a sistema della fase “istruttoria” di conoscenza (fonti dirette e indirette) del Sistema di fortificazione permanente italiano, nell’Arco alpino orientale, e il riconoscimento dei valori di storia, di arte e culturale in senso lato, delle possibili prospettive di tutela, conservazione, restauro e valorizzazione del sistema paesaggio-forti.
Ingegneria militare e fortificazioni nell'Arco alpino orientale dall'età post unitaria al primo conflitto mondiale. Conoscenza, tutela e restauro.
2018
Abstract
La tesi si colloca all’interno del curricula Patrimonio architettonico e paesaggio: storia e restauro, il cui obiettivo è legato agli orientamenti e alle metodologie di conoscenza, interpretazione storiografica e d’intervento nell’ambito della conservazione dei beni architettonici e paesaggistici, attraverso la Storia dell’architettura, l’analisi e la catalogazione dell’Iconografia storica e le metodologie storiografiche, la storia di città e paesaggi, le teorie e la storia del restauro architettonico, l’analisi dei sistemi costruttivi e l’innovazione nei metodi di restauro. Al riguardo, in relazione all’approssimarsi della ricorrenza del Centenario della Grande Guerra, in ragione del notevolmente cresciuto interesse per l’architettura militare in genere, ed in particolare per le fortificazioni permanenti nelle Alpi, la tesi si è posta come obiettivo quello di riscoprire il tema dell’arte fortificatoria, un tempo riservata ai soli specialisti – ingegneri e tecnici del genio e d’artiglieria – in ragione di una maggiore consapevolezza dell’esistenza di un immenso patrimonio materiale e immateriale, fatto di vestigia di fortificazioni, trincee, camminamenti, caverne, postazioni di mitragliatrici e cannoni, teleferiche, strade, mulattiere e piccoli posti di sepoltura: le aree delle battaglie, insomma, ma anche i luoghi della vita quotidiana dei soldati, presenti nell’Arco alpino orientale, divenute vere e proprie mete di escursioni turistiche, ma anche oggetto, soprattutto negli ultimi anni, di precipui interventi di Tutela e Valorizzazione. Lo studio oggetto della ricerca dottorale, indagando lo sviluppo dell’arte fortificatoria in Europa a partire dalla fine del XIX secolo e i primi anni dieci del secolo scorso, ripercorrendo i principi ispiratori, i criteri costruttivi e di progettazione adottati dai diversi Stati e soprattutto dal neo nato Regno d’Italia fino al 1914, (come il ricorso ai forti di sbarramento ad azione lontana, armati con artiglierie in cupole corazzate), si è soffermato sulle specificità tipologiche e sugli aspetti tecnologico-costruttivi di questo patrimonio storico-culturale; patrimonio che rappresenta un particolare esempio di architettura militare, afferente alla Prima guerra mondiale, che il singolare connubio tra peculiare collocazione geografica e specificità tipologica ne fa un patrimonio ad alta complessità e specificità. L’obiettivo è di individuare, attraverso la messa a sistema della fase “istruttoria” di conoscenza (fonti dirette e indirette) del Sistema di fortificazione permanente italiano, nell’Arco alpino orientale, e il riconoscimento dei valori di storia, di arte e culturale in senso lato, delle possibili prospettive di tutela, conservazione, restauro e valorizzazione del sistema paesaggio-forti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/144788
URN:NBN:IT:UNINA-144788