L'anticlinale di Mirandola rappresenta una piega per propagazione di faglia sepolta che si è accresciuta nel Quaternario a seguito della attività sismogenica di un segmento cieco dell'Arco Ferrarese. L'ultima riattivazione si è verificata durante la sequenza sismica dell'Emilia del maggio 2012. In corrispondenza di tale struttura lo spessore dei depositi marini e continentali della avanfossa padana è particolarmente ridotto. Al fine di meglio definire la geometria superficiale di questa struttura tettonica, e quindi la sua recente attività, è stato studiato un intervallo di profondità, che è intermedio tra le osservazioni morfologiche superficiali e le informazioni ricavate dai profili sismici. In particolare, sono state effettuate numerose misure di sismica passiva (microtremori a stazione singola) per ottenere il rapporto spettrale tra le componenti orizzontali e quella verticale (HVSR). I risultati di un'analisi combinata della frequenza di picco e della sua ampiezza ben si accordano alle informazioni geologiche disponibili suggerendo che questa tecnica geofisica a basso costo può essere applicata con successo in altri settori di ampie piane alluvionali morfologicamente piatte per investigare potenziali strutture sismogeniche cieche e completamente sepolte.
L'uso delle misure di microtremore per investigare le strutture tettoniche sepolte: il caso di studio dell'anticlinale di Mirandola
2016
Abstract
L'anticlinale di Mirandola rappresenta una piega per propagazione di faglia sepolta che si è accresciuta nel Quaternario a seguito della attività sismogenica di un segmento cieco dell'Arco Ferrarese. L'ultima riattivazione si è verificata durante la sequenza sismica dell'Emilia del maggio 2012. In corrispondenza di tale struttura lo spessore dei depositi marini e continentali della avanfossa padana è particolarmente ridotto. Al fine di meglio definire la geometria superficiale di questa struttura tettonica, e quindi la sua recente attività, è stato studiato un intervallo di profondità, che è intermedio tra le osservazioni morfologiche superficiali e le informazioni ricavate dai profili sismici. In particolare, sono state effettuate numerose misure di sismica passiva (microtremori a stazione singola) per ottenere il rapporto spettrale tra le componenti orizzontali e quella verticale (HVSR). I risultati di un'analisi combinata della frequenza di picco e della sua ampiezza ben si accordano alle informazioni geologiche disponibili suggerendo che questa tecnica geofisica a basso costo può essere applicata con successo in altri settori di ampie piane alluvionali morfologicamente piatte per investigare potenziali strutture sismogeniche cieche e completamente sepolte.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/150136
URN:NBN:IT:UNIFE-150136