La tesi di Dottorato “Sistemi economici in cambiamento: insediamenti, strade, mercati e commerci nella Toscana tra eta imperiale e altomedioevo” si basa su un lavoro di schedatura che ha interessato tutti gli insediamenti in vita tra I secolo e X secolo d.C. nel territorio della Regione Toscana e di tutta la cultura materiale (con particolare riferimento alla ceramica) che poteva offrire indizi commerciali; ci riferiamo, ad esempio, alla sigillata africana, alle anfore, oppure alle ceramiche sottoposte ad analisi archeometriche e di cui conosciamo il luogo di estrazione delle materie prime. Le basi teoriche su cui prende spunto il lavoro di analisi sono quelle dei Sistemi, in cui ogni elemento (naturale o antropico) è legato a tutti gli altri da profonde connessioni ed è vincolato al Sistema stesso. Lo sviluppo economico di un determinato insediamento umano non può essere letto in modo puntuale, ma contestualizzandolo all'interno del paesaggio e delle vicende storiche del tempo in cui vive. Da un punto di vista quantitativo, gli insediamenti subiscono, in linea generale, una flessione tra I e VII secolo e un incremento tra VIII e X. Nella prima fase si osservano due momenti di vera e propria frattura: si tratta del III e del VI secolo. Nel primo caso si tratta di una crisi legata al crollo quantitativo della piccola proprietà rurale, con la scomparsa di praticamente tutte le case e fattorie; la crisi economica, con una forte inflazione, produsse infatti un processo di accentramento della proprietà in mano a pochi grandi proprietari terrieri. Per il VI secolo invece la crisi è più generalizzata e interessa tutte le fasce sociali, con l'abbandono di ville e grandi trasformazioni (verso il basso) dei principali centri rurali, ma anche delle città. La fine del sistema economico di sfruttamento delle campagne tipico dell'età romana non coincide però con la fine dei commerci: ancora nel VI secolo e addirittura nel successivo, si avranno discrete quantità di merci provenienti dall'Africa, a testimonianza di una profonda aritmia tra i cambiamenti insediativi e quelli commerciali. Nel lavoro proposto emergono i veri e propri colossi del mondo rurale: si tratta di quelli che vengono genericamente definiti come insediamenti secondari e che rappresentano il motore del mondo rurale. Grandi o piccoli insediamenti, che genericamente nascono vicino alle strade romane e ai corsi d'acqua, con funzione di poli industriali, luoghi di mercato in cui si potevano comprare le merci provenienti dall'Africa, dalla Gallia, dall'Oriente, ma anche dove i grandi e piccoli produttori potevano vendere il proprio surplus agricolo. Questi insediamenti sono luoghi che non hanno il rango urbano, ma che svolgono il ruolo delle città. Dal VII secolo e più marcatamente dall'VIII si andranno ad affermare invece nuove forme di colonizzazione delle campagne toscane, con in evidenza i villaggi di altura. Questi tipi di insediamenti, che daranno poi vita alle aziende curtensi e ai castelli, saranno legati ad altri circuiti economici, attratti più che altro dalle attività minerarie e meno ai grandi circuiti stradali e delle idrovie. Le vicende commerciali della regione vedranno invece l'affermazione di nuovi circuiti di scambio, più limitati nello spazio, e che mostrano la tendenza all'agglomerazione, probabilmente con l'obiettivo di collaborare per il rifornimento di materie prime e per il trasporto verso i mercati principali. Tale fenomeno, che sembra essere una iniziativa indipendente delle aziende (libero quindi dall'influenza statale) nasce nel VI secolo e sembra confermarsi per tutta l'età longobarda. Il modello dei “trust” si pone quindi in completa antitesi sia con il funzionamento del mercato romano, caratterizzato dai mercati insostenibili, sia con la volontà di accentramento delle ricchezze tipico della fase carolingia. Oltre alla teoria dei Trust, è interessante osservare il fenomeno delle imitazioni della sigillata africana, che dal III secolo in poi, va a drenare mercato ai prototipi. Il fenomeno in questione mostra una evidente presenza di libero mercato nel mondo romano. I modelli teorici dell'economia moderna, se adattati ad un mondo meno globalizzato da un punto di vista delle comunicazioni, possono essere applicati al mondo antico e mostrano evidenti capacità di spiegazione di fenomeni complessi.

Sistemi economici in cambiamento: insediamenti, strade, mercati e commerci nella Toscana tra eta imperiale e altomedioevo

2017

Abstract

La tesi di Dottorato “Sistemi economici in cambiamento: insediamenti, strade, mercati e commerci nella Toscana tra eta imperiale e altomedioevo” si basa su un lavoro di schedatura che ha interessato tutti gli insediamenti in vita tra I secolo e X secolo d.C. nel territorio della Regione Toscana e di tutta la cultura materiale (con particolare riferimento alla ceramica) che poteva offrire indizi commerciali; ci riferiamo, ad esempio, alla sigillata africana, alle anfore, oppure alle ceramiche sottoposte ad analisi archeometriche e di cui conosciamo il luogo di estrazione delle materie prime. Le basi teoriche su cui prende spunto il lavoro di analisi sono quelle dei Sistemi, in cui ogni elemento (naturale o antropico) è legato a tutti gli altri da profonde connessioni ed è vincolato al Sistema stesso. Lo sviluppo economico di un determinato insediamento umano non può essere letto in modo puntuale, ma contestualizzandolo all'interno del paesaggio e delle vicende storiche del tempo in cui vive. Da un punto di vista quantitativo, gli insediamenti subiscono, in linea generale, una flessione tra I e VII secolo e un incremento tra VIII e X. Nella prima fase si osservano due momenti di vera e propria frattura: si tratta del III e del VI secolo. Nel primo caso si tratta di una crisi legata al crollo quantitativo della piccola proprietà rurale, con la scomparsa di praticamente tutte le case e fattorie; la crisi economica, con una forte inflazione, produsse infatti un processo di accentramento della proprietà in mano a pochi grandi proprietari terrieri. Per il VI secolo invece la crisi è più generalizzata e interessa tutte le fasce sociali, con l'abbandono di ville e grandi trasformazioni (verso il basso) dei principali centri rurali, ma anche delle città. La fine del sistema economico di sfruttamento delle campagne tipico dell'età romana non coincide però con la fine dei commerci: ancora nel VI secolo e addirittura nel successivo, si avranno discrete quantità di merci provenienti dall'Africa, a testimonianza di una profonda aritmia tra i cambiamenti insediativi e quelli commerciali. Nel lavoro proposto emergono i veri e propri colossi del mondo rurale: si tratta di quelli che vengono genericamente definiti come insediamenti secondari e che rappresentano il motore del mondo rurale. Grandi o piccoli insediamenti, che genericamente nascono vicino alle strade romane e ai corsi d'acqua, con funzione di poli industriali, luoghi di mercato in cui si potevano comprare le merci provenienti dall'Africa, dalla Gallia, dall'Oriente, ma anche dove i grandi e piccoli produttori potevano vendere il proprio surplus agricolo. Questi insediamenti sono luoghi che non hanno il rango urbano, ma che svolgono il ruolo delle città. Dal VII secolo e più marcatamente dall'VIII si andranno ad affermare invece nuove forme di colonizzazione delle campagne toscane, con in evidenza i villaggi di altura. Questi tipi di insediamenti, che daranno poi vita alle aziende curtensi e ai castelli, saranno legati ad altri circuiti economici, attratti più che altro dalle attività minerarie e meno ai grandi circuiti stradali e delle idrovie. Le vicende commerciali della regione vedranno invece l'affermazione di nuovi circuiti di scambio, più limitati nello spazio, e che mostrano la tendenza all'agglomerazione, probabilmente con l'obiettivo di collaborare per il rifornimento di materie prime e per il trasporto verso i mercati principali. Tale fenomeno, che sembra essere una iniziativa indipendente delle aziende (libero quindi dall'influenza statale) nasce nel VI secolo e sembra confermarsi per tutta l'età longobarda. Il modello dei “trust” si pone quindi in completa antitesi sia con il funzionamento del mercato romano, caratterizzato dai mercati insostenibili, sia con la volontà di accentramento delle ricchezze tipico della fase carolingia. Oltre alla teoria dei Trust, è interessante osservare il fenomeno delle imitazioni della sigillata africana, che dal III secolo in poi, va a drenare mercato ai prototipi. Il fenomeno in questione mostra una evidente presenza di libero mercato nel mondo romano. I modelli teorici dell'economia moderna, se adattati ad un mondo meno globalizzato da un punto di vista delle comunicazioni, possono essere applicati al mondo antico e mostrano evidenti capacità di spiegazione di fenomeni complessi.
25-mar-2017
Italiano
Valenti, Marco
Zanini, Enrico
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/150535
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-150535