L’utilizzo dei materiali di scarto come sostituti di aggregati naturali è divenuto economicamente interessante da non molto tempo, ma rappresenta ormai, in molte Regioni, una realtà significativa, avendo trovato motivo di rapido sviluppo nelle crescenti limitazioni all’attività di cava e nei più accurati controlli sulla destinazione dei rifiuti. In particolare, nel settore dei lavori stradali, gli aggregati granulari riciclati, provenienti dall’attività di Costruzione e Demolizioni di opere civili (C&D Waste), possono essere utilizzati, anche con integrazioni di terre o misti granulari naturali, oltre che per la formazione del corpo del rilevato, anche per costituire gli strati di sottofondo e di fondazione, purché soddisfino le prescrizioni definite nelle relative Norme Tecniche e legislative. Nonostante l’utilizzo di questi materiali sia diffuso da tempo e il Decreto quadro sulla quale si basano tutte le attività legislative risalga al 1997 (Decreto legislativo 5 Febbraio 1997 n°22, attuazione delle direttive CEE sui rifiuti, rifiuti pericolosi ed imballaggi), le prime Specifiche Tecniche di carattere prescrittivo che ne normano l’impiego in campo stradale risalgono soltanto al 2002 con la stesura definitiva delle Appendici A e B della Norma UNI 10006. Inoltre benché in questi anni siano state prodotte diverse Norme legislative Nazionali e Regionali che ne sollecitavano o addirittura ne obbligavano l'impiego, le Amministrazioni Pubbliche hanno preferito non incentivare l'utilizzo di questi materiali essenzialmente per due motivi: da un lato si è manifestata la carenza di personale tecnico aggiornato sull'argomento; in secondo luogo il quadro normativo forniva in un primo momento indicazioni spesso vaghe che hanno permesso ad alcuni operatori privati del settore di abusare di queste lacune esistenti ottenendo come risultato quello di alimentare il pregiudizio nei confronti dei materiali di risulta. A fronte di una normativa tecnica carente, aggravata anche dal recente ritiro dal parte della UNI della Norma UNI 10006/2002 che rappresentava un punto di riferimento per Tecnici ed Amministrazioni del settore, in Italia si è registrato pertanto un ritardo nel riciclaggio e nella diffusione dell’utilizzo su larga scala di tali prodotti, rispetto ad altri Paesi europei come Olanda, Belgio e Danimarca in cui la percentuale di materiale riciclato raggiunge anche il 90% della produzione di C&D. La presente Ricerca, che si è principalmente sviluppata nell’ambito del Programma di ricerca "Prestazioni e durabilità di strade ed elementi strutturali realizzati con materiale riciclato" proposto dall’Unità di Ricerca di Pisa e poi cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica (PRIN 2003), ha avuto come obiettivo quello di definire specifici criteri e metodi per valutare l'accettabilità di tali materiali, eventualmente ad integrazione della normativa esistente, e le reali caratteristiche di durabilità di sovrastrutture stradali realizzate con il loro impiego. I risultati della presente Ricerca hanno anche contribuito ad individuare nuovi spunti e argomenti di studio che sono stati proposti dall’Unità di Ricerca di Pisa per richiedere il cofinanziamento PRIN 2006 al Progetto di Ricerca "Criteri di valutazione delle caratteristiche prestazionali e di durabilità di materiali riciclati e linee guida per il loro corretto impiego nelle costruzioni stradali" poi cofinanziato nel Gennaio del 2007
MISCELE DI INERTI RICICLATI E LORO IMPIEGO NELLE SOVRASTRUTTURE STRADLI: CARATTERISTICHE FISICO-QUALITATIVE, PRESTAZIONALI E ASPETTI TECNICO-ECONOMICI
2009
Abstract
L’utilizzo dei materiali di scarto come sostituti di aggregati naturali è divenuto economicamente interessante da non molto tempo, ma rappresenta ormai, in molte Regioni, una realtà significativa, avendo trovato motivo di rapido sviluppo nelle crescenti limitazioni all’attività di cava e nei più accurati controlli sulla destinazione dei rifiuti. In particolare, nel settore dei lavori stradali, gli aggregati granulari riciclati, provenienti dall’attività di Costruzione e Demolizioni di opere civili (C&D Waste), possono essere utilizzati, anche con integrazioni di terre o misti granulari naturali, oltre che per la formazione del corpo del rilevato, anche per costituire gli strati di sottofondo e di fondazione, purché soddisfino le prescrizioni definite nelle relative Norme Tecniche e legislative. Nonostante l’utilizzo di questi materiali sia diffuso da tempo e il Decreto quadro sulla quale si basano tutte le attività legislative risalga al 1997 (Decreto legislativo 5 Febbraio 1997 n°22, attuazione delle direttive CEE sui rifiuti, rifiuti pericolosi ed imballaggi), le prime Specifiche Tecniche di carattere prescrittivo che ne normano l’impiego in campo stradale risalgono soltanto al 2002 con la stesura definitiva delle Appendici A e B della Norma UNI 10006. Inoltre benché in questi anni siano state prodotte diverse Norme legislative Nazionali e Regionali che ne sollecitavano o addirittura ne obbligavano l'impiego, le Amministrazioni Pubbliche hanno preferito non incentivare l'utilizzo di questi materiali essenzialmente per due motivi: da un lato si è manifestata la carenza di personale tecnico aggiornato sull'argomento; in secondo luogo il quadro normativo forniva in un primo momento indicazioni spesso vaghe che hanno permesso ad alcuni operatori privati del settore di abusare di queste lacune esistenti ottenendo come risultato quello di alimentare il pregiudizio nei confronti dei materiali di risulta. A fronte di una normativa tecnica carente, aggravata anche dal recente ritiro dal parte della UNI della Norma UNI 10006/2002 che rappresentava un punto di riferimento per Tecnici ed Amministrazioni del settore, in Italia si è registrato pertanto un ritardo nel riciclaggio e nella diffusione dell’utilizzo su larga scala di tali prodotti, rispetto ad altri Paesi europei come Olanda, Belgio e Danimarca in cui la percentuale di materiale riciclato raggiunge anche il 90% della produzione di C&D. La presente Ricerca, che si è principalmente sviluppata nell’ambito del Programma di ricerca "Prestazioni e durabilità di strade ed elementi strutturali realizzati con materiale riciclato" proposto dall’Unità di Ricerca di Pisa e poi cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica (PRIN 2003), ha avuto come obiettivo quello di definire specifici criteri e metodi per valutare l'accettabilità di tali materiali, eventualmente ad integrazione della normativa esistente, e le reali caratteristiche di durabilità di sovrastrutture stradali realizzate con il loro impiego. I risultati della presente Ricerca hanno anche contribuito ad individuare nuovi spunti e argomenti di studio che sono stati proposti dall’Unità di Ricerca di Pisa per richiedere il cofinanziamento PRIN 2006 al Progetto di Ricerca "Criteri di valutazione delle caratteristiche prestazionali e di durabilità di materiali riciclati e linee guida per il loro corretto impiego nelle costruzioni stradali" poi cofinanziato nel Gennaio del 2007File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/150835
URN:NBN:IT:UNIPI-150835