Il presente studio focalizza la propria attenzione sulle esigenze sociali che i servizi pubblici sono chiamati a soddisfare. In questo contesto si è cercato di evidenziare le particolari finalità, previste essenzialmente Dagli artt. 3, secondo comma, 41 e 43 della Cost. italiana, consistenti nell’assicurare a tutti i consociati di poter fruire in maniera generalizzata dei servizi pubblici. Si è posto in rilievo che l’organizzazione dei servizi pubblici nazionali ha inizialmente causato un forte intervento, diretto ed indiretto, dello Stato, e che tale organizzazione è entrata in crisi almeno a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, soprattutto a seguito delle pressioni provenienti dall’Unione europea che, orientata ad una maggior rispetto delle regole della concorrenza e del libero mercato, ha censurato sempre più apertamente i provvedimenti statali contrari a tali principi. L’influsso dell’ordinamento comunitario, fattosi sempre più forte soprattutto a seguito dell’allargamento delle competenze comunitarie, è giunto dunque a lambire spazi, quali quello della tutela dei diritti sociali, tradizionalmente assegnati alle competenze statali, rendendo improcrastinabile la necessità di valutare il grado di condivisione dell’Unione dei valori cardine degli ordinamenti nazionali. In questo contesto si è osservato che l’Unione, pur nata come strumento di integrazione economica e dei mercati, ha altresì sviluppato forme di attenzione agli “interessi sociali” che meritano di essere prese in considerazione. Tra queste l’elaborazione del principio di uguaglianza nella forma del principio di non discriminazione, una forma di tutela pretoria dei diritti ad opera dei giudici comunitari, il tentativo di approvazione di una Costituzione europea, peraltro non ancora portato a compimento, l’elaborazione della categoria del servizio universale. Questa progressivo attenzione alle istanze sociali, per altro non scevra di contraddizioni, particolarmente avvertita nel settore dei servizi pubblici, comporta la necessità di valutare quali siano i rapporti tra ordinamento comunitario e nazionale su questo tema, e se sia possibile ipotizzare una sottomissione gerarchica degli ordinamenti nazionali all’ordinamento europeo, ovvero mantenere ancora separati i piani nazionali da quello comunitario, oppure ancora, come appare preferibile, provvedere a forme di coordinamento tra gli stessi (coordinamento multilivello).
Il servizio pubblico nel bilanciamento tra economicità e socialità. La cura degli interessi sociali tra ordinamento nazionale e ordinamento comunitario
Monceri, Francesco
2007
Abstract
Il presente studio focalizza la propria attenzione sulle esigenze sociali che i servizi pubblici sono chiamati a soddisfare. In questo contesto si è cercato di evidenziare le particolari finalità, previste essenzialmente Dagli artt. 3, secondo comma, 41 e 43 della Cost. italiana, consistenti nell’assicurare a tutti i consociati di poter fruire in maniera generalizzata dei servizi pubblici. Si è posto in rilievo che l’organizzazione dei servizi pubblici nazionali ha inizialmente causato un forte intervento, diretto ed indiretto, dello Stato, e che tale organizzazione è entrata in crisi almeno a partire dagli anni novanta dello scorso secolo, soprattutto a seguito delle pressioni provenienti dall’Unione europea che, orientata ad una maggior rispetto delle regole della concorrenza e del libero mercato, ha censurato sempre più apertamente i provvedimenti statali contrari a tali principi. L’influsso dell’ordinamento comunitario, fattosi sempre più forte soprattutto a seguito dell’allargamento delle competenze comunitarie, è giunto dunque a lambire spazi, quali quello della tutela dei diritti sociali, tradizionalmente assegnati alle competenze statali, rendendo improcrastinabile la necessità di valutare il grado di condivisione dell’Unione dei valori cardine degli ordinamenti nazionali. In questo contesto si è osservato che l’Unione, pur nata come strumento di integrazione economica e dei mercati, ha altresì sviluppato forme di attenzione agli “interessi sociali” che meritano di essere prese in considerazione. Tra queste l’elaborazione del principio di uguaglianza nella forma del principio di non discriminazione, una forma di tutela pretoria dei diritti ad opera dei giudici comunitari, il tentativo di approvazione di una Costituzione europea, peraltro non ancora portato a compimento, l’elaborazione della categoria del servizio universale. Questa progressivo attenzione alle istanze sociali, per altro non scevra di contraddizioni, particolarmente avvertita nel settore dei servizi pubblici, comporta la necessità di valutare quali siano i rapporti tra ordinamento comunitario e nazionale su questo tema, e se sia possibile ipotizzare una sottomissione gerarchica degli ordinamenti nazionali all’ordinamento europeo, ovvero mantenere ancora separati i piani nazionali da quello comunitario, oppure ancora, come appare preferibile, provvedere a forme di coordinamento tra gli stessi (coordinamento multilivello).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/149369
URN:NBN:IT:UNIPI-149369