La Malattia di Parkinson (MP) è caratterizzata, dal punto di vista clinico, dalla presenza di rigidità, tremore e bradicinesia. L’organizzazione anatomo-funzionale dei nuclei della base prevede che, nella MP, si determini una minore attivazione delle aree corticali motorie da parte del talamo, eccessivamente inibito in conseguenza della deplezione dopaminergica nigro-striatale. La Spettroscopia con Risonanza Magnetica (1H-SRM) è una tecnica non invasiva che permette la valutazione in vivo di alcuni metaboliti cerebrali quali N-acetilaspartato (NAA), creatina (Cr) e colina (Cho). In questo studio di 1H-SRM sono stati inclusi 11 pazienti parkinsoniani mai trattati precedentemente ed un gruppo di controllo costituito da 11 soggetti sani. Dopo una valutazione clinica effettuata utilizzando le scale Unified Parkinson Disease Rating Scale (UPDRS) e Hoehn & Yahr (H-Y) è stato acquisito, con tecnica single-voxel, lo spettro di NAA, Cho, Cr e mI a livello della corteccia motoria. Lo studio RM convenzionale e quello di spettroscopia erano condotti nella stessa seduta, utilizzando uno scanner total body da 1.5 Tesla, operante a 63.8 MHz (Signa 5.6, GE Medical System, Milwakee, Wis) e una bobina standard per la testa. Dopo l’esame di 1H-SRM, a ciascun paziente è stata somministrata pergolide fino al dosaggio di 1 mg t.i.d. Dopo 6 mesi di follow-up, tutti i pazienti sono stati valutati nuovamente dal punto di vista clinico e sottoposti ad una nuovo esame con 1HSRM. Ridotti valori dei rapporti Cho/Cr e NAA/Cr sono stati osservati nella corteccia motoria dei pazienti parkinsoniani se comparati con quelli dei controlli (p<0.01). Dopo 6 mesi di terapia con pergolide (1 mg tid), nei pazienti con MP si registrava un miglioramento delle performances, misurato dale scale di valutazione motoria (UPDRS e H-Y) (p<0.001), e un incremento del rapporto Cho/Cr nella corteccia motoria valutato con il secondo studio 1H-SRM (p<0.05). Sebbene nella MP il processo patologico coinvolga in maniera preminente la degenerazione dei neuroni dopaminergici della SN, studi anatomo-funzionali e studi di neuroimaging funzionale (PET ed RM funzionale) hanno dimostrato la presenza di alterazioni nell’attività della corteccia motoria e premotoria dei pazienti parkinsoniani. In accordo a tali osservazioni è possibile ipotizzare che le modificazioni neurochimiche dei nuclei della base, proprie della MP, comportino alterazioni funzionali a carico delle aree corticali motorie ad essi connesse, che si riflettono nelle alterazioni spettroscopiche osservate nel presente studio. La tendenza alla “normalizzazione” dei rapporti dei metaboliti riportato dopo con pergolide appare supportare l’ipotesi che i dopaminoagonisti possano giocare un ruolo di modulatori dell’attività corticale probabilmente riducendo l’output eccitatorio dai gangli della base e di conseguenza l’eccessiva inibizione dei nuclei talamici.Riassumendo i dati del nostro studio indicano: 1) I rapporti Cho/Cr ed NAA/Cr possono risultare ridotti nella corteccia dei pazienti con MP de novo; 2) la terapia dopaminergica, oltre a migliorare le funzioni motorie, determina un aumento significativo del rapporto Cho/Cr nella corteccia motoria. Complessivamente questi risultati suggeriscono che la 1H-SRM costituisce un valido mezzo per la comprensione dell’evoluzione del processo patologico e degli effetti dei farmaci nei pazienti con MP.
"Influenza del trattamento dopaminergico sulla corteccia motoria nella malattia di Parkinson: studio di risonanza magnetica con spettroscopia"
2010
Abstract
La Malattia di Parkinson (MP) è caratterizzata, dal punto di vista clinico, dalla presenza di rigidità, tremore e bradicinesia. L’organizzazione anatomo-funzionale dei nuclei della base prevede che, nella MP, si determini una minore attivazione delle aree corticali motorie da parte del talamo, eccessivamente inibito in conseguenza della deplezione dopaminergica nigro-striatale. La Spettroscopia con Risonanza Magnetica (1H-SRM) è una tecnica non invasiva che permette la valutazione in vivo di alcuni metaboliti cerebrali quali N-acetilaspartato (NAA), creatina (Cr) e colina (Cho). In questo studio di 1H-SRM sono stati inclusi 11 pazienti parkinsoniani mai trattati precedentemente ed un gruppo di controllo costituito da 11 soggetti sani. Dopo una valutazione clinica effettuata utilizzando le scale Unified Parkinson Disease Rating Scale (UPDRS) e Hoehn & Yahr (H-Y) è stato acquisito, con tecnica single-voxel, lo spettro di NAA, Cho, Cr e mI a livello della corteccia motoria. Lo studio RM convenzionale e quello di spettroscopia erano condotti nella stessa seduta, utilizzando uno scanner total body da 1.5 Tesla, operante a 63.8 MHz (Signa 5.6, GE Medical System, Milwakee, Wis) e una bobina standard per la testa. Dopo l’esame di 1H-SRM, a ciascun paziente è stata somministrata pergolide fino al dosaggio di 1 mg t.i.d. Dopo 6 mesi di follow-up, tutti i pazienti sono stati valutati nuovamente dal punto di vista clinico e sottoposti ad una nuovo esame con 1HSRM. Ridotti valori dei rapporti Cho/Cr e NAA/Cr sono stati osservati nella corteccia motoria dei pazienti parkinsoniani se comparati con quelli dei controlli (p<0.01). Dopo 6 mesi di terapia con pergolide (1 mg tid), nei pazienti con MP si registrava un miglioramento delle performances, misurato dale scale di valutazione motoria (UPDRS e H-Y) (p<0.001), e un incremento del rapporto Cho/Cr nella corteccia motoria valutato con il secondo studio 1H-SRM (p<0.05). Sebbene nella MP il processo patologico coinvolga in maniera preminente la degenerazione dei neuroni dopaminergici della SN, studi anatomo-funzionali e studi di neuroimaging funzionale (PET ed RM funzionale) hanno dimostrato la presenza di alterazioni nell’attività della corteccia motoria e premotoria dei pazienti parkinsoniani. In accordo a tali osservazioni è possibile ipotizzare che le modificazioni neurochimiche dei nuclei della base, proprie della MP, comportino alterazioni funzionali a carico delle aree corticali motorie ad essi connesse, che si riflettono nelle alterazioni spettroscopiche osservate nel presente studio. La tendenza alla “normalizzazione” dei rapporti dei metaboliti riportato dopo con pergolide appare supportare l’ipotesi che i dopaminoagonisti possano giocare un ruolo di modulatori dell’attività corticale probabilmente riducendo l’output eccitatorio dai gangli della base e di conseguenza l’eccessiva inibizione dei nuclei talamici.Riassumendo i dati del nostro studio indicano: 1) I rapporti Cho/Cr ed NAA/Cr possono risultare ridotti nella corteccia dei pazienti con MP de novo; 2) la terapia dopaminergica, oltre a migliorare le funzioni motorie, determina un aumento significativo del rapporto Cho/Cr nella corteccia motoria. Complessivamente questi risultati suggeriscono che la 1H-SRM costituisce un valido mezzo per la comprensione dell’evoluzione del processo patologico e degli effetti dei farmaci nei pazienti con MP.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/150955
URN:NBN:IT:UNIPI-150955