La nozione di a priori materiale svolge un ruolo chiave nell’ambito del progetto fenomenologico husserliano. Tale nozione, infatti, non solo inquadra uno dei compiti cardinali della fenomenologia – quello appunto della descrizione delle leggi eidetiche che governano il campo della coscienza costitutiva – ma rivela anche la specificità della teoria husserliana della conoscenza e dell’esperienza, in particolare rispetto alla struttura e allo statuto della sensibilità e dei suoi oggetti in rapporto alla funzione svolta dalle categorie del pensiero. L’idea di a priori materiale rappresenta così uno dei luoghi privilegiati in cui può svilupparsi una riflessione sul concetto fenomenologico di esperienza alla luce del primato – se non altro di ordine fondazionale – dell’estetica sulla logica. Di fronte all’ampiezza di simili questioni, ci proponiamo in questo lavoro un compito molto più circoscritto: quello di analizzare e di chiarire la nozione husserliana di a priori materiale. La nostra ricerca può essere considerata da questo punto di vista come un’indagine sulla possibilità e sul senso della fenomenologia quale scienza a priori. Nel primo capitolo affronteremo la definizione husserliana di parte non-indipendente. È nella Terza ricerca logica, dedicata all’analisi dei rapporti tra parti e interi, che emerge infatti la tematica di leggi a priori che regolano la connessione tra contenuti materialmente determinati e che si sviluppa di conseguenza la nozione di a priori materiale. Nel secondo capitolo verrà quindi esaminata la distinzione tra legalità eidetiche e legalità empiriche che la Terza ricerca mette in campo e che delimita la sfera dell’a priori. Nel terzo capitolo prenderemo in esame gli elementi problematici della intuizione d’essenza e del metodo della variazione eidetica posto a suo fondamento. Analizzeremo due importanti critiche mosse a tale metodo, quella della circolarità e quella dell’induzione, mostrando come i problemi fatti emergere più o meno direttamente da entrambe colgano in effetti nel segno. Attraverso l'approfondimento della nozione di universalità presuntiva, tenteremo tuttavia di fornire una interpretazione alternativa del metodo eidetico che ne sottolinei la funzione dimostrativa volta al tentativo sistematico di falsificare una legge eidetica presunta. Nell'ultimo capitolo, infine, cercheremo di rendere ragione della distinzione tra un a priori materiale e uno formale, analizzando la posizione husserliana e dando spazio a un confronto con la critica che Schlick ha ad essa mosso.

Uno studio sull'a priori materiale

2013

Abstract

La nozione di a priori materiale svolge un ruolo chiave nell’ambito del progetto fenomenologico husserliano. Tale nozione, infatti, non solo inquadra uno dei compiti cardinali della fenomenologia – quello appunto della descrizione delle leggi eidetiche che governano il campo della coscienza costitutiva – ma rivela anche la specificità della teoria husserliana della conoscenza e dell’esperienza, in particolare rispetto alla struttura e allo statuto della sensibilità e dei suoi oggetti in rapporto alla funzione svolta dalle categorie del pensiero. L’idea di a priori materiale rappresenta così uno dei luoghi privilegiati in cui può svilupparsi una riflessione sul concetto fenomenologico di esperienza alla luce del primato – se non altro di ordine fondazionale – dell’estetica sulla logica. Di fronte all’ampiezza di simili questioni, ci proponiamo in questo lavoro un compito molto più circoscritto: quello di analizzare e di chiarire la nozione husserliana di a priori materiale. La nostra ricerca può essere considerata da questo punto di vista come un’indagine sulla possibilità e sul senso della fenomenologia quale scienza a priori. Nel primo capitolo affronteremo la definizione husserliana di parte non-indipendente. È nella Terza ricerca logica, dedicata all’analisi dei rapporti tra parti e interi, che emerge infatti la tematica di leggi a priori che regolano la connessione tra contenuti materialmente determinati e che si sviluppa di conseguenza la nozione di a priori materiale. Nel secondo capitolo verrà quindi esaminata la distinzione tra legalità eidetiche e legalità empiriche che la Terza ricerca mette in campo e che delimita la sfera dell’a priori. Nel terzo capitolo prenderemo in esame gli elementi problematici della intuizione d’essenza e del metodo della variazione eidetica posto a suo fondamento. Analizzeremo due importanti critiche mosse a tale metodo, quella della circolarità e quella dell’induzione, mostrando come i problemi fatti emergere più o meno direttamente da entrambe colgano in effetti nel segno. Attraverso l'approfondimento della nozione di universalità presuntiva, tenteremo tuttavia di fornire una interpretazione alternativa del metodo eidetico che ne sottolinei la funzione dimostrativa volta al tentativo sistematico di falsificare una legge eidetica presunta. Nell'ultimo capitolo, infine, cercheremo di rendere ragione della distinzione tra un a priori materiale e uno formale, analizzando la posizione husserliana e dando spazio a un confronto con la critica che Schlick ha ad essa mosso.
11-dic-2013
Italiano
Ferrarin, Alfredo
Università degli Studi di Pisa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/151081
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-151081