La tesi di ricerca si pone l’obiettivo di indagare la metamorfosi delle organizzazioni e del loro rapporto con l’individuo nell’era globale. E di suggerire un’ipotesi di lavoro e di ulteriore approfondimento. La prima parte dello studio è dedicato ad identificare i tratti distintivi dell’individuo e delle organizzazioni, i mutamenti a cui sono andati soggetti e la sconnessione che ne ha contraddistinto il rapporto negli ultimi anni. Da un lato, l’individuo del nostro tempo si caratterizza come un soggetto connotato da un’intrinseca ambivalenza che si gioca sul binomio libertà-incertezza; dall’altro lato, le organizzazioni, abbandonato il modello burocratico tradizionale, si caratterizzano per una maggiore velocità di risposta alle turbolenze ambientali. La tesi di fondo del lavoro – illustrata nella seconda parte e suffragata dall’analisi di due strumenti nati in ambito organizzativo e aperti successivamente alle pratiche degli individui, Valutazione e Flessibilità, – è che sia in atto un processo di ricomposizione della frattura individuo-organizzazione a tutto vantaggio delle organizzazioni. Il processo di individualizzazione si rivela un processo ideologico nella misura in cui la presunta libertà, autonomia, autorelizzazione degli individui, è, in realtà, funzionale alla logica strategica delle organizzazioni. Essa, come nel caso della ragione hegeliana, utilizza ogni cosa e realizza i propri scopi attraverso gli individui. La ricomposizione del vissuto personale con i grandi apparati istituzionalizzati risponde ai tratti di una dialettica incompleta, in quanto la fragilità dell’uomo postmoderno, la frammentarietà delle biografie individuali, la liquefazione delle relazioni sociali sono tali solo all’interno della dimensione soggettiva. A livello strutturale tali dimensioni sono ormai dati di fatto su cui si è proceduto a costruire un nuovo assetto istituzionale in grado di razionalizzare tali percezioni e di utilizzarle per fini specifici propri. E’ chiaro, infine, che la dialettica incompleta ha come corollari, da un lato, i nuovi processi di potere che caratterizzano al giorno d’oggi sempre più le organizzazioni; e, dall’altro, la necessità di riflettere sulle modalità epistemologiche di approccio a questi due grandi universi, individui e organizzazioni, che vanno liberati dalla perenne oscillazione tra un’epistemologia oggettivistica (strutturalista) ed una soggettivistica, oscillazione che mina le abilità argomentative e segnala l’inadeguatezza dei nostri strumenti d’indagine.
L'astuzia delle istituzioni: la trasformazione delle organizzazioni nell'era globale
2008
Abstract
La tesi di ricerca si pone l’obiettivo di indagare la metamorfosi delle organizzazioni e del loro rapporto con l’individuo nell’era globale. E di suggerire un’ipotesi di lavoro e di ulteriore approfondimento. La prima parte dello studio è dedicato ad identificare i tratti distintivi dell’individuo e delle organizzazioni, i mutamenti a cui sono andati soggetti e la sconnessione che ne ha contraddistinto il rapporto negli ultimi anni. Da un lato, l’individuo del nostro tempo si caratterizza come un soggetto connotato da un’intrinseca ambivalenza che si gioca sul binomio libertà-incertezza; dall’altro lato, le organizzazioni, abbandonato il modello burocratico tradizionale, si caratterizzano per una maggiore velocità di risposta alle turbolenze ambientali. La tesi di fondo del lavoro – illustrata nella seconda parte e suffragata dall’analisi di due strumenti nati in ambito organizzativo e aperti successivamente alle pratiche degli individui, Valutazione e Flessibilità, – è che sia in atto un processo di ricomposizione della frattura individuo-organizzazione a tutto vantaggio delle organizzazioni. Il processo di individualizzazione si rivela un processo ideologico nella misura in cui la presunta libertà, autonomia, autorelizzazione degli individui, è, in realtà, funzionale alla logica strategica delle organizzazioni. Essa, come nel caso della ragione hegeliana, utilizza ogni cosa e realizza i propri scopi attraverso gli individui. La ricomposizione del vissuto personale con i grandi apparati istituzionalizzati risponde ai tratti di una dialettica incompleta, in quanto la fragilità dell’uomo postmoderno, la frammentarietà delle biografie individuali, la liquefazione delle relazioni sociali sono tali solo all’interno della dimensione soggettiva. A livello strutturale tali dimensioni sono ormai dati di fatto su cui si è proceduto a costruire un nuovo assetto istituzionale in grado di razionalizzare tali percezioni e di utilizzarle per fini specifici propri. E’ chiaro, infine, che la dialettica incompleta ha come corollari, da un lato, i nuovi processi di potere che caratterizzano al giorno d’oggi sempre più le organizzazioni; e, dall’altro, la necessità di riflettere sulle modalità epistemologiche di approccio a questi due grandi universi, individui e organizzazioni, che vanno liberati dalla perenne oscillazione tra un’epistemologia oggettivistica (strutturalista) ed una soggettivistica, oscillazione che mina le abilità argomentative e segnala l’inadeguatezza dei nostri strumenti d’indagine.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/148492
URN:NBN:IT:UNIPI-148492