La tesi di ricerca si propone di indagare le metodologie e gli strumenti adottati, nei diversi Paesi europei, per la protezione dei paesaggi culturali inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO, con particolare riferimento ai paesaggi della produzione vitivinicola, nei quali all’esigenza di protezione del paesaggio si affianca l’insito carattere di costante trasformazione, legato all’attività produttiva. Punti focali della ricerca sono stati la volontà di esaminare il rapporto esistente tra i due orientamenti strategici, la protezione e la trasformazione, solitamente pensati come antitetici, e la necessità di approfondire il significato dei criteri indispensabili per il riconoscimento del valore di eccellenza da cui dipende l’inclusione nella World Heritage List, vale a dire il significato di Outstanding Universal Value, Integrity e, nel caso del patrimonio culturale, Authenticity, quando applicati ad un paesaggio culturale essenzialmente evolutivo. A distanza di quaranta anni dall’adozione della Convention concerning the protection of the World Cultural and Natural Heritage (sottoscritta a Parigi il 16 novembre 1972), dall’analisi dei documenti prodotti dall’UNESCO emerge chiaramente un progressivo avvicinamento al concetto dell’importanza del paesaggio e dell’interazione tra i fattori naturali ed antropici, analogamente a quanto stabilito tramite la Convenzione europea (firmata a Firenze il 20 ottobre 2000), ma resta comunque una distanza tra le due visioni, sia da un punto di vista concettuale, che da un punto di vista applicativo, dal momento che gli obiettivi perseguiti dall’UNESCO mirano a favorire e sostenere politiche di conservazione del patrimonio dell’umanità e, nel caso specifico, a proteggere i paesaggi di straordinaria rilevanza e valore universale. A tale scopo, sono stati presi in considerazione sei siti appartenenti alla categoria dei paesaggi culturali evolutivi e viventi, per loro vocazione votati ad una continua trasformazione connessa all’opera dell’uomo, in cui si rendono necessarie forme peculiari di tutela che siano in grado di garantire il mantenimento della realtà dinamica cui sono soggetti. Questi siti, contraddistinti dalla produzione vitivinicola, hanno costituito i casi-studio sui quali si è fondata la parte applicativa della ricerca: sono stati selezionati all’interno del contesto europeo e sulla base dell’esistenza di opere antropiche che testimoniano una particolare interazione tra ambiente ed elementi delle tradizioni culturali. I paesaggi vitivinicoli selezionati, infatti, sono estremamente rappresentativi di questa relazione, che si traduce nella presenza diffusa di elementi costruiti atti a modificare l’assetto morfologico originario per favorire lo sviluppo della viticoltura e delle attività ad essa connesse (es: terrazzamenti, muretti a secco per il contenimento delle terrazze e, nel caso dell’Isola di Pico, muretti a secco per offrire protezione ai filari dai venti e dall’oceano). I casi-studio sono: - Alto Douro Wine Region (Portogallo); - Portovenere, Cinque Terre and the Islands: Palmaria, Tino and Tinetto (Italia); - Lavaux Vineyard Terraces (Svizzera); - Landscape of the Pico Island Vineyard Culture (Portogallo); - Val d’Orcia (Italia); - Wachau Cultural Landscape (Austria). Il tema dei paesaggi produttivi diventa, pertanto, luogo di verifica dell’effettiva idoneità sia delle indicazioni espresse dall’UNESCO che delle direttive contenute nella Convezione europea del Paesaggio, ma, soprattutto, della validità degli obiettivi prefissati a livello europeo relativi alla pianificazione e progettazione del paesaggio.

Paesaggi culturali: tra protezione e trasformazione

2015

Abstract

La tesi di ricerca si propone di indagare le metodologie e gli strumenti adottati, nei diversi Paesi europei, per la protezione dei paesaggi culturali inseriti nella World Heritage List dell’UNESCO, con particolare riferimento ai paesaggi della produzione vitivinicola, nei quali all’esigenza di protezione del paesaggio si affianca l’insito carattere di costante trasformazione, legato all’attività produttiva. Punti focali della ricerca sono stati la volontà di esaminare il rapporto esistente tra i due orientamenti strategici, la protezione e la trasformazione, solitamente pensati come antitetici, e la necessità di approfondire il significato dei criteri indispensabili per il riconoscimento del valore di eccellenza da cui dipende l’inclusione nella World Heritage List, vale a dire il significato di Outstanding Universal Value, Integrity e, nel caso del patrimonio culturale, Authenticity, quando applicati ad un paesaggio culturale essenzialmente evolutivo. A distanza di quaranta anni dall’adozione della Convention concerning the protection of the World Cultural and Natural Heritage (sottoscritta a Parigi il 16 novembre 1972), dall’analisi dei documenti prodotti dall’UNESCO emerge chiaramente un progressivo avvicinamento al concetto dell’importanza del paesaggio e dell’interazione tra i fattori naturali ed antropici, analogamente a quanto stabilito tramite la Convenzione europea (firmata a Firenze il 20 ottobre 2000), ma resta comunque una distanza tra le due visioni, sia da un punto di vista concettuale, che da un punto di vista applicativo, dal momento che gli obiettivi perseguiti dall’UNESCO mirano a favorire e sostenere politiche di conservazione del patrimonio dell’umanità e, nel caso specifico, a proteggere i paesaggi di straordinaria rilevanza e valore universale. A tale scopo, sono stati presi in considerazione sei siti appartenenti alla categoria dei paesaggi culturali evolutivi e viventi, per loro vocazione votati ad una continua trasformazione connessa all’opera dell’uomo, in cui si rendono necessarie forme peculiari di tutela che siano in grado di garantire il mantenimento della realtà dinamica cui sono soggetti. Questi siti, contraddistinti dalla produzione vitivinicola, hanno costituito i casi-studio sui quali si è fondata la parte applicativa della ricerca: sono stati selezionati all’interno del contesto europeo e sulla base dell’esistenza di opere antropiche che testimoniano una particolare interazione tra ambiente ed elementi delle tradizioni culturali. I paesaggi vitivinicoli selezionati, infatti, sono estremamente rappresentativi di questa relazione, che si traduce nella presenza diffusa di elementi costruiti atti a modificare l’assetto morfologico originario per favorire lo sviluppo della viticoltura e delle attività ad essa connesse (es: terrazzamenti, muretti a secco per il contenimento delle terrazze e, nel caso dell’Isola di Pico, muretti a secco per offrire protezione ai filari dai venti e dall’oceano). I casi-studio sono: - Alto Douro Wine Region (Portogallo); - Portovenere, Cinque Terre and the Islands: Palmaria, Tino and Tinetto (Italia); - Lavaux Vineyard Terraces (Svizzera); - Landscape of the Pico Island Vineyard Culture (Portogallo); - Val d’Orcia (Italia); - Wachau Cultural Landscape (Austria). Il tema dei paesaggi produttivi diventa, pertanto, luogo di verifica dell’effettiva idoneità sia delle indicazioni espresse dall’UNESCO che delle direttive contenute nella Convezione europea del Paesaggio, ma, soprattutto, della validità degli obiettivi prefissati a livello europeo relativi alla pianificazione e progettazione del paesaggio.
2015
Italiano
Maria Concetta Zoppi
Università degli Studi di Firenze
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