Il trattamento del paziente affetto da Linfoma di Hodgkin recidivato/refrattario è ad oggi controverso. Bendamustina ha mostrato di essere efficace in questo particolare contesto, ma non sono ancora chiari i dosaggi e i possibili sinergismi con altri farmaci. Brentuximab Vedotin è un anticorpo coniugato a farmaco, composto da un anticorpo umanizzato IgG1 anti-CD30, coniugato stabilmente a quattro molecole di un agente inibitore della tubulina, la monometil auristatina E. Questo studio prospettico e monocentrico di fase II ha valutato la sicurezza e l’efficacia dell’associazione Brentuximab Vedotin (1,8 mg/kg giorno 1) e Bendamustina (120 mg/mq giorni 2 e 3) somministrati ogni tre settimane, nei pazienti con linfoma di Hodgkin classico refrattario o recidivato. Lo studio ha incluso 15 pazienti, di età mediana 40 anni e rappresentati per il 40% dal sesso maschile. L’ORR del gruppo è risultato pari al 100%, con 15 remissioni complete. Al termine di una mediana di follow-up di 26,6 mesi dal primo ciclo di Brentuximab Vedotin + Bendamustina (range 1-68 mesi) è stata stimata una PFS pari al 91,6 %, con solo due pazienti che dall’inizio del trattamento hanno presentato progressione di malattia, e una sopravvivenza globale della coorte dei pazienti del 100 %. Dei 15 pazienti in studio, 9 sono stati sottoposti a trapianto autologo, 2 al trapianto allogenico e 2 sono in fase di valutazione per la procedura trapiantologica. L'evento avverso più frequentemente riscontrato è stata la neutropenia (41% dei casi); le tossicità extraematologiche più frequenti sono state il rash maculopapulare e l'infezione da CMV. Il profilo di sicurezza dell'associazione è risultato accettabile e gli eventi avversi maneggevoli nonostante le alte dosi. Pertanto, sia i dati relativi al nostro centro, sia quelli riportati in letteratura, ci inducono a pensare che Bendamustina possa essere somministrata più efficacemente alla dose di 120/m² e in associazione a Brentuximab Vedotin senza che la tollerabilità venga inficiata eccessivamente, inducendo ottimi risultati con elevate probabilita’ di remissione e sopravvivenza libera da progressione a 2 anni nel 91,6% dei casi.

EFFICACIA E SICUREZZA DI BENDAMUSTINA AD ALTE DOSI IN ASSOCIAZIONE A BRENTUXIMAB VEDOTIN NEI PAZIENTI CON LINFOMA DI HODGKIN RECIDIVATO/REFRATTARIO

2018

Abstract

Il trattamento del paziente affetto da Linfoma di Hodgkin recidivato/refrattario è ad oggi controverso. Bendamustina ha mostrato di essere efficace in questo particolare contesto, ma non sono ancora chiari i dosaggi e i possibili sinergismi con altri farmaci. Brentuximab Vedotin è un anticorpo coniugato a farmaco, composto da un anticorpo umanizzato IgG1 anti-CD30, coniugato stabilmente a quattro molecole di un agente inibitore della tubulina, la monometil auristatina E. Questo studio prospettico e monocentrico di fase II ha valutato la sicurezza e l’efficacia dell’associazione Brentuximab Vedotin (1,8 mg/kg giorno 1) e Bendamustina (120 mg/mq giorni 2 e 3) somministrati ogni tre settimane, nei pazienti con linfoma di Hodgkin classico refrattario o recidivato. Lo studio ha incluso 15 pazienti, di età mediana 40 anni e rappresentati per il 40% dal sesso maschile. L’ORR del gruppo è risultato pari al 100%, con 15 remissioni complete. Al termine di una mediana di follow-up di 26,6 mesi dal primo ciclo di Brentuximab Vedotin + Bendamustina (range 1-68 mesi) è stata stimata una PFS pari al 91,6 %, con solo due pazienti che dall’inizio del trattamento hanno presentato progressione di malattia, e una sopravvivenza globale della coorte dei pazienti del 100 %. Dei 15 pazienti in studio, 9 sono stati sottoposti a trapianto autologo, 2 al trapianto allogenico e 2 sono in fase di valutazione per la procedura trapiantologica. L'evento avverso più frequentemente riscontrato è stata la neutropenia (41% dei casi); le tossicità extraematologiche più frequenti sono state il rash maculopapulare e l'infezione da CMV. Il profilo di sicurezza dell'associazione è risultato accettabile e gli eventi avversi maneggevoli nonostante le alte dosi. Pertanto, sia i dati relativi al nostro centro, sia quelli riportati in letteratura, ci inducono a pensare che Bendamustina possa essere somministrata più efficacemente alla dose di 120/m² e in associazione a Brentuximab Vedotin senza che la tollerabilità venga inficiata eccessivamente, inducendo ottimi risultati con elevate probabilita’ di remissione e sopravvivenza libera da progressione a 2 anni nel 91,6% dei casi.
10-dic-2018
Italiano
Università degli Studi di Napoli Federico II
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNINA-148160