L’influenza del sonno sui processi cognitivi, in particolare quelli mnestici è stata estesamente studiata. In particolare il ruolo del sonno NREM nel consolidamento mnestico è stato sottolineato secondo differenti modelli. La microstruttura del sonno, valutata secondo i parametri del pattern alternante ciclico, è stata correlata a modificazioni plastiche e a processi cognitivi in diverse situazioni sperimentali e cliniche ma non nella patologia neurodegenerativa. D’altro canto, numerosi lavori sottolineano che già nelle fasi iniziali delle demenza si osservano alterazioni del sonno e che questi fenomeni possono anche precedere l’insorgenza della sintomatologia clinica. La più importante condizione di aumentato rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer è rappresentata dal mild cognitive impairment. Scarsi sono i dati obiettivi e le valutazioni standardizzate sulle variabili ipniche in questa condizione. Scopo del presente lavoro è stato valutare le modificazioni della macrostruttura e della microstruttura del sonno in un gruppo di pazienti con MCI, confrontandoli con controlli sani e pazienti con Alzheimer, valutare se vi fossero differenze in pazienti evoluti in demenza e non evoluti e correlarle con i risultati ai test neuropsicologici. Dodici pazienti (7F, 5M), di età compresa tra 68 e 78 anni (età media ± DS: 73 ± 4 anni), con diagnosi di MCI sono stati sottoposti a polisonnografia ambulatoriale. L’analisi della macrostruttura del sonno non ha evidenziato differenze statisticamente significative nei principali parametri nei pazienti MCI rispetto ai controlli, mentre quella microstrutturale ha mostrato un incremento delle componenti rapide ed una riduzione delle componenti lente del CAP, con correlazioni con il test delle 15 parole di Rey (memoria immediata), il test delle matrici attentive e la fluenza verbale fonemica. La durata del sonno ad onde lente correlava inoltre con test di memoria verbale e spaziale, mentre la veglia infrasonno con la fluenza verbale. Nei pazienti MCI evoluti in demenza, è stata osservata una riduzione dell’instabilità del sonno ad onde lente ed una riduzione delle componenti lente del CAP. Tali dati sono in linea con analoghe osservazioni in protocolli sperimentali e in bambini con disabilità psicologiche e sottolineano le importanti relazioni dinamiche e reciproche tra sonno e funzioni cognitive. Inoltre, le variabili microstrutturali potrebbero essere proposte come nuovi biomarkers dell’evoluzione in demenza in associazione a quelli già comunemente utilizzati.
Sonno e funzioni cognitive in pazienti con mild cognitive impairment
2011
Abstract
L’influenza del sonno sui processi cognitivi, in particolare quelli mnestici è stata estesamente studiata. In particolare il ruolo del sonno NREM nel consolidamento mnestico è stato sottolineato secondo differenti modelli. La microstruttura del sonno, valutata secondo i parametri del pattern alternante ciclico, è stata correlata a modificazioni plastiche e a processi cognitivi in diverse situazioni sperimentali e cliniche ma non nella patologia neurodegenerativa. D’altro canto, numerosi lavori sottolineano che già nelle fasi iniziali delle demenza si osservano alterazioni del sonno e che questi fenomeni possono anche precedere l’insorgenza della sintomatologia clinica. La più importante condizione di aumentato rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer è rappresentata dal mild cognitive impairment. Scarsi sono i dati obiettivi e le valutazioni standardizzate sulle variabili ipniche in questa condizione. Scopo del presente lavoro è stato valutare le modificazioni della macrostruttura e della microstruttura del sonno in un gruppo di pazienti con MCI, confrontandoli con controlli sani e pazienti con Alzheimer, valutare se vi fossero differenze in pazienti evoluti in demenza e non evoluti e correlarle con i risultati ai test neuropsicologici. Dodici pazienti (7F, 5M), di età compresa tra 68 e 78 anni (età media ± DS: 73 ± 4 anni), con diagnosi di MCI sono stati sottoposti a polisonnografia ambulatoriale. L’analisi della macrostruttura del sonno non ha evidenziato differenze statisticamente significative nei principali parametri nei pazienti MCI rispetto ai controlli, mentre quella microstrutturale ha mostrato un incremento delle componenti rapide ed una riduzione delle componenti lente del CAP, con correlazioni con il test delle 15 parole di Rey (memoria immediata), il test delle matrici attentive e la fluenza verbale fonemica. La durata del sonno ad onde lente correlava inoltre con test di memoria verbale e spaziale, mentre la veglia infrasonno con la fluenza verbale. Nei pazienti MCI evoluti in demenza, è stata osservata una riduzione dell’instabilità del sonno ad onde lente ed una riduzione delle componenti lente del CAP. Tali dati sono in linea con analoghe osservazioni in protocolli sperimentali e in bambini con disabilità psicologiche e sottolineano le importanti relazioni dinamiche e reciproche tra sonno e funzioni cognitive. Inoltre, le variabili microstrutturali potrebbero essere proposte come nuovi biomarkers dell’evoluzione in demenza in associazione a quelli già comunemente utilizzati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/148057
URN:NBN:IT:UNIPI-148057