La presente tesi è finalizzata a passare in rassegna la questione della religiosità di Vico dal punto di vista della storiografia della storia universale. Si argomenta approfonditamente l’inconciliabilità della ricostruzione vichiana con la concezione cristiana della storia, fondata da Sant’Agostino e ancora ben viva in Jacques-Bénigne Bossuet. Nel primo capitolo della tesi si analizza la ricostruzione vichiana della storia universale nel contesto delle polemiche sei-settecentesche sulla storiografia della storia universale. Si mettono in luce i vari aspetti caratterizzanti la concezione della pluralità della storia in Vico, con particolare riferimento al suo sistema poligenetico riguardante le origini delle nazioni. Il secondo capitolo tratta le reazioni della Chiesa cattolica di fronte alla ricostruzione vichiana, cioè i pareri dei due censori ecclesiastici, Giovanni Rossi e Fortunato Tamburini, e le aggiunte del revisore arcivescovile Giulio Torno. Inoltre si analizza il processo di evoluzione del testo vichiano riguardo ai passi criticati dai due censori ecclesiastici e dal revisore arcivescovile. Oggetto del terzo capitolo sarà la trattazione di Damiano Romano, vero e proprio fondatore dell’antivichismo cattolico. Si ricostruisce il suo profilo politico e filosofico ed si approfondisce la sua critica ai principi vichiani. Le questioni da lui discusse risultano tanto ampie da abbracciare l’intero sistema storico-filosofico impostato da Vico e ho intenzione di presentare le sue critiche come riprova delle novità e dell’impatto disgregatore di Vico. In conclusione, propongo una lettura di Vico come disgregatore della tradizione storiografica europea.
La concezione della storia universale di Vico e i critici cattolici: l'esempio di Damiano Romano
2016
Abstract
La presente tesi è finalizzata a passare in rassegna la questione della religiosità di Vico dal punto di vista della storiografia della storia universale. Si argomenta approfonditamente l’inconciliabilità della ricostruzione vichiana con la concezione cristiana della storia, fondata da Sant’Agostino e ancora ben viva in Jacques-Bénigne Bossuet. Nel primo capitolo della tesi si analizza la ricostruzione vichiana della storia universale nel contesto delle polemiche sei-settecentesche sulla storiografia della storia universale. Si mettono in luce i vari aspetti caratterizzanti la concezione della pluralità della storia in Vico, con particolare riferimento al suo sistema poligenetico riguardante le origini delle nazioni. Il secondo capitolo tratta le reazioni della Chiesa cattolica di fronte alla ricostruzione vichiana, cioè i pareri dei due censori ecclesiastici, Giovanni Rossi e Fortunato Tamburini, e le aggiunte del revisore arcivescovile Giulio Torno. Inoltre si analizza il processo di evoluzione del testo vichiano riguardo ai passi criticati dai due censori ecclesiastici e dal revisore arcivescovile. Oggetto del terzo capitolo sarà la trattazione di Damiano Romano, vero e proprio fondatore dell’antivichismo cattolico. Si ricostruisce il suo profilo politico e filosofico ed si approfondisce la sua critica ai principi vichiani. Le questioni da lui discusse risultano tanto ampie da abbracciare l’intero sistema storico-filosofico impostato da Vico e ho intenzione di presentare le sue critiche come riprova delle novità e dell’impatto disgregatore di Vico. In conclusione, propongo una lettura di Vico come disgregatore della tradizione storiografica europea.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/149178
URN:NBN:IT:UNIPI-149178